[ CDM-1544112371-1 ]

La normativa d’attuazione del PGT, in particolare l’art. 10 delle Norme di Attuazione del Piano delle Regole, detta disposizioni per promuovere e incentivare la sostenibilità ambientale degli edifici e della città per tutti gli interventi ricadenti nel territorio comunale e per la realizzazione di nuovi edifici per servizi di iniziativa pubblica diretta o ceduti all’Amministrazione Comunale attraverso scomputo oneri o, ancora, di edifici privati di uso pubblico o di interesse generale.

Fermo restando quanto sopra, nel presente paragrafo si riporta un elenco di buone pratiche di sostenibilità, suddivise per tematiche di interesse ambientale, alle quali far riferimento in fase di pianificazione di dettaglio e di progettazione degli interventi.

[ CDM-1544112371-2 ]

L'elenco successivo riprende e modifica, con intento di sintesi e adattamento all’aggiornamento del PGT del Comune di Milano, le indicazioni già presenti nel RA del PGT di Milano 2012. Per quanto riguarda i temi della mobilità, dell’energia e delle emissioni climalteranti, si rimanda a quanto descritto nel Rapporto Ambientale dei procedimenti di VAS relativi al PUMS e al PAES circa le misure di sostenibilità previste per le azioni di piano dei due strumenti citati che vengono fatte proprie dal PGT.
L'elenco potrà essere verificato e integrato in ragione dell'evoluzione programmatico/legislativa, tendenzialmente con cadenza annuale.

Tale elenco, da non ritenersi vincolante né esaustivo, è presentato con lo scopo di affiancare e ampliare lo spettro di azione del citato art. 10 delle NdA del Piano delle Regole.
I proponenti/progettisti dovranno, nei loro elaborati di pianificazione e/o progettazione, dimostrare di aver preso in considerazione e applicato, ove tecnicamente possibile, le buone pratiche di seguito indicate, distinte per tematismi all’interno dei quali vengono raggruppate per obiettivi tematici di sostenibilità.

Trasformazioni territoriali e urbanistiche

[ CDM-1544112371-3 ]

  • Ottimizzare le scelte urbanistiche rispetto alle reti ecologiche polivalenti in cui si inseriscono:
    • perseguire il reinserimento di insediamenti civili e produttivi realizzando sia unità ambientali “para-naturali” interne all’intervento urbanistico/edilizio in grado di mitigare gli effetti prodotti, sia “fasce tampone” esterne;
    • costruire micromosaici ecosistemici sulla base del layout degli interventi puntuali (es. con superfici impermeabilizzate di piazzali sostituite da pavimentazione porosa o a verde permeabile, fasce arboreo arbustive perimetrali a fini polivalenti, unità ecosistemiche acquatiche che svolgano anche attività di laminazione e pretrattamento delle acque, dotazione di verde pensile con funzione microclimatica e di ritenzione delle acque meteoriche);
    • realizzare barriere ecologiche polivalenti (es. per il contenimento dell’inquinamento acustico, da polveri e per miglioramento del microclima urbano).
  • Mitigare l’impatto derivato da progetti infrastrutture stradali e di trasporto pubblico previste all’interno degli interventi urbanistici/edilizi:
    • evitare o limitare la frammentazione territoriale generata da nuove infrastrutture lineari (interconnessione tra progettazione e opere di deframmentazione come cavalcavia/ponti polivalenti, ecodotti, ecc.);
    • realizzare fasce di valenza ecologica a lato delle infrastrutture trasportistiche lineari esistenti e previste (mix di elementi arboreo/arbustivi/prativi, ecc. a funzione di tampone tra le zone a differente uso del suolo);
    • considerare la possibilità di imporre limiti di velocità nelle strade residenziali applicando un particolare design stradale (sagomatura).
  • Adottare scelte pianificatorie e progettuali che favoriscano il sistema delle relazioni sociali e garantiscano servizi adeguati alle destinazioni d’uso future:
    • nei progetti di riqualificazione urbanistica prevedere percorsi pedonali e piste ciclabili che colleghino facilmente zone residenziali, servizi e aree a verde.
  • Adottare scelte progettuali volte alla sostenibilità complessiva degli edifici:
    • considerare la possibilità di aderire a protocolli di certificazione per gli edifici o i quartieri (Certificazione LEED – GBC Home®, GBC Quartieri® si veda più sotto).

