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L’analisi delle serie storiche delle principali grandezze meteorologiche misurate in diversi punti che coprono un’area geografica contribuisce allo studio della variabilità climatica passata o presente e rappresenta nello stesso momento uno strumento per la valutazione dei possibili cambiamenti climatici futuri.
Per indirizzare in modo efficace le politiche di governo del territorio, con particolare riferimento alle azioni relative alla difesa del suolo e alle azioni di adattamento ai cambiamenti climatici, è necessario tener conto del trend delle principali variabili meteorologiche e le variazioni del clima negli ultimi decenni.
Le variazioni climatiche influiscono infatti sulla maggior parte degli ambiti del sistema paesistico-ambientale (cfr. Cap.3) interessati dalla pianificazione urbana (usi del suolo, sistema delle acque, agricoltura, qualità dell’aria, ecc.) modificandone nel tempo lo stato e determinando o accentuando fattori di rischio e vulnerabilità del territorio.
In generale, gli studi della variabilità climatica implicano, per definizione, l’utilizzo di vaste scale spaziali e temporali; pertanto, lo studio a scala locale deve essere sempre inquadrato con i risultati ottenuti a scala regionale.

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A tal fine, nel presente documento, si farà riferimento alle analisi condotte a livello regionale e riportate nel “Documento di azione regionale per l’adattamento al cambiamento climatico”, che restituisce una sintesi delle conoscenze sulle variazioni del clima in Lombardia, avvenute negli ultimi due secoli ed in particolare negli ultimi decenni.
Il suddetto documento contiene gli ambiti prioritari in cui intervenire a livello regionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, rispondendo alle esigenze della programmazione di settore, ed è stato elaborato sulla base degli indirizzi contenuti nella “Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”.
Nel BOX 1 si riporta una sintesi del percorso avviato a diversi livelli istituzionali per contrastare il cambiamento climatico e i suoi effetti sulla società umana e sull’ambiente. Il percorso di ‘adattamento’, finalizzato a diminuire la vulnerabilità dei sistemi naturali e socio-economici e aumentare la loro capacità di risposta (resilienza) agli impatti indotti nel tempo dai cambiamenti climatici, è strettamente connesso a quello della mitigazione, volto a ridurre progressivamente le emissioni di gas climalteranti responsabili del riscaldamento globale (si veda anche paragrafo 2.4 Energia ed emissioni climalteranti).

Box 1 Quadro delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici a diversi livelli istituzionali

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Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici
In aprile 2013 l’Unione Europea ha adottato la propria Strategia per l’Adattamento al Cambiamento Climatico, dando seguito al percorso già avviato che ha visto la pubblicazione prima del Libro Verde sull’Adattamento, nel 2007, e poi dal Libro Bianco
Adapting to climate change: Towards a European framework for action, nel 2009.
La Strategia europea dichiara tre principali obiettivi:

  • promuovere e supportare l’azione da parte degli Stati Membri;
  • promuovere l’adattamento nei settori particolarmente vulnerabili, aumentando la resilienza strutturale del territorio e coinvolgendo anche il settore privato a supporto dell’azione comune;
  • assicurare processi decisionali informati, colmando le lacune nelle conoscenze in fatto di adattamento e dando maggiore impulso alla piattaforma europea sull’adattamento ai cambiamenti climatici (Climate-ADAPT).

Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici
A livello nazionale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Mare ha pubblicato nel 2015 la propria Strategia Nazionale per l’Adattamento al Cambiamento Climatico (SNACC) che comprende tre documenti:

  • un “Rapporto sullo stato delle conoscenze” che contiene l’analisi delle variabilità climatiche passate, presenti e future e una valutazione degli impatti e delle vulnerabilità a livello nazionale;
  • una “Analisi della normativa comunitaria e nazionale rilevante per gli impatti, la vulnerabilità e l’adattamento ai cambiamenti climatici”;
  • gli “Elementi per una Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici”, che identifica i settori d’interesse, definisce gli obiettivi strategici e propone alcune azioni per la mitigazione degli impatti.

Il Ministero, contestualmente all’adozione della SNACC, ha stabilito l’istituzione di un Osservatorio Nazionale “composto dai rappresentanti delle Regioni e delle rappresentanze locali, per l’individuazione delle priorità territoriali e settoriali, nonché per il successivo monitoraggio dell’efficacia delle azioni di adattamento.”

