[ CDM-1548319844-1 ]

Per meglio individuare le aree a rischio idraulico, all’interno del Piano Stralcio per le Fasce Fluviali e del PAI sono state introdotte le fasce di rispetto dei corsi d’acqua fornendo precisi vincoli di utilizzo del suolo al loro interno e i tempi di ritorno (Tr) delle piene di riferimento. A Milano l’identificazione delle fasce fluviali, predisposte dell’Autorità di Bacino e riprodotte nella figura sottostante, è attualmente disponibile solamente per il Fiume Lambro, mentre è in fase di predisposizione per il Torrente Seveso all’interno dello schema della relativa variante PAI. Le fasce, così come riportate dalle NtA del PAI sono:

  • FASCIA A: di deflusso di piena, costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento (Tr=200 anni);
  • FASCIA B: di esondazione, costituita dalla porzione di territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento (Tr=200 anni);
  • FASCIA C: area di inondazione per piena catastrofica, costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente, interessata da inondazioni al verificarsi di eventi con portate maggiori della piena di riferimento (Tr>200 anni).

[ CDM-1548319844-2 ]

Figura 3.26 - Fasce fluviali del Lambro - Estratto PTCP tav. 7 “Difesa del suolo”

[ CDM-1548319844-3 ]

Si è reso necessario definire gli scenari di rischio idrogeologico ed idraulico per la fascia C del fiume Lambro secondo quanto previsto dal PAI (art. 31 delle NtA), le cui fasce fluviali sono state modificate dall’Autorità di Bacino del fiume Po, con un progetto di variante adottato in data 2 luglio 2003 e con la successiva adozione della variante in data 3 marzo 2004, che ha previsto un’estensione della fascia C e la modifica delle fasce A e B.
Ai sensi dell’allegato 3 del D.G.R. 7/7365 del 11 dicembre 2001 è possibile individuare le seguenti classi di rischio per la fascia C a tergo della fascia B del fiume Lambro:

  • Fascia R1 (rischio moderato): per il quale sono possibili danni sociali ed economici marginali;
  • Fascia R2 (rischio medio): per il quale sono possibili danni minori agli edifici e alle infrastrutture che non pregiudicano l’incolumità delle persone, l’agibilità degli edifici e lo svolgimento delle attività socio-economiche;
  • Fascia R3 (rischio elevato): per il quale sono possibili problemi per l’incolumità delle persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi e l’interruzione delle attività socio-economiche, danni al patrimonio culturale;
  • Fascia R4 (rischio molto elevato): per il quale sono possibili la perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici e alle infrastrutture, danni al patrimonio culturale.

Le aree caratterizzate dai livelli di rischio R4 sono, quindi, da considerarsi in condizioni di non compatibilità urbanistica: in tali aree non sono consentite nuove edificazioni e devono essere attuate le misure di mitigazione del rischio necessarie per rendere compatibili le previsioni urbanistiche con le modalità di deflusso della piena catastrofica definita nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico.

[ CDM-1548319844-4 ]

Il lavoro è stato effettuato procedendo alla modellazione del fiume Lambro all’interno del territorio comunale per mezzo di un modello di calcolo monodimensionale attraverso cui è stato possibile determinare le zone di maggior rischio e un andamento complessivo dei livelli idrici. Successivamente è stato implementato un modello bidimensionale che ha consentito una determinazione del campo di inondazione atteso di maggiore precisione.
Le risultanze della sottoperimetrazione del rischio idraulico in Fascia C, per la porzione settentrionale del fiume Lambro nel territorio comunale hanno consentito di proporre una disciplina degli interventi attraverso la stesura di Norme Tecniche di Attuazione che fossero omogenee e congruenti con lo sviluppo di una porzione di territorio intensamente urbanizzato.
I risultati ottenuti dalle simulazioni evidenziano una buona attinenza con le aree storiche alluvionate. Le zone maggiormente esposte al rischio di alluvione risultano, scendendo da Nord verso Sud:

  • l’area di Crescenzago;
  • il parco Lambro;
  • l’area compresa tra via Crespi e via Rubattino sino al rilevato ferroviario (che attraversa il fiume Lambro tra via Cima e via Corelli), corrispondente ai quartieri tra Lambrate Sud e Ortica;
  • viale Forlanini, specialmente in sponda sinistra dove si estende sino a comprendere lo stesso parco Forlanini;
  • il quartiere di Ponte Lambro, in sponda destra.

