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Il disegno del sistema idrografico dei Navigli costituisce tuttora una chiave fondamentale nella lettura storico-morfologica della città di Milano e nell’analisi della componente paesistica.
Realizzato in epoche differenti e con modalità progettuali e costruttive relative allo specifico periodo storico, il sistema presenta caratteri omogenei, di forte valenza storico- testimoniale e costituisce cerniera tra paesaggio urbano e paesaggio agrario.
L’individuazione di tali ambiti si pone in continuità con gli obiettivi principali del PTRA Navigli approvato da Regione Lombardia il 16/11/2010:

  • tutela del paesaggio naturale e culturale;
  • valorizzazione turistica del patrimonio architettonico ed ambientale, per una fruizione sostenibile del territorio,
  • salvaguardia e valorizzazione della navigabilità e del primario uso irriguo.

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Il recupero dell’ambiente dei Navigli è per Milano oggi più che mai un tema correlato alla rivalutazione culturale dei luoghi e dei manufatti che documentano l’evoluzione della navigazione, del trasporto e dell’irrigazione in Lombardia. Numerosi sono gli scritti, l’iconografia ed i materiali fotografici che documentano la costruzione dei Navigli: il canale artificiale del Naviglio Grande, quello che da Castelletto raggiunge Bereguardo, le tratte del Naviglio di Paderno, il Martesana ed infine il Naviglio Pavese. Altrettanti documenti storici testimoniano la rete dei canali ed approdi a Milano: la cerchia dei Navigli, le conche per il superamento dei dislivelli, la darsena di Porta Ticinese, il tombone di San Marco, il laghetto di Santo Stefano. Alcune immagini proposte testimoniano le trasformazioni avvenute con le opere di ampliamento del centro storico e la copertura della cerchia dei navigli negli anni trenta. La struttura dei canali artificiali che permane in città, rappresentato dai tratti a cielo aperto dei Navigli Grande, Pavese e Martesana, concorre ad individuare ambiti di qualificata valenza paesaggistica, sia per i contesti che hanno mantenuto i caratteri urbani originati dalla presenza dei navigli stessi, sia per il legame di scala territoriale che ha segnato storicamente le relazioni di Milano con il sistema fluviale lombardo.

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Uno degli elementi fondanti del Piano, anche sotto il profilo della riqualificazione paesaggistica del territorio di Milano, è il progetto di valorizzazione dei Navigli milanesi, che ne prevede la riapertura graduale e per fasi successive, nell’ottica della riattivazione complessiva dei navigli e della loro navigabilità.
La realizzazione di una via d’acqua che connetta il naviglio della Martesana alla Darsena sarà possibile grazie alla riconnessione idraulica lungo il percorso storico della ex fossa interna e si procederà alla iniziale riapertura di cinque tratti a cielo aperto.
La reintegrazione dell’acqua darà un nuovo significato ai valori paesaggistici ed ambientali dei luoghi, facendo rivivere la vocazione di Milano come città d’acqua. L’obiettivo è quello di riscrivere il paesaggio dei Navigli, valorizzando le permanenze storiche e dotandolo di nuovi significati condivisi. Allo scopo l’Amministrazione Comunale ha da tempo avviato un percorso di partecipazione, volto a raccogliere la più ampia rosa di contributi.
Nell’ambito dello “Studio di fattibilità per la riapertura dei Navigli Milanesi nell’ambito della riattivazione del sistema complessivo dei Navigli e della sua navigabilità”1 sono stati sviluppati approfondimenti specifici per gli aspetti paesaggistici, finalizzati all’inserimento paesistico dei nuovi canali nel tessuto urbano milanese, tramite l’identificazione delle caratteristiche del paesaggio locale, degli elementi e luoghi di pregio, dei fenomeni di degrado2.
Partendo da una ricerca sul valore iconico e suggestivo dei luoghi che ha compreso lo studio di immagini come quadri e fotografie e le testimonianze scritte comparate allo stato attuale, si è focalizzata l’attenzione sullo studio degli elementi caratteristici dell’arredo urbano (attualmente presenti o ricavati da elementi documentali), quali ponti, sponde, fondo e parapetti, al fine di identificare gli elementi predominanti e le relazioni tra elementi e ambiti di utilizzo e costituire un abaco comprensivo di scelte materiche operative.
Per quanto riguarda un’altra componente fondamentale dal punto di vista paesaggistico quale quella degli aspetti vegetazionali e degli spazi verdi, è stato elaborato un catasto delle specie a dimora nelle alzaie, nei parchi e giardini della Cerchia dei Navigli e del Naviglio della Martesana, anche attraverso fonti iconografiche storiche. Anche per questo aspetto è stato definito un abaco delle specie vegetali e degli spazi verdi, comprendente anche le relazioni con l’arredo urbano, a supporto delle scelte progettuali.
Uno degli aspetti connotanti un’idrovia è quello del paesaggio mobile: la percorrenza lenta a piedi o in bicicletta è un fattore fondativo delle scelte paesaggistiche.
Parimenti l’obiettivo finale della riapertura complessiva del sistema dei Navigli e della sua navigabilità, disciplinata da regolamento regionale3, rende elemento imprescindibile della progettazione paesistica la percezione dall’acqua delle sponde e del paesaggio circostante. Navigando si ha una visione privilegiata della città, che si dispiega segnando un ritmo costituito da cortine degli edifici, spazi aperti, edifici isolati che si susseguono caratterizzando il percorso.
Lo studio, oltre ad analizzare questi elementi, ha permesso di individuare gli elementi di riferimento (landmarks) e quelli di dettaglio che rendono maggiormente piacevole l’esperienza visiva, in modo da fornire la definizione di punti focali e ritmo, che hanno costituito importante materiale di progetto.

1 Politecnico di Milano (DAStU), Metropolitana Milanese SPA e Comune di Milano
2 Ibidem, Arch. Alessandra Giannini, “Reinventare i Navigli”
3 Regolamento regionale 29 aprile 2015 n. 3 “Circolazione nautica sui Navigli lombardi e sulle idrovie collegate (Art. 51, l.r. 6/2012)”