Governo dei suoli

[ CDM-1544112371-4 ]

  • Ottenere risparmi e recuperi di suolo attraverso le scelte urbanistiche:
    • riutilizzare e rivitalizzare le aree edificate dismesse, contaminate o sotto-utilizzate (es. recupero polivalente delle aree di cava e delle aree bonificate), riducendo così la pressione dell’espansione sulle zone agricole e nelle zone di periferia, minimizzando il consumo di suolo fertile e di suolo permeabile.
  • Mantenere e ripristinare le funzionalità del suolo non edificato:
    • prevedere, ove possibile, quote significative di aree libere con vegetazione legnosa;
    • prevedere, ove possibile, quote di aree libere con coltivazioni;
    • promuovere la conduzione di orti urbani ed extraurbani con finalità polivalenti (es. aree che consentono attività di produzione alimentare in città, aree con funzione ecosistemica di connessione tra città e campagna in grado di assorbire le pressioni reciproche tra i due sistemi, aree che fungono da presupposto per occasioni di biodiversità);
    • prevedere interventi di preverdissement per le nuove trasformazioni (obbligo di iniziare le piantumazioni della vegetazione di progetto prima della realizzazione degli edifici o in maniera contestuale).

Acque

[ CDM-1544112371-5 ]

  • Intendere l'acqua come elemento intrinseco della qualità degli spazi urbani, da valorizzare, risparmiare razionalizzandone gli usi:
    • definire o ridefinire un ruolo funzionale dei corpi idrici nei nuovi interventi urbani;
    • enfatizzare il ruolo dei corpi idrici naturali o artificiali nella crescita dell'identità del luogo e nella localizzazione di nuove funzioni;
    • valorizzare i corpi idrici e le loro pertinenze in quanto elementi strutturali del paesaggio e incentivare le attività ricreative.
  • Minimizzare i consumi idrici nel settore civile: 
    • prevedere adeguate misure di risparmio idrico in fase di progettazione e realizzazione degli interventi edilizi (es. sistemi antiperdita, cassette WC a doppio tasto, rubinetti con frangigetto/riduttori, riutilizzo acque grigie da lavandini, docce e vasche, ecc.);
    • perseguire il riuso delle acque di seconda pioggia per usi non potabili o per l’infiltrazione nel suolo/strati superficiali del sottosuolo come alternativa allo scarico in corso idrico superficiale o in fognatura.
  • Garantire che le portate in uscita dai siti di intervento non determinino criticità di ordine idraulico a carico dei recettori:
    • prevedere tecniche costruttive per la gestione delle acque meteoriche in ambito urbano attraverso opere di laminazione superficiali (vasche o canali) o sotterranee (vasche, maxipipes, serbatoi interrati), opere di infiltrazione (attraverso pozzi perdenti, trincee drenanti, ecc.) o altre opere di invarianza idraulica/idrologica come tetti e pareti verdi;
    • utilizzare materiali porosi per la pavimentazione delle aree pedonali, marciapiedi o parcheggi (conglomerati o calcestruzzi permeabili per pavimentazioni continue o elementi modulari aperti per pavimentazioni discontinue) nei limiti di cui al D.Lgs 152/99 [188.1.6.1];
    • promuovere e facilitare la differenziazione nei sistemi di adduzione/distribuzione e di scarico delle acque, separando le reti (acque per uso potabile e non potabile, acque grigie e nere di scarico).
  • Ove possibile, ripristinare e tutelare gli elementi del reticolo idrico (rogge, canali, fontanili) migliorandone la funzionalità ecosistemica:
    • mantenere il deflusso minimo vitale sui corsi d’acqua;
    • rinaturalizzare i corsi d'acqua e restituire alla luce quelli tombinati;
    • evitare o riconvertire le canalizzazioni e le rettificazioni dei corsi d’acqua, attuando eventuali necessarie ricalibrazioni di alveo contemperando obiettivi idraulico-ecologici;
    • evitare l’interruzione ecologica dei corsi d’acqua da parte di opere idrauliche trasversali;
    • considerare il ruolo delle fasce ripariali e golenali sia dal punto di vista della difesa idraulica, sia della fitodepurazione e del consolidamento spondale attraverso tecniche di ingegneria naturalistica; incentivare l’utilizzo di vegetazione riparia e di canneti per assorbire le sostanze inquinanti e regolare lo scorrimento delle acque.

