[ CDM-1548168330-1 ]

Il bacino idrografico Lambro-Olona rappresenta un caso unico nel bacino del Po, poiché tuti i corsi d’acqua ad esso afferenti presentano una capacità di deflusso progressivamente inferiore da monte verso valle (Milano ed hinterland), essendo caratterizzati da alvei con capacità di smaltimento inadeguata alle esigenze e tempi di ritorno modesti.

[ CDM-1548168330-2 ]

Tale fenomeno è riconducibile alla progressiva riduzione delle sezioni fluviali dovuta all’urbanizzazione del territorio, alla presenza di una successione ininterrotta di ponti e attraversamenti e di numerosi tratti tombinati, nonché all’esistenza di un sistema difensivo discontinuo e cresciuto senza un criterio-guida; inoltre l’apporto dei contributi derivanti dai sistemi di allontanamento delle acque meteoriche provenienti dai centri urbani incrementa le portate recapitate ai corsi d’acqua, comportando frequentemente fenomeni di esondazione come conseguenza della saturazione del “sistema”.

[ CDM-1548168330-3 ]

I corsi d’acqua principali che fanno parte di questo bacino sono, da est verso ovest ed in senso antiorario: Lambro, Seveso, Garbogera, Pudiga, Nirone, Guisa, Lura, Bozzente, Olona, Lambro Meridionale, Redefossi, Vettabbia, oltre al Canale Scolmatore di Nord Ovest, al Deviatore Olona e a tutti gli affluenti dei corsi d’acqua sopra citati; sono inoltre collegati al Lambro il torrente Molgora e il sistema delle Trobbie attraverso il canale della Muzza e il Colatore Addetta.

[ CDM-1548168330-4 ]

La città di Milano ha subito numerose esondazioni dei fiumi Olona, Lambro e Seveso causate da un’insufficiente capacità di smaltimento del reticolo idrografico principale anche per eventi meteorici di media intensità. Le criticità principali del territorio sono legate, oltre alla già citata ridotta capacità di deflusso degli alvei, anche ad una scarsa disponibilità di aree di esondazione e di laminazione dei deflussi di piena. I fenomeni sono da ricondurre al notevole sviluppo urbano dell’area metropolitana che, con l’impermeabilizzazione delle superfici e il drenaggio delle stesse ha, da un lato, aumentato la portata dei corsi idrici e, dall’altro, ridotto le dimensioni degli alvei e la capacità di deflusso; il fattore di rischio è inoltre aumentato notevolmente se l’esondazione interessa aree potenzialmente inquinate o in cui sono presenti industrie a rischio.

[ CDM-1548168330-5 ]

Per alleggerire i carichi idraulici sul reticolo idrografico in entrata a Milano, nel 1954 fu iniziata la costruzione del Canale Scolmatore di Nord Ovest (CSNO).
Nato con finalità di preservare la città di fronte alle piene che si manifestavano nel bacino del Seveso e dell’Olona (compresi gli affluenti Lura e Bozzente), il Canale ha origine a Paderno Dugnano, nella frazione di Palazzolo Milanese, da una presa sul Torrente Seveso e lungo il suo tracciato riceve gli scarichi dei corsi d’acqua delle Groane (torrenti Garbogera, Pudiga, Nirone, Guisa), del torrente Lura, dalla presa situata in comune di Rho presso l’incrocio con il Fiume Olona (denominata presa Olona 2) e dalla derivazione dello stesso Fiume Olona denominata “Ramo Olona” che si origina a Pregnana Milanese (presa Olona 1) e confluisce nel CSNO presso il Nodo di Vighignolo (Settimo Milanese).

[ CDM-1548168330-6 ]

Nello stesso nodo, poco più a sud, ha origine il Deviatore Olona, progettato per convogliare nel Lambro Meridionale parte delle portate di piena scolmate dall'Olona e dal CSNO. L'eccesso di portata rispetto alla capacità idraulica del Deviatore Olona prosegue nel CSNO, che in questo tratto riceve anche le acque scolmate dal Naviglio Grande, fino a raggiungere il fiume Ticino ad Abbiategrasso.