[ CDM-1548319844-5 ]

Nell’area di Crescenzago si verificano le maggiori altezze idriche, variabili da 0,5 m fino quasi 3 m; ciò è giustificato dalla topografia della zona, che presenta variazioni marcate delle quote del terreno; in questa zona ed in quella del Parco Lambro si riscontrano velocità della corrente piuttosto ragguardevoli, di circa 1,5 m/s, con punte di 2 m/s.
Anche nei pressi di via Cima si verificano valori elevati dei battenti idrici (compresi tra 0,5 e 1,8 m) e delle velocità (comprese tra 0,5 e 1,5 m/s), dovuti alla presenza del rilevato ferroviario il quale, da una parte provoca un forte rigurgito della corrente verso monte, causando ingenti esondazioni sia in sponda sinistra che in sponda destra, dall’altra costringe la corrente a propagarsi solamente in direzione trasversale al corso d’acqua.
Nei pressi del parco Forlanini e del quartiere Ponte Lambro, invece, i battenti idrici presentano valori più moderati, mentre le velocità, in quest’ultima zona, hanno valori simili a quelli delle aree menzionate precedentemente; il parco Lambro si comporta come una naturale cassa di espansione delle piene fluviali, permettendo una considerevole laminazione delle portate.

[ CDM-1548319844-6 ]

I risultati delle simulazioni evidenziano come i manufatti infrastrutturali quotati ed in genere la topografia influenzino la propagazione dell’onda di piena; basti pensare al rilevato ferroviario di Lambrate che, comportandosi come un argine artificiale, costituisce un ostacolo per la corrente, impedendone la propagazione dell’onda verso Sud; lo stesso vale per viale Forlanini, il quale si trova ad una quota di 1-2 m superiore rispetto alle aree circostanti e per alcuni tratti rialzati della Tangenziale Est, rivestiti in terrapieno. 
Quanto detto trova riscontro nelle aree di esondazioni ottenute; queste risultano, inoltre, più estese in sponda sinistra, a cui corrispondono quote del terreno, in generale, inferiori rispetto alla sponda destra.

[ CDM-1548319844-7 ]

A seguito del recepimento nell’ordinamento italiano della Direttiva Europea 2007/60/CE (“Alluvioni”), gli Stati Membri sono tenuti ad elaborare, per ogni distretto idrografico o Unità di Gestione, un Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA) contenente una diagnosi della pericolosità e del rischio di alluvioni, gli obiettivi per la salvaguardia della vita umana e dei beni esposti e le misure per la mitigazione del rischio.
Il PGRA è quindi lo strumento introdotto dalla Direttiva per ridurre gli impatti negativi delle alluvioni sulla salute, l’economia e l’ambiente e favorire, dopo un evento alluvionale, una tempestiva ricostruzione ed una corretta valutazione post-evento.
Per il Distretto Padano, cioè il territorio interessato dalle alluvioni di tutti i corsi d’acqua che confluiscono nel Po, dalla sorgente fino allo sbocco in mare, è stato predisposto il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni del Po (PGRA-Po), approvato con DPCM del 26 ottobre 2016, le cui azioni (misure) sono classificate in quattro tipologie, corrispondenti alle quattro fasi di gestione del rischio alluvioni:

  • prevenzione (es. vincoli all’uso del suolo);
  • protezione (es. realizzazione di opere di difesa strutturale);
  • preparazione (es. allerte, gestione dell’emergenza);
  • ritorno alla normalità e analisi (es. valutazione e ristoro danni, analisi degli eventi accaduti).

[ CDM-1548319844-8 ]

Il PGRA-Po contiene:

  • la mappatura delle aree potenzialmente interessate da alluvioni, classificate in base alla pericolosità (aree allagabili) e al rischio;
  • una diagnosi delle situazioni a maggiore criticità;
  • il quadro attuale dell’organizzazione del sistema di protezione civile in materia di rischio alluvioni e una diagnosi delle principali criticità;
  • le misure da attuare per ridurre il rischio nelle fasi di prevenzione e protezione e nelle fasi di preparazione, ritorno alla normalità ed analisi post evento.

[ CDM-1548319844-9 ]

I territori sui quali si concentrano molte misure del PGRA sono le aree allagabili, classificate in base a livelli crescenti di rischio in relazione agli elementi vulnerabili contenuti. Alcune tra queste presentano condizioni di rischio particolarmente elevate e sono state raggruppate in Aree a Rischio Significativo (ARS), per le quali il Piano specifica misure prioritarie dirette alla riduzione del rischio all’interno delle stesse.

[ CDM-1548319844-10 ]

Nella cartografia del PGRA:

  • le “mappe di pericolosità” evidenziano le aree potenzialmente interessate da eventi alluvionali secondo gli scenari di bassa probabilità (P1-alluvioni rare con Tempo di Ritorno=500 anni, colore celeste), di media probabilità (P2-alluvioni poco frequenti T=100/200 anni, colore azzurro) e alta probabilità (P3 - alluvioni frequenti T=20/50 anni, colore blu), caratterizzandone l’intensità in termini di estensione dell’inondazione, altezze idriche, velocità e portata. 
  • le “mappe del rischio” segnalano la presenza nelle aree allagabili di elementi potenzialmente esposti ad eventi alluvionali (popolazione, servizi, infrastrutture, attività economiche, etc.) e il corrispondente grado di rischio, distinto in 4 classi rappresentate mediante colori: giallo (R1-Rischio moderato o nullo), arancione (R2-Rischio medio), rosso (R3-Rischio elevato), viola (R4-Rischio molto elevato). Le mappe del rischio sono il risultato finale dell’incrocio fra le mappe delle aree allagabili per i diversi scenari di pericolosità prodotti e gli elementi esposti censiti raggruppati in classi di danno potenziale omogenee.

