[ CDM-1544086908-1 ]

A livello di Città metropolitana, si ricorda l’adesione, avvenuta l’8 giugno 2017, di Milano alla Carta di Bologna per l’Ambiente “Le Città metropolitane per lo sviluppo sostenibile”. In tale documento le amministrazioni si impegnano a perseguire i principi e gli obiettivi generali della Carta integrandoli nelle visioni strategiche e negli Statuti delle proprie città e adattandoli al contesto locale. In particolare, si impegnano a:

  • avviare in ciascuna città il percorso di costruzione di un'agenda metropolitana per lo sviluppo sostenibile nell’ambito della funzione di pianificazione strategica attribuita alle Città metropolitane;
  • coordinare le iniziative utili a sostenere le azioni dei Comuni della Città metropolitana verso gli obiettivi di riferimento, indicando le condizioni e le politiche nazionali e regionali che sono necessarie per raggiungerli;
  • promuovere l’educazione allo sviluppo sostenibile delle nuove generazioni in base alla Carta di Roma elaborata dalla Conferenza nazionale sull’educazione ambientale del 22 novembre 2016 fatta propria dai Ministri dell’Ambiente e dell’Istruzione;
  • favorire il coinvolgimento dei cittadini e delle organizzazioni della società civile anche attraverso la condivisione degli obiettivi con le associazioni economiche, ambientaliste e del Terzo settore di ciascuna delle città aderenti;
  • sviluppare la massima cooperazione con le Regioni ed il Governo per il raggiungimento degli scopi della Carta rendicontando i progressi dei territori nel raggiungimento degli obiettivi e adottando una Intesa in sede di Conferenza unificata Stato, Regioni ed autonomie locali per l’individuazione degli adempimenti e delle azioni di competenza di ciascun livello istituzionale;
  • osservare l’andamento dei principali indicatori ambientali rispetto agli obiettivi, con un gruppo di lavoro dedicato presso il tavolo delle Città metropolitane presente in Anci, per suggerire alle città e alle Regioni le azioni necessarie per raggiungerli e per interloquire stabilmente con il Governo, anche attraverso incontri periodici con un Coordinamento che si propone venga costituito da parte dei principali Ministeri interessati (Ambiente, Infrastrutture, Economia e finanze, Sviluppo economico, Agricoltura) circa le politiche da adottare per il loro conseguimento. In questa sede saranno anche individuate le risorse finanziarie necessarie che dovranno far parte degli stanziamenti per lo sviluppo sostenibile contenuti nelle leggi annuali di bilancio.

[ CDM-1544086908-2 ]

Con riferimento ai diversi tematismi ambientali e in coerenza con gli obiettivi internazionali, la Carta di Bologna individua i seguenti obiettivi specifici per le Città Metropolitane e le aree urbane:

  1. Uso sostenibile del suolo e soluzioni basate sui processi naturali
    • Ridurre del 20% il proprio consumo netto di suolo al 2020;
    • Centrare le politiche urbanistiche sulla rigenerazione urbana. Interrompere i processi di dispersione insediativa al fine di aumentare la qualità urbana e preservare quella ambientale. Prevedere sviluppo urbanistico solo in presenza di trasporto pubblico sostenibile e dei principali servizi al cittadino sia pubblici che privati;
    • Promuovere una pianificazione del territorio ed una gestione ambientale integrate per aumentare la coerenza delle politiche incoraggiando la partecipazione dei cittadini. Prevedere la definizione di prospettive strategiche di lungo termine coinvolgendo livelli e ambiti amministrativi diversi al fine di creare aree urbane di alta qualità. 
  2. Economia circolare
    • Raggiungere gli obiettivi europei più ambiziosi (riciclo 70%, discarica max 5% dei rifiuti) al 2030 riducendo la produzione dei rifiuti al di sotto della media europea e portando la raccolta differenziata ad almeno il 70% nel 2025 e l’80% nel 2030 (47,5% nel 2015 a livello nazionale).
  3. Adattamento ai cambiamenti climatici e riduzione del rischio 
    • Redigere Piani locali di adattamento ai cambiamenti climatici (Nuovo Patto dei Sindaci per il Clima e l’energia 2015) e di prevenzione dei rischi di disastri integrati tra di loro e con gli altri strumenti di pianificazione per poter essere operativi entro il 2020 e avviare le azioni utili per raggiungere gli obiettivi;
    • Riconoscere le infrastrutture verdi come elementi indispensabili per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, per l’aumento della resilienza dei territori e per la valorizzazione dei servizi ecosistemici (servizi di fornitura o approvvigionamento, di regolazione, culturali, di supporto secondo la definizione del Millennium ecosystem assessment). 
  4. Transizione energetica
    • Anticipare al 2025 gli obiettivi europei al 2030 anche attraverso i Piani di azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc) del Nuovo Patto dei Sindaci. 
  5. Qualità dell’aria
    • Rispetto dei limiti per il PM10, superando le procedure di infrazione UE verso l’Italia, e rispetto del limite stabilito dall’OMS per il particolato sottile di 10 μg/mc, più restrittivo di quello europeo, entro il 2025. 
  6. Qualità delle acque
    • Ridurre entro la soglia fisiologica del 10–20% le perdite delle reti di distribuzione idrica entro il 2030 (2/3 terzi in meno rispetto ad oggi) e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici portandoli allo stato di buono per tutte le acque entro il 2025. 
  7. Ecosistemi, verde urbano e tutela della biodiversità 
    • Raggiungere i 45 mq di superficie media di verde urbano per abitante entro il 2030, il 50% in più rispetto al 2014, portandola alla dotazione attualmente più elevata;
    • Qualificare le domande di espansione insediativa e di nuova infrastrutturazione attraverso il controllo della forma urbana e della distribuzione territoriale riconoscendo l’irriproducibilità della risorsa suolo, soprattutto quello fertile, assicurando il mantenimento della biodiversità e prevedendo la realizzazione delle infrastrutture verdi;
    • Ridurre il consumo di suolo anche attraverso l'attuazione delle reti ecologiche per creare sistemi connessi che comprendano aree protette del sistema verde della Rete Natura 2000, boschi e foreste, aste fluviali con annesse fasce boscate e le piccole aree lacustri e umide (stepping stones) per la sosta e il ripopolamento dell’avifauna;
    • Promuovere un utilizzo razionale delle risorse naturali sostenendo la gestione e la valorizzazione paesaggistica quali occasioni per rafforzare e promuovere la nascita di filiere produttive, per accrescere la sicurezza idrogeologica, per promuovere la green economy, per fornire servizi per il tempo libero e per aumentare il benessere e la qualità della vita dei cittadini. 
  8. Mobilità sostenibile
    • Raggiungere almeno il 50% del riparto modale tra auto e moto e le altre forme di mobilità entro il 2020 e approvazione a questo fine dei Piani metropolitani per la mobilità sostenibile.