Ecosistemi e biodiversità

[ CDM-1544112371-6 ]

  • Riequilibrare le criticità degli ecomosaici, consolidando al contempo le reti ecologiche nell’ambito circostante:
    • realizzare connessioni ecologiche e passaggi naturali tra le aree urbane e i dintorni rurali, nonché all’interno della città stessa (mantenimento di fasce e varchi di connettività ecologica negli ecomosaici terresti antropizzati);
    • ricostruire linee di connettività ecologica sia attraverso la costruzione o di corridoi continui che di “stepping stones”;
    • prevedere la messa a dimora di nuovi alberi considerando spazio sufficiente per la loro crescita e per lo sviluppo delle radici;
    • nel caso di interventi ai margini del tessuto urbano, elaborare una rete di spazi verdi che consenta di collegare le aree urbane alla campagna circostante;
    • identificare e utilizzare tutti gli elementi naturali del territorio che possono contribuire a creare un ambiente attraente e vario ove vivere, inglobando o reintegrando ognuno di questi elementi all’interno dello schema di piano o nel design urbano.
  • Migliorare la biodiversità sui siti coinvolti e sulle vie d’acqua esistenti e di nuova formazione:
    • proteggere le aree ad elevato valore naturale ed ecologico dallo sviluppo urbano e dalle sue conseguenze dirette e indirette;
    • mantenere la topografia del terreno, l’idrografia, gli alberi e la vegetazione, tutti elementi che influenzano la biodiversità e il microclima;
    • differenziare gli spazi verdi nelle varie aree urbane in base all’utilizzo da parte della popolazione;
    • privilegiare specie vegetali autoctone (si veda quanto descritto più sotto);
    • ricostruire unità boschive in spazi urbani, periurbani o extraurbani artificializzati.
  • Promuovere attività ricreative legate alla natura, migliorare l’efficacia delle proposte di educazione ambientale e diffondere la conoscenza delle aree protette:
    • differenziare il livello di accessibilità all’interno delle aree naturali concentrando i percorsi e le zone ricreative;
    • pianificare percorsi che dalla città conducano verso la campagna per consentire alla popolazione di raggiungere con facilità gli spazi rurali e naturali.
  • Prevedere piani di manutenzione sistematica sia per le piste ciclabili che per i parchi previsti, onde evitare il proliferare di piante infestanti che potrebbero causare ricadute sulla salute della popolazione o fenomeni di uso improprio delle aree verdi (occupazioni abusive, discariche, ecc.). [112]

Paesaggio e sistemi rurali

[ CDM-1544112371-7 ]

  • Preservare gli elementi di maggior pregio che definiscono l’identità del paesaggio di contesto, con particolare attenzione ad acque, elementi naturali e sistema agrario:
    • attuare interventi di rinaturazione tra città e campagna, ma anche all’interno dello spazio urbano con fini di ricucitura paesaggistica;
    • promuovere progetti pilota per un corretto inserimento ambientale e paesaggistico dei nuovi interventi.
  • Tutelare la componente rurale del territorio minimizzando e riequilibrando la perdita di aree agricole:
    • contribuire al rilancio dell’agricoltura periurbana, favorendone la multifunzionalità (ruolo ricreativo, fruitivo, paesistico, produzione agricola, ecc.) e il ruolo di servizio alla città; l’intervento ideale è quello che coniuga la ricostruzione di habitat per la biodiversità, la sostenibilità economica dell’attività produttiva, l’offerta di servizi ecosistemici al territorio;
    • ridurre o eliminare le cause di impoverimento e degrado ambientale legate all’agricoltura (es. monocoltura, abbandono e uso improprio di aree agricole, ecc.);
    • incrementare la dotazione di siepi e filari nelle aree coltivate; ove si utilizzino elementi arboreo arbustivi lineari andranno progettate porzioni di larghezza sufficiente per lo sviluppo di microhabitat non solo di margine, ma anche boschivo (tipicamente almeno 25 m);
    • promuovere interventi di agricoltura biologica con fasce polivalenti di protezione (fasce para naturali di protezione), in modo da creare micromosaici ecosistemici che siano essi stessi rilevanti per la biodiversità e con un ruolo elevato nell’ottica della creazione di reti ecologiche.

