[ CDM-1548689365-1 ]

Secondo l'art. 2 della legge n. 447/1995 l'inquinamento acustico è definito come: "l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo e alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le normali funzioni degli ambienti stessi".

[ CDM-1548689365-2 ]

Le sorgenti di rumore, in particolare quello urbano, sono dovute ai mezzi di trasporto (automobili, moto, autobus, ambulanze, mezzi su rotaie) e alle attività rumorose (industrie, laboratori artigiani, discoteche, cantieri, luoghi di svago e di ritrovo, concerti o manifestazioni all'aperto). Il rumore "domestico" è provocato dagli elettrodomestici presenti in casa (aspirapolvere, phon, lavatrice, televisore, radio) e dalla adiacenza di sorgenti rumorose dei coinquilini (alto volume di musica, televisione, strumenti musicali di studio, musica ad alto volume, televisore tenuto ad alto volume, etc.), o delle attività commerciali (officine, bar, pub, etc.).

[ CDM-1548689365-3 ]

L'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma che nell'Unione Europea nove cittadini su dieci sono esposti a rumori superiori ai 65 decibel. In Italia, si misura in 40 milioni il numero di individui soggetti quotidianamente a livelli alti di inquinamento acustico, con danni all'udito e a carico dell'apparato cardio-circolatorio. Recenti studi confermano inoltre i danni causati dall'inquinamento acustico al sistema immunitario e ormonale. Dal punto di vista psicologico, invece, gli effetti dell'inquinamento acustico possono essere ricondotti al cosiddetto "stato di annoyance", uno stato sensoriale generale di disturbo, fastidio e irritazione che modifica la relazione dell'individuo con l'ambiente ed è per questo causa di stress.

[ CDM-1548689365-4 ]

Per popolazione esposta a rumore si intende la stima della quota di popolazione esposta a livelli continui equivalenti di rumore superiori a 65 dB(A) nel periodo diurno e 55 dB(A) in quello notturno, assunti come valori di riferimento, al di sopra dei quali si può ritenere che la popolazione venga disturbata. 
La popolazione esposta al rumore è uno degli indicatori per la descrizione dell'inquinamento acustico. L'O.M.S. ha collocato tale indicatore nell'elenco degli "European Community Health Indicators".
I dati della popolazione esposta a rumore delle città/aree urbane, nelle quali le sorgenti prevalenti sono dovute al traffico veicolare e ferroviario e/o alle attività industriali, evidenziano percentuali significative di popolazione esposta a livelli superiori ai valori limite definiti. 

[ CDM-1548689365-5 ]

La normativa vigente in tema di inquinamento acustico (L. 447/95 – Legge quadro sull’inquinamento acustico) stabilisce i principi fondamentali per la tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dal rumore, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 117 della Costituzione e conferisce ai Comuni competenze di carattere programmatico e decisionale. Essi devono infatti procedere alla classificazione acustica del territorio, verificare il rispetto della normativa per la tutela dall'inquinamento acustico all'atto del rilascio delle concessioni edilizie, la regolamentazione dello svolgimento di attività temporanee e manifestazioni, l'adeguamento dei regolamenti locali con norme per il contenimento dell'inquinamento acustico e, soprattutto, l'adozione dei piani di risanamento acustico nei casi in cui le verifiche dei livelli di rumore effettivamente esistenti sul territorio comunale evidenzino il mancato rispetto dei limiti fissati. I Comuni con popolazione oltre i 50.000 abitanti sono tenuti a produrre una relazione biennale sullo stato acustico del Comune.
Sulla base delle analisi statistiche effettuate sulla Classificazione Acustica del Comune di Milano del territorio comunale nella Tabella 3.9 si riportano il numero di aree, l’estensione e la percentuale di superficie del territorio distribuita nelle sei diverse classi acustiche (per la cui definizione si veda la Tabella 3.8).

[ CDM-1548689365-6 ]

Sulla base delle analisi statistiche effettuate sulla Classificazione Acustica del Comune di Milano del territorio comunale nella Tabella 3.12 si riportano il numero di aree, l’estensione e la percentuale di superficie del territorio distribuita nelle sei diverse classi acustiche (per la cui definizione si veda la Tabella 3.11).

[ CDM-1548689365-7 ]

Si nota che la più alta percentuale di territorio risulta in classe III e IV, che da sole rappresentano quasi l’86% dell’intero territorio comunale (si ricorda che le strade, le ferrovie e i corsi d’acqua non sono classificati acusticamente). Bassa è la percentuale di territorio classificata in classe I e quasi nulla quella classificata in classe VI.

[ CDM-1548689365-8 ]

Sulla base della classificazione acustica comunale è stata inoltre calcolata la percentuale di popolazione residente in ognuna delle sei classi acustiche, come riportato nella seguente Tabella 3.13.

[ CDM-1548689365-9 ]

È possibile notare che più del 60% della popolazione residente risulta in classe IV; questo è corretto poiché in questa classe rientrano, tra le altre, le zone residenziali con il più alto indice di fabbricabilità fondiaria. Notiamo inoltre che la densità di popolazione decresce passando alle classi acustiche più protette. La classe V presenta una percentuale di residenti pari a 0,6%, compatibile con la caratteristica di questa classe acustica che ammette la sola presenza sporadica di residenze. Per quanto riguarda la classe VI, si registra la presenza di soli 7 residenti, a conferma del fatto che in tale classe è consentita la sola presenza dei custodi di attività industriali.