[ CDM-1547651305-1 ]

Il sottosuolo di Milano può essere distinto in tre differenti unità litologiche: 

  • l’unità cronologicamente più antica (Diluvium Antico) è costituita da ghiaie ben selezionate a supporto di matrice, disposte in letti suborizzontali o lievemente inclinati, con ciottoli poligenici generalmente arrotondati di diametro medio di circa 10 cm; la matrice è generalmente di natura sabbioso-argillosa di colore giallo-ocraceo. Superficialmente è invece presente un orizzonte di alterazione di colore rossastro prodotto da fenomeni di ossidazione, decalcificazione e argillificazione. Questa unità affiora marginalmente nell’area settentrionale del comune, mentre ad ovest è a contatto con i depositi del Diluvium Medio; a sud e ad est si ritrova invece al di sotto dei depositi del Diluvium Recente. L’ambiente deposizionale del Diluvium Antico è di tipo alluvionale di piana fluvioglaciale, con la presenza di corsi d’acqua a canali intrecciati; i depositi vengono associati ad età contemporanee o immediatamente successive alle fasi glaciali quaternarie più antiche (Mindel Auct.). Alla sommità dei depositi grossolani si rileva la presenza di un orizzonte limoso di origine eolica dalla potenza di 2-3 metri e profondamente pedogenizzato. L’insieme dei depositi fluvioglaciali alterati e dei limi pedogenizzati viene di norma definito come “ferretto”;
  • la seconda unità (Diluvium Medio) è costituita da sedimenti di natura ghiaiosa, con ciottoli molto arrotondati e diametro medio di circa 10 cm, immersi in una abbondante matrice giallo-marrone a tessitura argilloso-sabbiosa. Questa tipologia è associata ad un ambiente deposizionale alluvionale di piana fluviogalciale con caratteristiche del tutto simili a quello del Diluvium Antico, ma cronologicamente attribuibile al successivo periodo del Riss Auct. Localmente le ghiaie sono ricoperte da un orizzonte limoso-sabbioso estremamente omogeneo, di spessore compreso tra 1 e 1,5 metri e ad elevato grado di assortimento granulometrico. Gli affioramenti di questa unità sono presenti solamente nella parte settentrionale del territorio milanese;
  • l’unità più recente (Diluvium Recente) è costituita da depositi di natura ghiaioso-sabbiosa, riconducibili alla sedimentazione fluvioglaciale e fluviale delle ultime fasi glaciali (Wurm auct.). Questa successione, che costituisce “il livello fondamentale della pianura”, affiora con continuità su tutta l’area, interrompendosi solo in corrispondenza del terrazzo pleistocenico della valle del Fiume Lambro. Nelle aree meridionali del territorio milanese è presente anche un orizzonte limoso-sabbioso di alterazione superficiale della potenza di 70/100 centimetri, spesso rimaneggiato dall’attività antropica;
  • depositi relativi alle alluvioni recenti ed attuali affiorano in corrispondenza degli alvei dei corsi d’acqua; sono costituiti da ghiaie e ghiaie sabbiose localmente intercalate a livelli sabbioso-limosi derivati da fenomeni di esondazione.

[ CDM-1547651305-2 ]

Il territorio di Milano si inquadra nella media pianura alluvionale di cui, dal punto di vista morfologico, sono oggi riconoscibili solo i terrazzi fluviali, parzialmente obliterati dall’attività antropica di rimodellamento. L’intensa antropizzazione incide profondamente sui processi morfogenetici naturali, sia alterando la circolazione idrica superficiale, sia attraverso l’impermeabilizzazione del suolo a causa delle coperture artificiali; in particolare il reticolo idrografico è intensamente regimato ed il territorio pianeggiante è interrotto da scarpatine ed avvallamenti di origine antropica. Un ulteriore modificazione deriva dallo sfruttamento ai fini estrattivi di cave e ghiaia. 
L’unico elemento morfologico degno di nota è rappresentato dal paleoalvo del fiume Lambro, che presenta ancora, in alcuni casi, scarpate naturali o seminaturali, che incidono il livello di pianura per circa 2-2,5 metri; la parte del territorio modificata da attività antropiche è invece caratterizzata da un graduale abbassamento del piano di campagna.