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I dati sull’uso del suolo e sulla transizione tra le diverse categorie di utilizzo costituiscono un fondamentale strumento di conoscenza del territorio ai fini della gestione sostenibile del patrimonio paesistico ambientale e della pianificazione territoriale.

La Lombardia è una delle regioni più urbanizzate e cementificate d'Europa. Negli ultimi anni il suolo è stato consumato al ritmo di 140.000 mq al giorno, per un totale di quasi 5.000 ettari all’anno coperti da cemento e asfalto, distrutti dall'edilizia residenziale e commerciale, da strade, impianti industriali, centri commerciali e capannoni. I dati sul consumo di suolo in Lombardia, elaborati da Legambiente e dal Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo, mostrano come dal 1999 al 2012 siano stati urbanizzati 44.776 ettari e si siano persi in maniera definitiva 60.290 ettari di superfici agricole. In meno di 15 anni le aree antropizzate sono passate dal 12,6% al 14,5%.

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A Milano i dati sull’uso del suolo hanno mostrato negli anni un progressivo aumento delle aree urbanizzate a scapito di una costante diminuzione del territorio agricolo15. La crescente industrializzazione dell’area metropolitana accentua la formazione di estesi conglomerati urbani e determina una drastica riduzione dell’uso del suolo per scopi agricoli, attualmente quantificabile in circa un quinto della superficie totale.
Non essendo ancora stata realizzata e formalizzata una carta specifica di uso del suolo del territorio comunale che integri anche informazioni di carattere ecologico, la quantificazione delle aree naturali è stata effettuata interpretando i dati relativi alle aree verdi e ai corpi idrici superficiali. È quindi possibile distinguere tre categorie di uso del suolo:

  • le aree verdi e le superfici idrografiche (costituenti le “aree naturali”), che comprendono tutte le superfici a verde ad esclusione delle pertinenze degli edifici;
  • le aree agricole e colturali che, pur essendo ad oggi spesso fortemente antropizzate, mantengono ancora funzioni di tipo ecologico;
  • le aree costruite.

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Le tabelle seguenti, 3.1 e 3.2, mostrano i dati relativi all’uso del suolo per ogni municipio presente sia presi singolarmente che riaggregati nelle tre macrocategorie sopra esposte.
La maggior parte della superficie del territorio comunale (circa il 67%) è costituita da aree prevalentemente costruite e impermeabili, con elevati livelli di pressione ambientale. Le aree agricole, che rappresentano circa il 17% della superficie comunale, sono presenti solamente oltre il tracciato della circonvallazione viaria e costituiscono un “cuscinetto” verde che evita la saldatura con le aree urbanizzate dei comuni di prima cintura. Le aree naturali ammontano al 15% circa.
Emergono inoltre notevoli differenze in termini di rapporto tra costruito e aree naturali e agricoli se si considerano i diversi municipi che dividono il territorio comunale: la predominanza del costruito è evidente in tutti i municipi ad eccezione del numero 5 e, in parte anche dei numeri 7 e 6.

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Figura 3.1 Uso del suolo aggregato sul territorio comunale. (Fonte: elaborazione AMAT su dati Regione Lombardia, DUSAF 5, 2015)

 

15 Al fine di tutelare e valorizzare il territorio agricolo di Milano, nel 2011 è stato costituito il DAM (Distretto Agricolo Milanese), formato da trentuno aziende agricole milanesi unite per sviluppare l’integrazione fra attività agricole e altre attività locali urbane e promuovere una modalità di agricoltura che, data la vicinanza fisica, sia capace di instaurare dei legami di interdipendenza con la città, non solo di produzione ma anche di servizio. Successivamente, con DGR X/1180 del 20/12/2013, è stato promosso tra Regione Lombardia, Provincia di Milano, Consorzio DAM e Comune di Milano, l'Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) "Milano Metropoli Rurale" con l'obiettivo di rafforzare i sistemi rurali in ambito metropolitano, integrare il sistema produttivo agricolo con attività multifunzionali ambientalmente sostenibili, diversificare la produzione agricola e riqualificare il paesaggio valorizzando le peculiarità del territorio e connettendo le aree urbane e rurali, consentendo la fruibilità e la valorizzazione degli spazi agricoli.