[ CDM-1548168330-7 ]

Figura 3.23 - Reticolo Lambro-Olona e nodi principali (Fonte Studio di Fattibilità Idraulica ambito Lambro-Olona)

[ CDM-1548168330-8 ]

Al fine di sviluppare azioni ed interventi efficaci per la messa in sicurezza del territorio, per la difesa della popolazione e delle infrastrutture di un ambito sempre più urbanizzato come l’area metropolitana milanese si è reso necessario un approccio condiviso tra gli Enti competenti in materia di assetto idrogeologico ed idraulico dei bacini idrografici.
In questo quadro, nel 1999 è stato sottoscritto l’Accordo di Programma per la salvaguardia idraulica della città di Milano tra Regione, Provincia, Comune, Autorità di Bacino del Fiume Po (AdBPO) ed ex Magistrato del Po ora Agenzia Interregionale per il Fiume Po (AIPO); successivamente, nel corso del 2009, in linea con il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Po, il PTR ed il Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA), gli stessi soggetti si sono impegnati nell'approvazione del nuovo Accordo di Programma per la salvaguardia idraulica e la riqualificazione dei corsi d’acqua dell’area metropolitana milanese, il cui quadro di riferimento è costituito dagli "Studi di fattibilità della sistemazione idraulica dei corsi d'acqua naturali e artificiali all'interno dell'ambito idrografico di pianura", sviluppati dall'Autorità di Bacino allo scopo di approfondire gli elementi conoscitivi sui corsi d'acqua.
All’interno dell’atto integrativo all’AdP 2009 (proposta operativa di dettaglio degli interventi) erano previsti tra gli altri, quali opere di difesa idraulica, l’adeguamento del CSNO e del Deviatore Olona, la realizzazione della vasca di laminazione a Senago (sul CSNO-Seveso), la vasca di laminazione a Cesate (sul Guisa) e le vasche di laminazione a San Vittore Olona/Canegrate e Ponte Gurone (sull’Olona).
Inoltre, per individuare adeguate soluzioni ai problemi delle esondazioni, l'Autorità di Bacino ha sviluppato uno specifico “Studio di Fattibilità della Sistemazione idraulica dei corsi d’acqua naturali ed artificiali all’interno dell’ambito idrografico di pianura Lambro – Olona” (2004) da cui, nel tempo, sono discesi, tra gli altri, sia le previsioni della variante PAI del 2004 per il Fiume Lambro, sia l’aggiornamento dello studio di fattibilità idraulica per il Fiume Seveso (2011).

[ CDM-1548168330-9 ]

Venendo agli interventi specifici sulle aste dei singoli corsi d’acqua, per quanto riguarda la messa in sicurezza del territorio situato nel tratto di pianura dell'Olona fino alla città di Milano, è in fase di appalto lavori la prevista opera di laminazione delle piene del fiume nei comuni di Canegrate, Legnano, Parabiago e San Vittore Olona, mentre è stata completata, ed è in fase di esercizio dal 2010, la sopracitata area di laminazione di Ponte Gurone, tra i Comuni di Varese e Malnate. Sono inoltre stati finanziati interventi all’interno del territorio comunale di Varese sia sul Fiume Olona che sul Torrente Vellone, tra i quali è prevista la realizzazione di due aree di laminazione (gara d’appalto in corso).
Per quanto concerne, infine, il Torrente Guisa, il tratto che scorreva all’interno dell’area interessata della realizzazione della piastra espositiva EXPO 2015 è stato deviato attraverso la realizzazione di un nuovo tracciato, prevalentemente a cielo aperto, di lunghezza pari a circa 1 km ed in posizione perimetrale rispetto all’area dell’Esposizione; all’intervento è stata affiancata la realizzazione di una vasca di laminazione interna al sito EXPO (volume complessivo pari a circa 20.000 mc), allo scopo di ridurre la portata di piena attuale del Torrente a valori compatibili rispetto alla capacità idraulica del successivo tratto tombinato in Milano (pari a 8,5 mc/s secondo studi dell’Autorità di bacino del Fiume Po).

