Disposizioni normative

[ CDM-1545142277-1 ]

L.R. 31/2014
Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e la riqualificazione del suolo degradato.

La L.R. 31/2014, nello stabilire un chiaro e stretto rapporto fra obiettivi quantitativi del piano e politiche di riduzione del consumo di suolo e di incentivo alla rigenerazione urbana, di fatto indica la necessità di reimpostare anche la metodologia di calcolo della capacità insediativa del piano partendo dagli scenari, stimati statisticamente su base demografica, rispetto alle soglie temporali nei confronti delle quali il piano propone e progetta lo sviluppo del territorio (scenario medio 2030). La differenza con il passato è evidente: il dato di partenza è la popolazione, quindi i relativi bisogni ed esigenze, non più le attese del mercato immobiliare in termini di nuovo suolo occupato da previsioni che, in molti casi, permanevano nel corso degli anni senza dar luogo ad effettive trasformazioni e che, oggi, anche grazie a queste mancate attuazioni, consentono di riarticolare diversamente la destinazione di questi territori, il più delle volte posti nelle parti più esterne e delicate del tessuto consolidato.

Principi e metodologia

[ CDM-1545142277-2 ]

Al fine della determinazione degli obiettivi quantitativi del Piano si sono assunti alcuni principi fondamentali: la valutazione delle previsioni di crescita del carico insediativo e della popolazione; la priorità al riutilizzo del patrimonio edilizio esistente; il superamento degli Ambiti di Trasformazione Urbana; la rimodulazione dell’Indice di edificabilità in funzione delle condizioni di accessibilità; l’eliminazione della previsione del potenziale edificatorio sulle aree del Parco Nord e del Parco Agricolo Sud, individuando nuove aree agricole in ampliamento; la riduzione del potenziale edificatorio di piani ereditati dal passato; la verifica delle pertinenze indirette, in relazione al loro effettivo potenziale.
Il nuovo potenziale edificatorio del Piano deriva principalmente da alcuni elementi: il trasferimento di diritti edificatori esistenti (la città da rigenerare); nuove previsioni di Edilizia Residenziale Sociale (la città che include); piani attuativi già previsti e da attuare; ambiti da destinare a grandi funzioni urbane. Il Piano evidenzia i dati sulle nuove previsioni di aree verdi, spazi aperti e aree destinate all’agricoltura, queste ultime peraltro non presenti nel Piano 2012.
Il quadro che ne scaturisce permette di ipotizzare una capacità insediativa del piano in grado di rispondere flessibilmente agli scenari di proiezione demografica di riferimento. In particolare, i dispositivi che agevoleranno la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente permetteranno, senza incremento di consumo di suolo e nuove volumetrie, di rispondere in modo più efficace e adattabile alla domanda reale.
Secondo le tempistiche e le modalità definite dalla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) all’interno delle attività di monitoraggio, il Comune definirà i dati relativi all’attuazione degli interventi, utili al popolamento degli indicatori individuati dal Rapporto Ambientale, con riferimento alle regole che determinano la trasformazione del Tessuto Urbano Consolidato. I dati oggetto di valutazione saranno riferiti all’attuazione degli interventi consentiti dal Piano, al recupero di aree e immobili dismessi, al ricorso a prestazioni e incentivi ambientali e energetici, alle aree verdi, agli interventi di forestazione, al consumo di suolo, alla dotazione di servizi.

[ CDM-1545142277-3 ]

Nuove previsioni. Cosa si prevede di fare

[ CDM-1545142277-4 ]

Le previsioni edificatorie per funzioni residenziali definite nel PGT 2012 comportavano l’insediamento di 1.489.434 abitanti teorici, quantità superiore di poco più di trentamila unità rispetto allo scenario demografico della città al 2030 pari a 1.458.170. Rispetto a quelle previsioni, gli obiettivi di Piano e i principi che ne hanno guidato il dimensionamento  rendono possibile una prospettiva di riduzione del quadro insediativo. 
In primo luogo il Piano non riconferma una quantità di capacità edificatoria pari a 1.766.530 m² di SL, attraverso:

