[ CDM-1539858083-1 ]

Il sistema delle aree urbane della città di Milano si estende ormai in forma di conurbazione continua fino a comprendere una pluralità di comuni della cintura periferica. Specie a nord, la continuità del paesaggio urbano fra la periferia di Milano (se si può ancora identificare e chiamare così) e i comuni di prima fascia, rappresenta una costante, dove prevale la percezione di un paesaggio urbano uniforme e debolmente differenziato, interrotto da fragili spazi aperti e da residui terreni saltuariamente coltivati e invasi dalle strutture delle reti tecnologiche, che diventa il carattere dominante dell’area metropolitana milanese, quanto meno lungo tutto l’arco settentrionale, ormai pervaso e assorbito dall’imponente sviluppo del sistema policentrico dell’area metropolitana lombarda.
A contorno della città più densa, quale configuratasi fino alla prima metà del novecento, si è strutturato un territorio in cui sono ben riconoscibili tutti i caratteri delle aree metropolitane mature, dove densità di insediamenti e relazioni non più solo centripete danno luogo a un sistema territoriale tanto debolmente gerarchizzato quanto densamente e uniformemente urbanizzato. L’area metropolitana milanese si presenta oggi con caratteri paesaggistici resi uniformi dal coinvolgimento nel processo di crescita urbana dei comuni di prima e seconda cintura, cui si sono aggiunte le nuove polarità formate dai nuovi interventi direzionali, commerciali e residenziali, portati all’esterno dall a città storica secondo logiche di governo dettate da mere opportunità localizzative, per lo più prodotte dalle infrastrutture viarie di mobilità che, a loro volta, hanno prodotto conurbazioni estese lungo direttrici stradali, senza più alcun riferimento con la presenza dei centri storici e dei nuclei originari.
Soltanto lungo l’arco meridionale della città, grazie soprattutto alla resistenza di un’economia agraria più strutturata e motivante ed a condizioni ambientali e di infrastrutturazione meno favorevoli, si conservano spazi agrari di discreta estensione, aperti verso la continuità del territorio agricolo che caratterizza ancora gli orizzonti della bassa pianura lombarda.

In questo contesto di prevalenza delle funzioni urbane e di omologazione e di progressiva cancellazione dei caratteri originari del territorio e degli insediamenti si segnalano, non senza qualche difficoltà di percezione, le componenti storiche dei centri urbani che ancora significano e comunicano i connotati identitari delle comunità locali.

Allo stesso modo, gli spazi aperti del territorio agricolo sono contrassegnati, oltre che dalla presenza dei nuclei rurali storici, da una fitta maglia di trame e di segni geografici (corsi d’acqua e rete irrigua, strade campestri, siepi e filari) che conservano e tramandano le forme di una organizzazione spaziale e funzionale del suolo ancora alla base dell’attuale conduzione agraria.

Questi ultimi due temi, l’uno riferito al paesaggio urbano e l’altro a quello rurale, rappresentano i capisaldi della lettura e dell’interpretazione dei “valori” di paesaggio rispetto ai quali vengono identificati e valutati i fattori di degrado e di sottrazione di qualità nonché le potenzialità di ricostruzione e formazione di nuovi valori.