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Gli ambiti al 1930

Piano Beruto

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Le sempre più incalzanti esigenze dei costruttori, in seguito all’incremento demografico e delle attività economiche della città, portarono alla fine dell’Ottocento all’esigenza di un Piano Regolatore organico e risolutore progettato dall’ingegnere Beruto, che stabilisse regole e limiti ma anche potenzialità alle speculazioni fondiarie. Per il centro cittadino l’unico intervento di rilevante importanza è dato dal taglio della via Dante collegante il Castello con il Duomo e la definitiva trasformazione delle mura cinquecentesche in un boulevard di circonvallazione. Il resto del territorio comunale, che nel frattempo si era notevolmente ampliato con l’annessione del comune dei Corpi Santi nel 1873, è segnato da una ampia fascia urbanizzata intorno al vecchio centro, caratterizzata da isolati di media grandezza disegnati geometricamente secondo strade principali e secondarie ramificate a corona rinunciando a grandi spazi celebrativi e monumentali. Il tessuto risulta quindi omogeneo, almeno nelle intenzioni, portatore di quel decoro borghese che la città aveva come vocazione. Nonostante ciò il nuovo disegno si scontra e si adegua a quelle preesistenze dei tracciati storici che erano rimasti inalterati per secoli; quindi la nuova maglia, apparentemente noncurante dei luoghi dove si sarebbe andata a sovrapporre, in realtà fa proprie alcune direttrici che genereranno geometrie modificate rispetto all’insieme, quasi un’operazione di mimesi. Vengono anche identificati gli spazi a destinazione verde, soprattutto il parco Sempione, affidando la realizzazione delle nuove edificazioni a tipologie, sia borghesi sia operaie, caratterizzate dall’utilizzo di corti e uniformità delle cortine su strada e molto più raramente il villino. 

Piano Pavia Masera

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Il sempre più crescente incremento demografico registratosi in città, anche se completate le aree edificabili del piano berutiano solo parzialmente, portano all’esigenza di un nuovo piano redatto nel 1912 dagli ingegneri Pavia e Masera. I criteri di ampliamento della città vengono confermati con una impostazione equivalente a quello precedente, con una nuova rete di strade sempre a corona intorno ai precedenti anelli di espansione. Vengono riconfermati e ridisegnati gli elementi cardine dei singoli episodi urbani, come alcune piazze e alcuni viali, ma soprattutto viene ridisegnata la rete ferroviaria dell’intera città; dismessa quella precedente, che fornisce alla città nuove aree di espansione, si definisce un nuovo anello più esterno con nuovi scali e soprattutto con la creazione della nuova stazione centrale in posizione più arretrata rispetto alla vecchia. Tale sistema infrastrutturale, di notevole importanza, condizionerà fino ai giorni nostri lo sviluppo 
 

Piano Albertini

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Dopo l’annessione di 11 comuni limitrofi, avvenuta nel 1923, la popolazione milanese sale vertiginosamente; l’amministrazione comunale redarrà nel 1934 un nuovo piano regolatore per disegnare lo sviluppo dei nuovi brani di città aggregatosi. Il piano, a cura dell’ingegnere Albertini, consiste in un fitto reticolo viario, anch’esso a corona dei precedenti, che raggiunge i nuovi limiti comunali. In centro vengono operati alcuni sventramenti come il corso Matteotti o la piazza Diaz, accompagnati dall’espulsione della residenza, già registrata nei decenni precedenti e la relativa realizzazione di nuovi quartieri in zone periferiche. Si completa un sistema di grandi strutture pubbliche rappresentative della città come la città universitaria, il Tribunale, lo Stadio, l’aereoporto.

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Il reticolo dei Piani Regolatori Storici e recenti
(fonte: Descrizione dei caratteri morfologici del tessuto urbano milanese, a cura di I.Valente)