  • il superamento degli Ambiti di Trasformazione Urbana (Comparto Sistema Caserme, Bovisa, Stephenson, Toffetti, Ronchetto sul Naviglio, Magazzini Raccordati, Comparto Housing Sociale, Porto di Mare), per 1.285.680 m² di SL. Tali aree sono ricondotte al Tessuto Urbano Consolidato;
  • la non conferma di alcuni piani attuativi obbligatori (PA5, PA6, PA8) e la riarticolazione di altri (PA1, PA4, PA7), per 178.500 m² di SL;
  • l’eliminazione di 462.274 m² di aree a pertinenza indiretta per il verde che non hanno più le caratteristiche per rimanere tali (lotti funzionali saturi, aree già a verde e oggetto di manutenzione), che avrebbero potuto generare potenzialmente 61.796 m² di SL;
  • l’individuazione di 941.966 m² di aree agricole (628.436 m² di Aree destinate all’agricoltura individuate dalla variante al PGT e 313.531 m² di Ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico del PTCP vigente) disciplinate nel PGT 2012 come aree a pertinenza indiretta che avrebbero potuto generare potenzialmente 329.688 m² di SL di diritti edificatori; 
  • l’eliminazione dell’Indice di Edificabilità Territoriale (IT) pari a 0,15 m²/m² sulle aree incluse nel Parco Nord, non comprese all’interno delle “Zone edificate”, che avrebbero generato 131.450 m² di SL di diritti edificatori.

La spinta impressa dalla Variante verso la rigenerazione della città esistente, se da una parte ha supportato la scelta di superare gli Ambiti di Trasformazione Urbana, dall’altra ha comportato la modifica delle regole alla base degli interventi realizzabili all’interno del Tessuto Urbano Consolidato. Da queste scelte ne è derivata la parte più consistente di variazione delle previsioni insediative rispetto a quelle del PGT 2012. La stima della ricaduta di tali scelte in termini di nuova capacità edificatoria è difficilmente quantificabile laddove le previsioni agiscono in maniera diffusa e non localizzata. È invece possibile definirla in dettagliati ambiti dove una più contingente esigenza di rigenerazione ha richiesto lo sviluppo di discipline specifiche. Tra questi, gli interventi che hanno una maggiore ricaduta sul dimensionamento complessivo del Piano sono: 

  • la rigenerazione all’interno delle Grandi Funzioni Urbane (1.591.892 m² di ST), con la previsione complessiva di massimo 557.162 m² di SL per funzioni accessorie, prevalentemente legate alle attività economiche; 
  • i piani attuativi obbligatori per 537.480 m² di SL, di cui 126.851 m² di SL già previsti per funzioni non residenziali legate ad attività economiche; 
  • la possibilità di recupero integrale della SL in caso di cambio d’uso da produttivo verso residenza (in precedenza limitato allo 0,65 m²/m² oltre i 5.000 m² di intervento, con possibilità di raggiungimento dell’indice massimo 1,00 m²/m²);
  • il superamento dell’indice unico pari a 0,35 m²/m² esclusivamente mediante il trasferimento dei diritti edificatori (dalle pertinenze indirette per il verde, la mobilità e i depositi che dispongono di un potenziale pari a 794.926 m² di SL, oltre che dalle pertinenze dirette degli ambiti oggetto di rigenerazione anche con riferimento alla SL esistente) o la realizzazione di Edilizia Residenziale Sociale;
  • il superamento dell’indice massimo (1,00 m²/m²) in piazze e nodi di interscambio attraverso Edilizia Residenziale Sociale (lett. a-b) e/o pertinenze indirette e dirette;
  • il superamento dell’indice massimo (1,00 m²/m²) negli ambiti ad elevata accessibilità attraverso Edilizia Residenziale Sociale (lett.b) e servizi abitativi.

A questi si aggiungono gli ambiti in corso di attuazione e pertanto esterni alla disciplina del Piano, ovvero piani e progetti già approvati (norma transitoria) per 1.905.000 m² di SL (comprensivi dell’”Accordo Scali”), di cui 660.000 m² di SL già previsti per funzioni non residenziali legate ad attività economiche.

