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I tessuti dei PRG recenti

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I progetti di impianto urbano, evidenziati sulle tavole in allegato, sono il frutto di tutte le evoluzioni precedentemente descritte; essi compaiono in aderenza l’uno con l’altro, anche se appartenenti a Piani Regolatori e progetti diversi. 

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La trasformazione centrale più evidente, all’interno del nucleo più antico, si legge nella piazza del Duomo, con il sistema della Galleria, via Mazzini e di piazza della Scala, disegnate nell’Ottocento come nuovo fulcro monumentale della città. Successivamente, nel settore più a sud di essa, si innesta il sistema di piazza Diaz, e, ad ovest, il sistema Cordusio-via Dante-Foro Buonaparte. Viene così a disegnarsi un nuovo e organico sistema di piazze e visuali determinate dall’evidenziazione formale dei principali monumenti cittadini, quali appunto il Duomo e il Castello.
Questi nuovi impianti, si sovrappongono all’orientamento della maglia viaria che per secoli aveva caratterizzato il centro della città, imponendone di nuovi, venendo a creare, in corrispondenza degli accostamenti, originalità geometriche. Il quadro degli impianti urbani si arricchisce, dagli anni ’30 in poi, dell’asse di corso Matteotti-piazza San Babila e del sistema di corso Europa-via Larga, ossia della cosiddetta “Racchetta”.
Le trasformazioni si impongono sul Tessuto storico, sedimentato e ampliato lentamente nel corso dei secoli.

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L’impianto immediatamente adiacente al nucleo storico è perfettamente circoscritto dalla nuova circonvallazione berutiana, formata dai grandi viali alberati, che cinge in cerchio tutta la nuova porzione pianificata di città. Attraverso di essa vengono confermate le radiali storiche che segnavano il paesaggio, un tempo agrario, in uscita dalle porte cittadine. Facendo perno su di essi vengono impostati i nuovi progetti di impianto urbano, formalmente composti da un disegno geometrico. Ognuno di essi è diverso dall’altro perché si inseriscono sulle radiali storiche e quindi ne subiscono i diversi orientamenti. Soprattutto la parte Est di questi ampliamenti hanno connotazione seriale e unitaria. Il sistema Benedetto Marcello-Morgagni, si innesta sull’asse di Corso Buenos Aires, in uscita da Corso Venezia; il Concordia - Indipendenza su Corso Monforte; il XXII Marzo su Corso di Porta Vittoria; la croce di Piazzale Libia e il tridente di piazza Trento sono accostati sul corso Lodi, in uscita dalla Porta Romana. La parte ovest, invece, è caratterizzata da impianti urbani a scala più grande che si innestano ai tracciati storici in maniera più libera. Il sistema dell’asse sulla vecchia fiera, piazza Piemonte e il tridente Washington-Sardegna-Elba ne sono il segno più evidente; da nord, piazza Firenze, a sud, piazza Napoli, esso caratterizza tutto il Tessuto lambendo solo marginalmente le preesistenze. 

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Il quartiere nord, caratterizzato dalla grossa mole della Stazione Centrale, successiva al Piano Beruto, è caratterizzato anche dall’impianto del sistema Zara-Lagosta che ne incide il panorama urbano. Ma la trama è a tutt’oggi slabbrata per la presenza ingombrante dei manufatti ferroviari sia del vecchio tracciato, come il vuoto delle Varesine e dello scalo Farini, sia di quello nuovo. La zona Sud, invece, già scarsamente urbanizzata, è fortemente caratterizzata dalla presenza dei due navigli e del tessuto ad esso adiacente.

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Tutti gli Impianti Urbani descritti sono generatori di una fitta trama viaria che serve da Tessuto connettore degli episodi a grande scala rispetto a quelli preesistenti. 

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L’intero cerchio dei viali di circonvallazione è segnato da grandi piazze che a scansione periodica ne segnano il percorso.
Immediatamente fuori da questa cerchia, il Piano Pavia-Masera amplia ulteriormente la maglia viaria; gli episodi di Impianto Urbano più rilevanti sono presenti soprattutto ad Est con la presenza della duplicazione del sistema dei viali e quella della Città degli Studi, del viale Argonne e del sistema di piazzale Martini. La maglia viaria di riconnessione è formulata con le medesime caratteristiche del Tessuto berutiano.

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Ad Ovest i progetti a grande scala sono solo marginalmente ripetuti e non riuscendo ad essere in grado di generare un brano di città ugualmente omogeneo. Inoltre la presenza del sistema degli impianti sportivi che connotano la zona con grandi vuoti.
La maglia viaria così generata, soprattutto nelle intenzioni iniziali, è caratterizzata dall’indifferenza funzionale. Al tessuto più denso e a destinazione residenziale si accostano episodi del sistema dei servizi che si innestano senza sconvolgerlo.

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Il tema della residenza è sottolineato anche dalla stagione di edilizia destinata ai ceti operai, allora in forte crescita conseguentemente alla nascente industrializzazione, e a quelli borghesi. I primi sono anche sostenuti dai primi progetti di Impianto Urbano Unitario che unisce la sperimentazione tipologica a quella morfologica determinata dalla maglia dei Piani. I Quartieri in cui viene riproposta la tipologia della casa con cortile, di chiara derivazione dalla casa nobiliare, vengono calati nel Tessuto della città compatta, comportandosi come organismi a sé stanti, a volte anche autosufficienti, ma in perfetta mimesi morfologica con l’intorno. Si aggiunge un nuovo tipo di insediamento caratterizzato dalla forte componente del verde privato dei giardini e dalla serialità dell’edificato. Questi nuovi quartieri della città-giardino sono anch’essi calati nel Tessuto dei piani Regolatori, dei quali ne confermano il disegno della Maglia viaria nonché l’omogeneità edilizia. Se ne discostano invece per le altezze, più contenute rispetto all’intorno, e per la presenza, appunto, del verde di pertinenza. I pochi quartieri costruiti nel periodo razionalista, calati anch’essi nei Piani storici, non ne contravvengono mai le prerogative del disegno.

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Tutti i Progetti di Impianto che caratterizzano lo sviluppo dei Piani Regolatori descritti, sono fortemente connotati dalla presenza del Verde Urbano. Esso ne conferma il disegno; i viali, che rappresentano l’armatura urbana, sono sempre sottolineati dalla presenza di alte alberature, a fronde ampie, che inquadrano le prospettive determinate dai canali ottici desiderati; le piazze sono anch’esse caratterizzate da alberature sia ad alto fusto, per segnalare il disegno generale, partecipe dell’armatura portante, sia a basso fusto, scendendo di scala per poter usufruire come attrezzatura a giardino lo spazio pubblico. Alcuni viali, con caratterizzazione fortemente monumentale, come Benedetto Marcello, Morgagni, Indipendenza, Argonne, Lazio, Cirene, Sempione, Caterina da Forlì, rappresentano un’ibrido tra il viale urbano e il giardino attrezzato, proprio per la commistione degli elementi paesaggistici.