[ CDM-1544086908-3 ]

Di seguito si riportano invece i principali impegni sottoscritti a livello comunale in tema di sostenibilità ambientale:

  • il Comune di Milano ha approvato con deliberazione di Giunta Comunale n. 85 del 20 gennaio 2009, successivamente ratificata con deliberazione di Consiglio Comunale n. 25 del 9 luglio 2012, la formale adesione al Patto dei Sindaci, impegnandosi a promuovere le azioni richieste dall’Unione Europea, fra cui l’elaborazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (di seguito PAES) con l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 al 2020 del 20%; 
  • il 12 agosto 2015 il Comune di Milano ha aderito al Compact of Mayors. Tale adesione comporta per l’amministrazione, entro tre anni dall'adesione, l'identificazione di un obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra e la predisposizione di un piano che definisca le misure di mitigazione necessarie al raggiungimento del suddetto obiettivo e delinei una strategia per l’adattamento climatico.
  • ha aderito al programma “Deadline 2020” e sottoscritto gli impegni per raggiungere gli obiettivi di città “GHG Neutral and resilient City" al 2050, promossi da C40 nel novembre 2017 al fine di allineare gli sforzi delle città agli obiettivi del Paris Agreement sul Clima del 2015 (ovvero mantenere l’incremento della temperatura del pianeta sotto a 1,5°C); tale iniziativa prevede una azione di mitigazione accelerata e più incisiva, nonchè una strategia di contrasto ai cambiamenti climatici, attraverso l’adozione di un Piano Azione Clima con orizzonte al 2050, e con target intermedio al 2030, che «unifichi e rafforzi” i piani precedenti per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e per l’adattamento e la resilienza ai cambiamenti climatici;
  • con l’adozione del PAES in Consiglio Comunale, il Comune intende inoltre aderire al nuovo Patto dei Sindaci per il Clima e l'Energia (Covenant of Mayors for Climate and Energy), in coerenza con l’adesione al Compact of Mayors) che estende e amplia gli obiettivi del preesistente Patto dei Sindaci, stabilendo così un nuovo obiettivo di riduzione del 40% delle emissioni di gas serra nel 2030 e la definizione di una propria strategia di adattamento ai cambiamenti climatici;
  • infine, con l’approvazione definitiva del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS), l’Amministrazione Comunale intende inoltre perseguire, con una visione di lungo periodo e azioni integrate sul sistema di mobilità complessivo della città obiettivi relativi a mobilità sostenibile, equità, sicurezza e inclusione sociale, qualità ambientale e innovazione ed efficienza economica, stabiliti e quantificati all’interno del Piano.

[ CDM-1544086908-4 ]

Alla luce di quanto esposto, in questo paragrafo si fornisce una prima proposta di definizione del quadro degli obiettivi di sostenibilità ambientale di riferimento per l’aggiornamento del PGT.

Tali obiettivi derivano da una disanima delle politiche comunitarie, nazionali e regionali, in modo da fornire degli indirizzi di riferimento per rafforzare il principio di sostenibilità cui si ispira il Piano stesso.

[ CDM-1544086908-5 ]

Di seguito si riporta la tabella 4.3 che individua per ciascuna componente ambientale d’interesse gli obiettivi di sostenibilità generali e, laddove esistenti, i target di riferimento, desunti dalla normativa vigente a scala europea, nazionale e regionale, oppure da altri documenti e politiche di riferimento, quali comunicazioni, Libri bianchi e verdi della Commissione Europea e impegni volontari. Si considerano in particolare i target di riferimento con un orizzonte temporale al 2025 e al 2030, in coerenza con gli scenari di sviluppo del Piano.