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Il ReNCaM (Registro Nominativo delle Cause di Morte) della ASL di Milano contiene le cause di morte di tutti i residenti di Milano dal 1999 e dei residenti del distretto 6 (Cologno Monzese e Sesto S.G.) e 7 (Cinisello Balsamo) dal 2009, anno in cui i due distretti sono diventati parte del territorio ASL.
Nella figura che segue sono riportate le dieci cause di morte più frequenti, relative al 2013, per il Comune di Milano.
Dai dati esposti è evidente che le maggiori causi di decesso negli uomini sono i tumori, mentre nelle donne sono maggiormente rappresentate le malattie circolatorie.

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Figura 2.12 Mortalità a Milano, anno 2013. (Fonte: Documento di Programmazione e Coordinamento dei Servizi Socio-sanitari)

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L’andamento dei tassi di morte standardizzati per alcuni gruppi di cause selezionate, dal 2009 al 2013, è rappresentato nella Figura 2.13.
Per le cause tumorali è evidente una diminuzione di circa il 29% negli uomini e il 33% fra le donne. Esiste una diminuzione in entrambi i sessi anche per le morti attribuibili a cause cardiocircolatorie, seppure meno evidente. I decessi per cause respiratorie sono invece relativamente costanti negli anni.

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Figura 2.13 Mortalità a Milano, anno 2013. (Fonte: Documento di Programmazione e Coordinamento dei Servizi Socio-sanitari)

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Come precedentemente evidenziato, la popolazione di Milano invecchia. Si espongono di seguito la distribuzione per variabili associate alla vulnerabilità dei soggetti di età ≥75 anni che, allo Stato di famiglia, risultano vivere da soli (complessivamente circa il 50% della popolazione di questa fascia di età), e la distribuzione per fasce crescenti di rischio. Le variabili di vulnerabilità individuate, oltre all’età e alla solitudine, sono state la deprivazione economica e la malattia, dedotta dal ricorso a ricoveri (SDO), dalla presenza di esenzione dal ticket, e dal consumo di farmaci.

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Figura 2.14 Anziani e determinanti di vulnerabilità, anno 2013. (Fonte: Documento di Programmazione e Coordinamento dei Servizi Socio-sanitari)

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Sulla base delle variabili di vulnerabilità, è stato possibile distribuire la popolazione per fasce crescenti di livello di rischio, così determinate:

  1. rischio basale: soggetti di età ≥75 anni e soli; nessuno dei soggetti compresi in questo livello è anche deprivato o malato;
  2. rischio intermedio: soggetti di età ≥75 anni e soli che sono anche deprivati o malati non sottoposti a trattamento farmacologico cronico con principi attivi a rischio (non trattati);
  3. rischio alto: soggetti di età ≥75 anni e soli che sono malati e trattati o malati e deprivati;
  4. rischio molto alto: soggetti di età ≥75 anni e soli che sono malati, trattati e deprivati.

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Figura 2.15 Anziani e livelli di rischio, anno 2013. (Fonte: Documento di Programmazione e Coordinamento dei Servizi Socio-sanitari)

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Per quanto concerne la morbosità prevalente per patologie croniche, la Figura 2.16 mostra i dati relativi alle diverse fasce d’età.

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Figura 2.16 Morbosità prevalente per patologie croniche, anno 2013. (Fonte: Documento di Programmazione e Coordinamento dei Servizi Socio-sanitari)