Energia ed emissioni climalteranti

[ CDM-1544112371-8 ]

  • Implementare e promuovere tecnologie per la riduzione dei consumi energetici:
    • progettare i nuovi edifici orientandoli in modo da consentire una buona illuminazione e un buon soleggiamento naturale;
    • ridurre la dimensione delle facciate esposte ai venti freddi;
    • progettare corti interne sufficientemente ampie da consentire buona illuminazione e insolazione naturale a tutte le unità abitative; prevedere pozzi di luce naturale all’interno degli edifici;
    • promuovere l’installazione di sensori luminosi (soprattutto negli spazi pubblici) che accendono e spengono la luce al momento opportuno;
    • nella progettazione di nuovi edifici prevedere sistemi di ventilazione meccanica controllata.
  • Implementare e promuovere tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili:
    • considerare la possibilità di installare sistemi locali di teleriscaldamento;
    • considerare l’installazione di impianti di cogenerazione per insediamenti ad alta densità;
    • nelle nuove progettazioni massimizzare l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (es. fotovoltaico, solare termico, utilizzo acqua di prima falda come scambiatore termico);
    • promuovere sistemi di produzione di energia solare nel design degli edifici adottando soluzioni di edilizia solare passiva e integrandole con quelle attive.
  • Attivare politiche e strumenti per il miglioramento del microclima urbano e della salute umana:
    • adottare tecnologie e materiali a basso assorbimento di energia termica per evitare l’accumulo di calore diurno ed il rilascio durante le ore notturne (in particolare nella stagione estiva);
    • nella progettazione degli spazi pubblici coniugare gli elementi di arredo urbano con una significativa dotazione di superfici a verde, anche in termini di presenze arboree;
    • nella selezione del patrimonio arboreo per la progettazione di aree verdi utilizzare, tra le specie autoctone, quelle caratterizzate da un elevato indice di riflessione dell’infrarosso vicino (tipicamente latifoglie);
    • localizzare le funzioni sensibili sopravento rispetto a potenziali fonti inquinanti.

Rumore

[ CDM-1544112371-9 ]

  • Prevedere destinazioni d’uso compatibili con la classificazione acustica delle aree, valutando le eventuali modifiche del clima acustico indotte dalle trasformazioni urbanistiche avvenute:
    • distanziare gli edifici dalle strade di grande traffico a seconda delle loro funzioni (prima le attività commerciali, quindi quelle direzionali e infine gli alloggi);
    • organizzare gli edifici esponendo al fronte critico strutture meno sensibili o organizzando gli spazi interni ponendo i locali più sensibili lontano dalla sorgente di rumore (isolamento acustico, edifici tampone, locali tampone);
    • pianificare in modo da mantenere gli edifici distanti dalle strade e prevedere cinture verdi di protezione;
    • promuovere l’utilizzo di materiali fonoassorbenti e di superfici lisce per pavimentare strade in zone residenziali, nonché vicino a scuole e ospedali;
    • applicare standard di contenimento acustico specifici per le diverse aree (residenziali, scolastiche, ospedaliere);
    • prevedere le grandi aree di parcheggio lungo le strade ad alto traffico evitando di localizzarle lungo le vie residenziali.

