[ CDM-1540908599-1 ]

Il primo piano regolatore di transizione, sia nella definizione normativa che nella previsione dello sviluppo, è quello del 1953. È il piano che introduce gli azzonamenti funzionali, secondo i criteri della prima legge urbanistica nazionale del 1942, che porta a completamento edilizio le aree non edificate dei piani precedenti, che traccia gli ultimi assi di sviluppo. È anche il piano regolatore del secondo dopoguerra che attua i provvedimenti speciali ricostruttivi su ambiti urbanizzati e di nuova costruzione. Nel suo sviluppo sono identificabili processi di trasformazione ed ampliamenti indirizzati a previsioni differenziate:

  • la saturazione edilizia delle aree libere del centro storico senza particolare riguardo agli aspetti di identità storico e culturale (è solo con il DM 1444/1968 che si introducono limiti di densità per le opere di risanamento conservativo e nuove costruzioni);
  • il completamento dei tessuti disegnati dai piani storici di ampliamento con alti indici volumetrici e funzioni complementari alla residenza; 
  • la previsione di nuove aree monofunzionali produttive e terziarie; 
  • la realizzazione di nuovi quartieri residenziali, prima con i piani particolareggiati di iniziativa pubblica e privata all’interno delle maglie dei tracciati del piani precedenti e successivamente con l’attuazione dei quartieri residenziali autosufficienti in zone periferiche (è del 1963 il primo piano per l’edilizia economica e popolare, revisionato nel 1969). 

La variante generale al PRG 1953 approvato nel 1980, impostata in generale sulla conferma dell’esistente ed in particolare sulla necessità di mantenere la struttura delle grandi attività produttive all’interno della città, è stata accompagnata, nella sua attuazione, da “progetti speciali” che ne hanno continuamente modificato le previsioni. Sul piano della definizione strutturale e formale dei nuovi interventi, l’attività di pianificazione ha dovuto spesso ripiegare su provvedimenti speciali (Piano Casa) e varianti di trasformazione di aree da rinnovare in funzione di progetti infrastrutturali e della delocalizzazione delle attività produttive (aree di trasformazione del Progetto Passante, aree trasformate con Leggi regionali Verga e Adamoli, ambiti di riqualificazione urbana dei PRU, trasformazioni con Documento di Inquadramento PII). Negli ambiti costruiti caratterizzati dal mixurbano gli obiettivi del PRG del 1980 e la struttura normativa del piano, che definivano regole più prescrittive che prestazionali attraverso la definizione di indici e di rapporti percentuali delle funzioni da insediare, sono stati spesso modificati. Inoltre, nel caso delle previste zone di recupero edilizio (ex B2), il rimando a strumenti di dettaglio e di verifica della dotazione di aree per servizi ha spesso comportato tempi lunghi e complessi per l’attuazione degli interventi. 

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    Il tessuto consolidato riferibile alle azioni pianificatorie dei piani regolatori recenti presenta i caratteri urbani complessi della stratificazione edilizia derivante dalle continue esigenze di trasformazione della città dal dopoguerra ad oggi, sinteticamente è descrivibile attraverso gli ambiti caratterizzati da assetti funzionali e strutturali-morfologici differenti tra di loro. 

    • Gli ambiti di frammistione funzionale e tipologica che caratterizzano le zone del nord-ovest e del nord vicine alle grandi infrastrutture viarie, quelli meno densamente edificati della zona est a ridosso della tangenziale est e le zone nell’arco a sud tra la stazione ferroviaria Romana ed i territori del Parco Agricolo Sud. 
    • L’urbanizzazione avvenuta sugli assi di sviluppo della città che hanno ricalcato le direttrici storiche verso l’esterno, mantenendo gli allineamenti dell’edificazione lungo i tracciati viari principali e saturando le aree interne alle radiali. 
    • I quartieri residenziali che nei loro impianti descrivono modalità insediative-morfologiche ed architettoniche appartenenti alla evoluzione delle differenti “politiche pubbliche dell’abitare” e del mercato immobiliare privato. 
    • Le aree di recupero, le cui procedure attuative sono state recentemente approvate dalla Amministrazione comunale che introducono elaborati di indicazioni morfologiche per le trasformazioni.
    • Le varianti avviate ed in completamento riferite ai grandi interventi di trasformazione della città che hanno coinvolto ambiti estesi di riconversione di aree produttive e di impianti di interesse generale.

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    Le zone di recupero del PRG '80