[ CDM-1548168330-10 ]

Nel corso del 2004 è stato realizzato il “raddoppio” del Canale Scolmatore di Nord Ovest nel tratto tra Palazzolo fino a Senago, tuttavia, a causa dell’impossibilità fisica di raddoppio anche del tratto rimanente del CSNO e per evitare il trasferimento del rischio idraulico nei territori di valle, si sono resi necessari interventi per l'adeguamento del Canale tra Senago e Settimo Milanese e per la realizzazione di un'area di laminazione delle piene nel comune di Senago, di cui nel prosieguo; è in fase di adeguamento anche il Deviatore Olona, con lo scopo di contenere il più possibile le portate che, eccedendo la capacità idraulica del Deviatore stesso, vengono oggi inviate al fiume Ticino.

[ CDM-1548168330-11 ]

Per quanto riguarda l’asta del Fiume Lambro, la sopracitata variante al Piano stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) approvata nel 2004 prevede interventi per il raggiungimento dell’assetto di progetto finale del corso d’acqua comprendenti: realizzazione di opere di regolazione, costruzione di aree di laminazione ed arginature, mantenimento delle aree di allagamento in aree golenali, riduzione delle portate scaricate dalle reti di drenaggio urbano, adeguamento dei manufatti di attraversamento che oggi ostacolano il deflusso di piena, aumento della capacità idraulica dell’alveo attraverso opere locali (es. ricalibrature d'alveo). Ad oggi è stata completata la ristrutturazione del cavo Diotti (per ridurre il rischio idraulico nel bacino di valle e sulle aree spondali del lago di Pusiano), è stato predisposto il progetto definitivo per l’utilizzo della Cava di Brenno quale vasca di laminazione del Torrente Bevera ed è in corso di realizzazione l’intervento per la regimazione e salvaguardia idraulica (attraverso la limitazione della portata defluente) di un’area di esondazione già esistente nei comuni di Inverigo, Nibionno e Veduggio con Colzano.

[ CDM-1548168330-12 ]

In situazioni di piena, il torrente Seveso viene parzialmente scolmato dal Canale Scolmatore di Nord Ovest, mentre la parte che non viene scolmata raggiunge Milano entrando nel tratto tombinato, le cui "strozzature" sono una delle concause delle periodiche esondazioni che interessano la porzione settentrionale della città. Per migliorare il deflusso delle acque, in parallelo con i lavori di adeguamento del CSNO, il Comune di Milano ha recentemente provveduto alla rimozione di parte dei sedimenti presenti nel tratto sotterraneo del Seveso, al fine di ridurre le pressioni nelle sezioni più critiche del tratto tombinato.
L’aggiornamento dello studio di fattibilità idraulica del 2011 a cura di AIPO nel tratto tra le sorgenti del Seveso e la presa del CSNO a Palazzolo effettuato a seguito delle numerose esondazioni avvenute nel corso del 2010 (che include riferimenti e conclusioni di un analogo studio del 2011 a cura di MM svolto nel tratto tra Palazzolo e Milano), ha consentito di stimare i quantitativi d'acqua da trattenere al fine di evitare il verificarsi di esondazioni ed ha individuato gli interventi necessari per il controllo delle stesse, in particolare attraverso:

  • il sopracitato adeguamento del Canale Scolmatore di Nord Ovest (con lavori nel tratto tra Senago e Settimo Milanese, ad oggi in corso);
  • la creazione ed il mantenimento di aree golenali situate nel tratto comasco del corso d'acqua;
  • la realizzazione di numerose aree di laminazione, ove trattenere le acque del torrente durante l'evento meteorico, per poi restituirle, successivamente, al torrente stesso;
  • la dismissione dell’impianto di depurazione di Varedo (che serviva i comuni tra Mariano Comense e Varedo) con conseguente collettamento di parte delle acque reflue al depuratore di Pero.