Rifiuti

[ CDM-1544112371-10 ]

  • Massimizzare il recupero dei rifiuti mediante reimpiego, riutilizzo dei materiali, riciclo, od ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie:
    • nella realizzazione delle nuove edificazioni e ristrutturazioni, promuovere l’utilizzo di materiali edili ecologici e naturali.
  • Ridurre la produzione e la nocività dei rifiuti:
    • promuovere l’utilizzo di materiali provenienti da fonti rinnovabili certificate.
  • Prevedere l’utilizzo di materiali riciclabili, riciclati, recuperati, e in generale a minor impatto ambientale:
    • privilegiare i materiali edili locali rispetto a quelli di importazione (legno, pietra, ecc.).

Rischi e sicurezza

[ CDM-1544112371-11 ]

  • Integrare la valutazione dei rischi e degli impatti nei processi di pianificazione urbanistica:
    • indipendentemente dalla classe di rischio idraulica evitare la pianificazione di aree residenziali e di funzioni ad elevato indice di affollamento nel letto dei fiumi o in aree soggette ad inondazioni;
    • evitare la pianificazione di aree residenziali, complessi commerciali e grandi servizi nei pressi di attività o strutture potenzialmente pericolose (industrie RIR, industrie chimiche, serbatoi di carburante, laboratori per fuochi d’artificio, depositi di sostanze esplosive, ecc.);
    • non pianificare aree residenziali e funzioni ad elevato indice di affollamento in prossimità di strade di grande scorrimento, linee ferroviarie, aeroporti, condutture o canali utilizzati per il trasporto di sostanze chimiche;
    • evitare tendenzialmente sottopassi e tunnel pedonali per l'attraversamento delle strade.
  • Massimizzare la sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione alla fase di cantiere e di allestimento:
    • individuare i rischi connessi con gli incidenti che si possono prevedere nelle attività antropiche adiacenti ai siti e nelle infrastrutture di trasporto, al fine di pianificare idonee misure di emergenza; coordinarsi con i responsabili delle altre attività e valutare i rischi che possono coinvolgere l’intera area (piani di emergenza interni ed esterni).

Qualità e strategia delle specie vegetali da prevedere nelle azioni di riequilibrio ecologico

[ CDM-1544112371-12 ]

  • Per nuovi impianti di vegetazione finalizzata al riequilibrio ecologico, in azioni compensative o di complemento al verde ornamentale di pertinenza, dovranno essere rispettati i seguenti criteri: 
    • privilegiare l’utilizzo di specie con provenienza certificata (ad es. dal Centro Flora Autoctona della Regione Lombardia), secondo quanto disciplinato dalla normativa vigente in materia (D.Lgs 386/03 e D.Lgs 214/05); si rimanda inoltre alla vigente L.R. 10/2008 “Disposizioni per la tutela e conservazione della piccola fauna, della flora e della vegetazione spontanea” ed alla DGR n. VIII/7736 del 24 luglio 2008 per quanto riguarda le specie autoctone di interesse regionale da proteggere e quelle alloctone da evitare;
    • utilizzare associazioni vegetali arboree e arbustive tipiche della pianura padana all’interno di ogni macchia boscata, così da incrementare la biodiversità coerentemente con la localizzazione dell’area nel territorio della pianura lombarda;
    • favorire la presenza di macchie arboreo-arbustive fitte e di una certa dimensione e l’individuazione, il mantenimento e il potenziamento di microcorridoi ecologici;
    • costruire un equipaggiamento vegetale che non privilegi unicamente gli elementi prativi e arborei, ma che preveda anche una generale presenza di arbusti così da ricreare ecosistemi paranaturali quasi completi;
    • conseguire una presenza arboreo-arbustiva consistente, adeguata alle dimensioni delle aree a verde, per cercare di ricreare un microclima locale;
    • provvedere ad una manutenzione e gestione delle siepi e dei filari che mantenga l’aspetto e la funzione naturale.

