Rendere equa Milano. Più case in affitto sociale
[ CDM-1545142394 ]
Le città, anche Milano, sono luoghi che si sviluppano e si rafforzano proprio a partire dalla loro capacità di accoglienza, di ospitalità e di apertura. Questi caratteri vengono sollecitati e messi al lavoro quanto più un luogo si presenta come attrattivo ed interessante. Non solo per chi già lo abita ma anche per chi vorrebbe abitarlo.
Le più grandi città, motori della competizione internazionale, sono oggi chiamate a dare nuove risposte a queste sfide che in misura crescente arrivano ormai da tutto il mondo.
Dare risposte efficaci a una nuova domanda di casa è l’obiettivo delle politiche del Piano. Di quelle dirette e di quelle indirette, che diventano sempre più importanti nel quadro di diminuzione delle risorse pubbliche.
Per rendere più efficaci le misure in tema di edilizia residenziale sociale, il Piano si fonda su tre considerazioni.
In primo luogo, Milano dispone del 10% del patrimonio immobiliare a uso abitativo di proprietà pubblica, il doppio della media delle grandi città italiane. L’obiettivo del Piano è pertanto quello di privilegiare la manutenzione e riqualificazione strutturale ed energetica dell’esistente, recuperando le porzioni di patrimonio pubblico oggi sfitto.
In secondo luogo, l’obiettivo della politica abitativa sociale è quello di potenziare il comparto dell’affitto accessibile. Questo è il nodo debole e qui il Piano intende orientare le misure di incentivo e sostegno pubblico alle operazioni private, con l’obiettivo di massimizzare e rendere sostenibili piani di sviluppo privati dedicati alla locazione a canoni contenuti.
Infine, all’interno di operazioni immobiliari private, il Piano intende supportare il rinnovamento del patrimonio di edilizia popolare esistente. Questi interventi possono comportare sia operazioni di sostituzione che prevedano il completamento di aree a ridotta densità e a più spinto mix funzionale, sia l’abbattimento con sostituzione di quei complessi dove un eventuale intervento manutentivo e di rinnovo sarebbe sconveniente in termini di costi/benefici.
Tutte queste operazioni diventano tanto più praticabili quanto più coraggiosamente l’edilizia popolare viene considerata dal punto di vista normativo come un vero e proprio servizio e l’edilizia sociale (solo se in affitto calmierato) promossa e facilitata agendo sulle leve fiscali.