Milano 2030 è una città metropolitana che fa spazio all'ambiente

[ CDM-1545213892-1 ]

Il Piano per Milano 2030 non genera nuove volumetrie rispetto al PGT 2012, ma tutela 1,7 milioni di m² dalla possibile urbanizzazione attraverso il ridimensionamento delle previsioni insediative e il vincolo a destinazione agricola di 3 milioni di m², riducendo così del 4% il consumo di suolo.

Milano vuole darsi un’impronta green, azzerando il consumo di suolo, valorizzando le proprie infrastrutture verdi e blu, aumentando la propria resilienza di fronte ai cambiamenti che impattano sull’ecosistema urbano. Il Piano per Milano 2030 non genera nuove volumetrie rispetto al PGT 2012, ma tutela 1,7 milioni di m² dalla possibile urbanizzazione attraverso il ridimensionamento delle previsioni insediative e il vincolo a destinazione agricola di 3 milioni di m² (metà delle quali sottratte a nuova edificazione), riducendo così del 4% il consumo di suolo. La sua impronta urbana si costruisce a partire dal “vuoto”, attraverso lo sviluppo di infrastrutture blu e verdi che hanno origine dai grandi sistemi ambientali metropolitani. Quella blu, che ritrova spazio lungo i corsi d’acqua, mediante l’attuazione dei parchi di interesse sovralocale del Lambro e della Martesana, torna ad attraversare la città grazie alla riapertura dei Navigli, progetto di ripristino del legame storico tra Milano e l’acqua. Quella verde, strutturata sulle aree agricole, sui “Raggi Verdi”, sulla rete ecologica, sulle aree del Parco Sud e sulle connessioni verdi verso il Parco Nord, i PLIS del nord Milano e attraverso il Parco Forlanini e le aree di confine con il Comune di Segrate, verso il PLIS Est delle Cave, che si costituirà come un vero e proprio Parco Metropolitano, anche grazie alle nuove misure che prevedono l’annessione di circa 1,5 milioni di m² di aree agricole oggi destinate a edificazione o comunque prive di vincolo. Da qui, l’obiettivo è costruire e rafforzare reti e relazioni ambientali che, mediante politiche di risparmio di suolo e di paziente ri-conquista di quello già sfruttato, si insinuano tra il costruito attraverso interventi puntuali di riconnessione di spazi pubblici e privati, di riforestazione, di “rigenerazione ambientale” di luoghi degradati e frammentati. La grande maglia delle infrastrutture verdi si attesterà all’interno della città sulla cintura dei binari ferroviari, “rotaie verdi” di giunzione tra i parchi periurbani e i 675.000 m² riconquistati all’interno degli scali ferroviari, parte di un sistema di venti nuovi parchi previsti in città, per una dimensione complessiva pari a circa 2 milioni di m²: Santa Giulia, Mind, Bisceglie, Cascina Merlata, Bovisa–Goccia, Piazza d’Armi, Mameli, San Siro, Rubattino, Basmetto, Porto di Mare, Bruzzano, ecc.

Milano 2030 è una città eco-sistema

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Milano assume – per la prima volta – la produzione di servizi eco-sistemici come forma di dotazione territoriale utile a ridurre le emissioni di gas serra e di carbonio e mitigare gli eventi estremi.

Milano vuole essere una città che interpreta il legame tra sviluppo urbano e ambiente non solo attraverso strategie volte alla conservazione, alla tutela e alla cura delle fragilità dei propri assetti eco-sistemici, ma anche attraverso un approccio “resiliente” di prevenzione, mitigazione e adattamento ai cambiamenti, in primo luogo quelli climatici. A partire dalla rigenerazione urbana, Milano assume – per la prima volta – la produzione di servizi eco-sistemici come forma di dotazione territoriale utile a ridurre le emissioni di gas serra e di carbonio e a mitigare gli eventi estremi (isole di calore, picchi di inquinamento atmosferico, piogge torrenziali). 
Milano 2030 vuole essere una città con nuovi standard ambientali, costruita a partire da progetti di città pubblica e privata capaci di far ricorso a sistemi tecnologici e scelte progettuali avanzate, con soluzioni integrate per ridurre le emissioni di gas serra e azzerare il fabbisogno energetico degli edifici, mettere in moto processi di recupero circolare dei materiali, avviare processi di ri-naturalizzazione delle superfici, sia orizzontali che verticali, favorire il drenaggio delle acque, il raffrescamento del microclima e il recupero della biodiversità, anche attraverso progetti estesi di riforestazione urbana che possano fare da traino a un ambizioso programma di rinverdimento dell’area metropolitana. In questa direzione, la piantumazione di alberi costituisce elemento di fondamentale importanza dal punto di vista ambientale, ma anche sociale ed economico. Dal punto di vista ambientale una maggiore presenza di alberature, in particolare lungo i marciapiedi e all’interno di spazi pubblici, contribuiranno a ridurre gli inquinanti atmosferici migliorando la qualità dell’aria e a ridurre gli effetti delle isole di calore. Inoltre, la loro presenza concorrerà ad un corretto deflusso delle acque meteoriche e, conseguentemente, alla riduzione del rischio legato alle inondazioni. Dal punto di vista economico-sociale, la presenza di alberature consentirà di avere spazi urbani più gradevoli, più vivibili e adatti a soluzioni di mobilità sostenibile. Allo stesso tempo una maggiore presenza di verde e, conseguentemente una maggiore presenza di spostamenti a piedi o in bicicletta contribuirà una maggiore sicurezza, a un incremento delle relazioni sociali e a una diversificazione dei possibili usi dello spazio pubblico da parte dei cittadini. Il 16 maggio 2019 il Consiglio Comunale ha dichiarato lo Stato di Emergenza Climatica e Ambientale, impegnando il Comune a promuovere iniziative per la riduzione delle emissioni, l'introduzione di energie rinnovabili, incentivare il risparmio energetico nei settori della Pianificazione Urbane e edilizia, Mobilità, negli edifici e per sviluppare ulteriormente il progetto di Forestazione Urbana.