[ CDM-1545142277-5 ]

Consumo di Suolo e riduzione della superficie urbanizzata

[ CDM-1545142277-6 ]

1,7 mln di m²
Aree sottratte 
all’urbanizzazione


−4%
Indice di consumo  
di suolo


0
Nuove superfici urbanizzabili previste

In riferimento al tema del consumo di suolo, la lettura dello stato di fatto restituisce un dato relativo alla superficie urbanizzata, ossia il territorio già interessato da trasformazioni per funzioni antropiche, pari a circa 125,7 mln di m², con un indice di urbanizzazione territoriale (rapporto percentuale tra superficie urbanizzata e superficie territoriale) pari al 69%. 
Alla luce delle previsioni di sviluppo urbanistico del PGT 2012, la superficie urbanizzabile, ossia il territorio interessato da previsioni di trasformazione sia da parte del Documento di Piano sia da parte del Piano delle Regole, risultava pari a circa 3,5 mln di m², localizzati principalmente ai margini del tessuto urbano consolidato. A fronte di una superficie urbanizzata al 201213 pari a circa 131.3 mln di m², derivava un indice di consumo di suolo (rapporto tra somma di superficie urbanizzata e urbanizzabile e superficie territoriale) pari al 74%.
Avendo come traguardo l’occupazione di suolo pari a zero entro il 2050 (anche a seguito dell’entrata in vigore della LR 31/2014), le strategie e i conseguenti dispositivi messi in campo dalla Variante generale al PGT sono volti a ridurne ai minimi termini il consumo, privilegiando la promozione di pratiche diffuse di rigenerazione urbana.
A tal proposito occorre evidenziare come la Variante preveda la riduzione della superficie urbanizzabile da circa 3,5 mln di m² a circa 1,8 mln di m², con un risparmio di suolo pari a circa 1,7 mln di m². Ciò comporta una consistente riduzione dell’indice di consumo di suolo, che scende al 70%, quattro punti percentuali in meno rispetto alle previsioni del PGT 2012. Tale riduzione scaturisce, da un lato, dall’eliminazione degli ATU e dal sensibile ridimensionamento delle previsioni legate ai PA Obbligatori, dall’altro, dall’individuazione degli Aree destinati all’Agricoltura, finalizzati alla salvaguardia dell’attività agro-silvo-pastorale oltre che all’implementazione del Parco Metropolitano.
Dalla scelta del Piano di non individuare nuove aree urbanizzabili rispetto al PGT 2012, restituendo, al contempo, una quota significativa di suolo all’attività agricola, è possibile dedurre un dato sostanziale: il bilancio ecologico del suolo, ossia la differenza tra suolo consumato per la prima volta e suolo sottratto all’urbanizzazione, risulta decisamente inferiore allo zero (0 m² di nuove aree destinate all’urbanizzazione, 1,7 mln m² di aree sottratte all’urbanizzazione)
L’incremento di suolo agricolo o naturale, ossia sottratto ad una potenziale urbanizzazione, è localizzato principalmente ai margini del tessuto urbano consolidato, in maniera tale da poter divenire occasione per la ridefinizione del perimetro del Parco Agricolo Sud Milano, che potrebbe incorporare le aree destinate all’agricoltura direttamente adiacenti.
Un ulteriore elemento virtuoso si evidenzia nell’ambito delle trasformazioni urbane che il Piano prevede e di quelle derivanti da processi pregressi che il Piano recepisce. In particolare, gli ambiti interessati dall’Accordo di Programma Scali Ferroviari, individuati dalla Carta di Consumo di Suolo, per la maggior parte, all’interno della superficie urbanizzata, in coerenza con lo stato di fatto dei suoli, saranno oggetto di un rilevante processo di rinaturalizzazione, derivante dalla previsione di destinare circa 670.000 m² a verde attrezzato. Nello specifico, i parchi urbani di dimensioni più significative saranno realizzati a Farini e San Cristoforo (per un’estensione pari, rispettivamente, a circa 300.000 m² e 140.000 m²).
Analogamente, per l’area relativa alla Grande Funzione Urbana di Bovisa-Goccia-Villapizzone, classificata in gran parte come superficie urbanizzabile, è previsto il mantenimento a verde per almeno il 50% dell’estensione territoriale, realizzando, quindi, un parco urbano pari a circa 177.000 m², per quella invece relativa alla Grande Funzione Urbana di Piazza d'Armi è prevista la realizzazione di un grande parco urbano che include anche l'area boschiva esistente corrispondente ad almeno il 75% dell'estensione territoriale pari a circa 315.000 mq.

[ CDM-1545142277-7 ]

13 La riduzione della superficie urbanizzata tra 2012 e 2019 deve essere letta, in particolare, alla luce della realizzazione di nuovi parchi in aree precedentemente individuate come urbanizzate.