Certificazione LEED – GBC Home® e GBC Quartieri®

[ CDM-1544112371-13 ]

LEED è un sistema volontario, nato grazie a U.S. Green Building Council, e basato sul consenso, per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili e aree territoriali ad alte prestazioni e che si sta sviluppando sempre più a livello internazionale; può essere utilizzato su ogni tipologia di edificio e promuove un sistema di progettazione integrata che riguarda l’intero edificio.
LEED è inoltre un sistema flessibile e articolato che prevede formulazioni differenziate per le nuove costruzioni, edifici esistenti, piccole abitazioni, per aree urbane pur mantenendo una impostazione di fondo coerente tra i vari ambiti. La certificazione LEED è riconosciuta a livello internazionale.
Lavorando sull’intero processo, dalla progettazione fino alla costruzione vera e propria, LEED richiede un approccio olistico pena il non raggiungimento degli obiettivi preposti. I vantaggi competitivi per coloro che adottano gli standard LEED, siano essi professionisti o imprese, sono identificabili soprattutto nella grande qualità finale del manufatto, nel notevole risparmio di costi di gestione che questi edifici permettono di ottenere se comparati con edifici tradizionali e nella certificazione da parte di un ente terzo.

[ CDM-1544112371-14 ]

[ CDM-1544112371-15 ]

GBC Home® è formulato per gli edifici residenziali di piccole e grandi dimensioni, dagli edifici monofamiliari ai condomini fino ai 10 piani, che possono includere anche una piccola parte destinata a funzioni non residenziali, come uffici, attività commerciali, ecc. Questo protocollo si può applicare anche agli agriturismi e agli edifici ricettivi fino a 50 posti letto. 
GBC HOME è stato sviluppato specificamente considerando le caratteristiche abitative e le diversità nel modello costruttivo proprie della realtà italiana, prendendo spunto dal protocollo LEED. Questo sistema di rating promuove la salubrità, la durabilità, l'economicità e le migliori pratiche ambientali nella progettazione e nella costruzione degli edifici.

[ CDM-1544112371-16 ]

[ CDM-1544112371-17 ]

GBC Quartieri® è il protocollo di certificazione sviluppato da GBC Italia per i progetti di aree oggetto di riqualificazione o di nuove espansioni, che promuovono tra gli obiettivi primari le prestazioni di sostenibilità ambientale del territorio, delle infrastrutture, delle dotazioni e degli edifici sostenibili.
GBC Quartieri riconosce il valore degli interventi che promuovono un approccio integrato alla qualità della vita, alla salute pubblica e al rispetto per l’ambiente.
Il protocollo è uno strumento di misura ed individua una struttura di indicatori prestazionali componibili tra loro, ed esprime in sé concetti e buone pratiche utili per il supporto alla pianificazione sostenibile, per uno sviluppo e una riqualificazione territoriale rispettosa dei caratteri ambientali e promotrice di indici migliorativi per la qualità della vita e la salute.
GBC Quartieri non nasce come uno strumento di pianificazione urbanistica, ma può costituire un utile strumento per le municipalità che dovessero adottarlo per la promozione, l’incentivazione e la riqualificazione sostenibile del territorio urbano, o per la stesura di linee guida di sviluppo.
GBC Quartieri si applica sia a interventi di nuova costruzione che di riqualificazione urbana, senza andare ad imporre un ambito prescrittivo né sulla specifica destinazione d’uso, né sulle dimensioni dell’area che s’intende certificare.  
Infatti, proprio grazie ad una matrice di relazioni che si origina fra i vari prerequisiti e crediti del protocollo, il sistema riesce a creare un insieme di connessioni compiuto e misurabile che permette di non dover imporre una dimensione minima, né massima. Si ritiene che, affinché si possa applicare GBC Quartieri:

  • la dimensione minima ragionevole del progetto sia di almeno due edifici;
  • la dimensione massima del progetto sia tale da potersi governare in un unico processo. In caso contrario o anche per superfici molto grandi (superiori ai 130 ha) si suggerisce di suddividere il progetto in due o più parti in modo da rendere più fluido e controllabile l’iter di certificazione del progetto stesso;
  • l’area da certificare sia dotata di, o inserita in, un contesto multifunzionale.

[ CDM-1544112371-18 ]