Milano 2030 è una città di nuova generazione.

[ CDM-1545215414-1 ]

Accrescere la qualità edilizia e urbanistica, potenziare il mix funzionale e la presenza e varietà di servizi pubblici e privati, salvaguardare il commercio di vicinato, valorizzare la qualità dello spazio pubblico, rafforzare le connessioni verdi, così da facilitare lo sviluppo economico, sociale e culturale dei contesti più fragili.

Per contrastare fenomeni di progressivo consumo dei suoli liberi, migliorare le condizioni di sicurezza dell’assetto idrogeologico, razionalizzare l’offerta edificatoria, valorizzare il capitale “fisso” esistente, infrastrutture e servizi pubblici, le trasformazioni si attueranno sempre più attraverso modalità di riuso, riciclo e rinnovamento. Un simile processo richiede di essere praticato in forma selettiva, attraverso interventi mirati a parti specifiche di città – costruita e non costruita – che presentano particolari condizioni di criticità, consentono di costruire specifiche relazioni con lo spazio metropolitano e offrono la possibilità di ottenere significative ricadute sugli spazi della città pubblica.
Per stimolare processi di tale natura, Milano 2030 riconosce specifici ambiti di rigenerazione caratterizzati da particolari dispositivi d’intervento. Luoghi dove focalizzare politiche volte a stimolare processi di rigenerazione del patrimonio edilizio degradato, sfitto e dismesso, attraverso leve e incentivi mirati a massimizzarne il rinnovamento, accrescere la qualità edilizia e urbanistica, potenziare il mix funzionale e la presenza e varietà di servizi pubblici e privati, salvaguardare il commercio di vicinato e le piccole attività artigianali, valorizzare la qualità dello spazio pubblico, rafforzare le connessioni verdi, così da facilitare lo sviluppo economico, sociale e culturale dei contesti più fragili.
Consapevole della sua non esaustività, il Piano per Milano 2030 si pone l’obiettivo di programmare e integrare le diverse progettualità esistenti – che spaziano dalla progettazione di opere pubbliche alla regolamentazione dei micro-interventi sugli edifici e sugli spazi aperti, al trattamento delle risorse energetiche e idriche, alla dimensione economica e sociale, definendo strategie capaci di innescare interventi ripetibili e a basso livello di complessità, minuti, plurimi, gestibili in tempi brevi,  che aiutino a fare rete e a dare il via a processi virtuosi di rigenerazione ambientale e del patrimonio edilizio, prevedendo usi mutevoli degli spazi, sia dal punto di vista funzionale che temporale.

Milano 2030 è una città che sfida l'abbandono.

[ CDM-1545215414-2 ]

Contrastare l’abbandono degli edifici, elementi di degrado fisico e sociale della città, proponendo meccanismi semplificati e incentivanti il loro recupero e una normativa stringente che penalizza i proprietari inerti.

Una città che si propone la rigenerazione diffusa del patrimonio edilizio esistente, a partire dalla facilitazione della riorganizzazione dei quartieri popolari, recuperando gli alloggi sfitti e favorendo interventi per ristrutturare alloggi di edilizia residenziale pubblica, anche attraverso meccanismi incentivanti la collaborazione con i privati, per assorbire e rigenerare la domanda “di prima necessità”.
Il Piano per Milano 2030 mette inoltre a punto misure finalizzate a contrastare l’abbandono degli edifici, elementi di degrado fisico e sociale della città,  sia proponendo meccanismi semplificati e incentivanti il loro recupero, sia con una normativa stringente che penalizza i proprietari inerti, che non provvedono alla riqualificazione del loro patrimonio, fino all’abbattimento con il trasferimento dei diritti edificatori esistenti e, in ultima istanza, il riconoscimento della potenzialità edificatoria ai minimi previsti dalle norme.
Infine, le politiche di rigenerazione intervengono anche sugli spazi aperti esistenti sostenendo, anche attraverso misure volte al trasferimento dei diritti volumetrici, interventi di riduzione dei suoli urbanizzati, nonché di rinaturalizzazione e di ripristino delle connessioni ecologiche, laddove interrotte da infrastrutture o insediamenti esistenti.