Strategia regionale di adattamento ai cambiamenti climatici
Regione Lombardia ha avviato nel 2012 il proprio percorso sulla strategia di adattamento con la pubblicazione delle Linee Guida per un Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici (PACC). Nel corso del 2013 e 2014 è stata elaborata la Strategia Regionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (SRACC), in coerenza con gli indirizzi europei e con la parallela elaborazione Strategia Nazionale. A partire dalla Strategia, è stato elaborato il "Documento di Azione Regionale sull'Adattamento al Cambiamento Climatico". Il Documento di azione definisce gli ambiti prioritari rispetto agli effetti prodotti dal clima sul nostro territorio e individua gli interventi per ridurre al minimo i rischi e gli impatti sulla popolazione, sui materiali e le risorse naturali e per aumentare la resilienza della società, dell'economia e dell'ambiente.
Sono state individuate circa 30 misure per gli ambiti prioritari individuati, vale a dire ‘Salute umana e qualità dell'aria’, ‘difesa del suolo e del territorio’, ‘gestione e qualità delle acque’, ‘agricoltura e biodiversità, turismo e sport’.

Iniziative a livello locale
Esistono diverse iniziative, operanti a scala mondiale ed europea, rivolte ai comuni e alle città metropolitane affinché si dotino di una strategia locale di adattamento ai cambiamenti climatici, che si integri con i piani di mitigazione delle emissioni climalteranti.
A settembre 2014 è stato lanciato il "Compact of Mayors", accordo mondiale fra comuni e città metropolitane, i quali si impegnano in modo volontario a fissare, nel corso di tre anni, un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra e a dotarsi di un piano di mitigazione e di una strategia per l'adattamento. Da agosto 2015 anche il Comune di Milano è membro del Compact of Mayors.
A ottobre 2015, l’iniziativa europea ‘Patto dei Sindaci’, cui ha aderito il Comune di Milano, è stata rinnovata ed estesa ai temi dell'adattamento, dando vita a una nuova iniziativa il "Covenant of Mayors for Climate and Energy". Con l'adesione al "Covenant of Mayors for Climate and Energy", i Comuni si impegnano, oltre a ridurre le proprie emissioni di gas serra almeno del 40% entro il 2030, a dotarsi, entro i due anni dall'adesione, di un nuovo Piano, il PAESC (Piano di Azione per l'Energia Sostenibile e il Clima) che aggiorna e integra le azioni del PAES e delinea una strategia per l'adattamento.
Infine, a giugno 2016, è stata lanciata una nuova iniziativa "il Global Covenant for Climate and Energy", che unisce il nuovo Covenant al "Compact of Mayors".

In questa prospettiva si collocano inoltre anche altre iniziative, cui il Comune di Milano ha aderito per avviare l’elaborazione di una strategia di adattamento ai cambiamenti climatici.
Il 3 dicembre 2014 Milano è ufficialmente entrata a far parte del progetto “100 Resilient Cities”, una iniziativa di rilevanza internazionale lanciata dalla Fondazione Rockefeller. La priorità individuata da Milano con la candidatura al Progetto 100RC e poi riconfermata con la Delibera di adesione a 100RC, riguarda essenzialmente:

  • la domanda di qualità urbana nelle periferie con particolare riferimento ai quartieri di residenza sociale;
  • la necessità di gestire le emergenze derivanti dal dissesto idrogeologico e dal cambiamento climatico: esondazioni, allagamenti e picchi di calore o di freddo, con particolare attenzione ai disagi a cui è esposta la popolazione anziana e infantile che vive nelle periferie.

Il Progetto DECUMANUS, finanziato nel quadro dei fondi europei del Settimo Programma Quadro, ha avuto come esito l'elaborazione di un Sistema Informativo Georeferenziato in grado di offrire a Milano informazioni sugli scenari futuri derivanti dal cambiamento climatico, sulla popolazione esposta agli effetti e ai rischi, sulla impermeabilità del territorio, e sulle opportunità di diffusione di strategie di adattamento, quali per esempio la costruzione di aree e tetti verdi.

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Di seguito si riporta, pertanto, una sintesi delle suddette analisi che riguardano i seguenti parametri climatici:

  • temperature e anomalie termometriche;
  • valori estremi di temperatura e ondate di calore;
  • precipitazioni;
  • eventi siccitosi.