[ CDM-1548168330-13 ]

Poiché già il solo apporto meteorico proveniente dal territorio dei comuni a valle del CSNO supera la capacità idraulica di portata del tratto tombinato del Seveso, è risultato necessario che gli interventi da prevedersi nell’assetto di progetto dell’intera asta a monte della presa del CSNO consentissero di annullare la portata nel Seveso a valle di tale opera di presa, pertanto la portata in arrivo da monte deve poter essere totalmente deviata nel CSNO; inoltre dato che la portata di piena a 100 anni di tempo di ritorno nel Seveso a monte della presa del CSNO è pari a circa 150 mc/s, mentre la capacità idraulica del primo tratto del CSNO è pari a 60 mc/s occorre ulteriormente ridurre, attraverso opere di laminazione, la portata di piena del Seveso a monte di tale opera di presa. In particolare, per poter lasciar proseguire verso valle una portata massima di 25 mc/s (0 a valle della presa del CSNO e 25 mc/s nel CSNO) il volume di laminazione necessario è stato stimato in circa 4,4 Mmc.
Le considerazioni sopracitate sono state confermate anche a seguito dell’attività di aggiornamento delle analisi idrogeologiche e idrauliche del torrente Seveso svolta a supporto della predisposizione della relativa variante al Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico nel tratto da Lucino alla confluenza nella Martesana (novembre 2017).
A seguito del suddetto aggiornamento sono state inoltre revisionate sia l’ubicazione che la consistenza delle aree di laminazione del Seveso, previste sia in corrispondenza di aree esondabili (sull’alto corso del Seveso, per mancanza di aree pianeggianti con quota di piano campagna prossima a quella delle sponde del torrente ed in prossimità dello stesso) sia in scavo (vasche); le prime sono state previste nei comuni di Vertemate con Minoprio, Cantù e Carimate e Lentate sul Seveso (per un volume di laminazione totale di 522.100 mc), mentre gli invasi di laminazione sono stati previsti nei comuni di Lentate sul Seveso, a Varedo/Paderno Dugnano/Limbiate (a monte del Villoresi), nonché, come sopra citato, a Senago lungo il CSNO.

[ CDM-1548168330-14 ]

Figura 3.24 - Assetto di progetto del Torrente Seveso. Opere di Laminazione (Fonte: Allegato 3 alla Relazione Tecnica dello schema di progetto di Variante PAI del Torrente Seveso - AdBPO)

[ CDM-1548168330-15 ]

Per quanto concerne la vasca di laminazione di Lentate (con invaso pari a circa 808.000 mc) il progetto è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) conclusasi positivamente con prescrizioni e successivamente, nel mese di giugno 2017 si è conclusa la Conferenza dei Servizi sul progetto definitivo dell’opera; anche sul progetto della vasca di laminazione di Senago è stata effettuata con successo sia la VIA che la conferenza dei servizi sul progetto definitivo così valutato e ad oggi sono in corso i lavori per la realizzazione dei manufatti (volume di invaso pari a circa 810.000 mc). Ad oggi sono in fase di studio localizzativo i progetti della vasca di Varedo (ipotesi originale volume di invaso di circa 1.500.000 mc) e di Paderno Dugnano (ipotesi volume di invaso pari a 950.000 mc). Nel mese di novembre 2015 è stato presentato il progetto preliminare dell’area di laminazione nei comuni di Varedo, Paderno Dugnano e Limbiate caratterizzata da una volumetria pari a circa 2.200.000 mc, che sostituisce le due vasche di laminazione originariamente previste a Varedo e Paderno Dugnano nello studio AIPO del 2011.

[ CDM-1548168330-16 ]

Dato che il tratto del Seveso tra Palazzolo e Milano necessita di ulteriori interventi specifici rispetto a quanto previsto e sopra descritto per il tratto a monte, è stata prevista la realizzazione di un ulteriore invaso di laminazione da ubicarsi all’interno del Parco Nord in comune di Milano, tra il cimitero di Bruzzano ed il confine con il Comune di Bresso. Il progetto, caratterizzato da un volume di invaso pari a 250.000 mc, prevede che nel periodo in cui l’area di laminazione non viene utilizzata per le sue finalità idrauliche, possa essere utilizzata per scopi ricreativo-paesaggistici come lago alimentato con acque di prima falda. Il progetto definitivo della vasca è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale conclusasi positivamente con prescrizioni, mentre nel mese di maggio 2017 si è tenuta la prima seduta della Conferenza dei Servizi sul progetto definitivo dell’opera.

[ CDM-1548168330-17 ]

Figura 3.25 - Ipotesi fotoinserimento area di laminazione Torrente Seveso in comune di Milano (Fonte: progetto definitivo dell’opera a cura di MM)