[ CDM-1548319844-11 ]

Figura 3.27 - Estratto Mappe di Pericolosità e di Rischio del PGRA

[ CDM-1548319844-12 ]

Il PGRA-Po contiene misure da attuare nel periodo dal 2016 al 2021. Nel 2018 sarà sottoposto a verifica intermedia dello stato di attuazione da parte della UE mentre entro il 2021 sarà nuovamente aggiornato per definire e attuare le misure del secondo ciclo di pianificazione (2022-2027) e analoga modalità varrà per gli anni a seguire. L’aggiornamento del piano dovrà tener conto anche di quanto contenuto nel secondo aggiornamento delle mappe della pericolosità e del rischio previsto per il 2018.

[ CDM-1548319844-13 ]

Per quanto concerne l’ARS Distrettuale “Città di Milano”, il sistema difensivo del reticolo è principalmente basato, come già ricordato in precedenza, sulla riduzione delle portate di piena, mediante i canali scolmatori e diversivi, le connessioni con la rete di scolo artificiale e le aree di laminazione, oltre che sul contenimento locale dei livelli di piena mediante arginature a carattere sito specifico e funzionali alla protezione di particolari aree o al convogliamento delle portate di piena verso le aree di laminazione o verso i ricettori degli scolmatori e dei diversivi.

[ CDM-1548319844-14 ]

Inoltre, nell’ambito dell’attività di redazione del PGRA ed ai sensi del D.Lgs. 49/2010 (che stabilisce di procedere a un coordinamento tra la pianificazione di gestione delle alluvioni e la pianificazione di bacino distrettuale prevista dal D.Lgs. 152/2006) è stata riscontrata la necessità di aggiornare gli elaborati relativi al vigente PAI ed al PAI “Delta”, al fine di garantire, in particolare, il coordinamento con i contenuti conoscitivi del sopravvenuto PGRA e di associare specifiche disposizioni normative del PAI alle aree di pericolosità e di rischio individuate dal PGRA.
Ad esito di tale lavoro è derivata la predisposizione di una specifica sezione aggiuntiva rispetto all’articolato normativo vigente (in particolare è stato previsto l’inserimento di nuovo titolo V delle NdA del PAI) ed in data 7 dicembre 2016 la citata variante normativa è stata adottata dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Po.

[ CDM-1548319844-15 ]

Successivamente, ai sensi dell’art.58 della variante sopra citata, Regione Lombardia, con DGR 19 giugno 2017 n. X/6738, ha emanato disposizioni concernenti l’attuazione del PGRA nel settore urbanistico, integrative rispetto a quelle in vigore.
Per le disposizioni relative al Reticolo Principale di pianura e di fondovalle (ambito territoriale di riferimento del Comune di Milano), sia nel caso dei corsi d’acqua non interessati, nella pianificazione di bacino vigente, dalla delimitazione delle fasce fluviali, sia per i corsi già interessati, per le aree ricadenti in P2 e P3 sono previsti, nelle more del completamento delle varianti d’asta al PAI:

  • l’applicazione immediata della normativa sulle aree allagabili come presenti nelle mappe di pericolosità del PGRA (limitazioni, prescrizioni e disposizioni previste per le fasce A, B e C alle aree rispettivamente classificate P1, P2 e P3), modificando le previsioni degli strumenti urbanistici che risultassero in contrasto;
  • una verifica obbligatoria più dettagliata, da parte dei Comuni, delle condizioni di pericolosità e rischio locali sulle aree già edificate esposte al rischio ed inoltre qualora già svolta in passato, la verifica ed eventuale aggiornamento della valutazione per le aree tra limite B di progetto e limite di fascia C;
  • il recepimento, entro i termini di adeguamento del PGT stabiliti dall’art. 5 della LR 31/2014, delle aree allagabili e relative norme (comprese quelle di dettaglio derivate dalle valutazioni svolte sugli edificati esistenti che si trovano a ricadere in classe P2 e P3).

In entrambi i casi è inoltre concessa la facoltà di segnalare situazioni di necessità di modifica della delimitazione delle aree allagabili per errori materiali, incongruenze manifeste, mutata situazione dello stato di fatto per effetto della realizzazione di nuove opere influenti sul corso d’acqua, che saranno valutate ai fini dei previsti riesami e riaggiornamenti delle mappe di rischio e del PGRA e nell’ambito delle varianti PAI a scala locale.