[ CDM-02CG-1580986672-1 ]

Nell’ambito dell’area considerata, gli elementi geomorfologici sono connessi alle fasi erosionali di ambiente fluviale, pleistoceniche ed oloceniche e, soprattutto, alle modifiche apportate dall’attività antropica a partire dal XIII secolo. Il territorio risulta prevalentemente sub-pianeggiante; si riconoscono orli di terrazzo nel settore nord-occidentale (Parco delle Groane) lungo il corso del Lambro e nella zona meridionale del territorio comunale.
Dal punto di vista più strettamente geologico, il territorio è caratterizzato dalla presenza di depositi alluvionali legati all’attività dei corsi d’acqua del bacino Lambro, Seveso, Olona. Una prima e fondamentale distinzione di tali depositi può essere effettuata su base morfologica: in questo ambito territoriale è infatti possibile identificare differenti livelli topografici, ognuno corrispondente a una o più unità geologiche. Questi sistemi morfologici sono, dal più al meno elevato: 1) sistema dei terrazzi dell’Alta Pianura; 2) livello modale della pianura; 3) sistema delle valli fluviali.
L’ambito di maggior estensione è il livello modale della pianura, che racchiude all’incirca il 75% del territorio.
Con il termine “livello modale della pianura” si intende la superficie pianeggiante di maggior estensione, apparentemente omogenea e priva di significative discontinuità morfologiche (ad eccezione di quelle delle valli fluviali) che si estende tra quota 200 e 100 m circa, con pendenza regionale verso SSE, insinuandosi ed isolando, nella sua parte settentrionale, i sistemi terrazzati. I depositi sono prevalentemente grossolani (ghiaie e sabbie prevalenti), testimoni di un ambiente fluviale di tipo braided; nel settore meridionale del Foglio sono localmente presenti depositi fini (limi e argille), legati ad isolate aree a sedimentazione palustre.
La piana è solcata dalle incisioni (“valli fluviali”) dei principali corsi d’acqua, che tagliano il Foglio in direzione NO-SE (Fiume Olona e Torrente Bozzente) o N-S (Torrenti Lura, Seveso, Lambro Meridionale, Vettabbia e Fiume Lambro). Esse rappresentano le fasi più recenti dell’evoluzione della pianura, riconducibili al tardo Pleistocene superiore e all’Olocene. All’interno degli alvei sono confinati sedimenti prevalentemente ghiaioso-sabbiosi nel settore settentrionale, passanti a sabbioso-limosi in quello meridionale.
La Pianura Padana nel suo insieme rappresenta l’espressione morfologica di superficie del Bacino Padano. La successione sedimentaria plio-pleistocenica del Bacino Padano ha un carattere complessivamente regressivo (Regione Lombardia & EN I, 2002; Muttoni et alii, 2003): alla base sono presenti depositi torbiditici di mare profondo, ricoperti da un prisma sedimentario progradante sia assialmente, in quanto legato all’azione del paleo Po, che trasversalmente, originato dai depositi dei sistemi alpini ed appenninici.