[ CDM-T.1.3_3430-03-01000-1582127348-1 ]

Le analisi idrauliche condotte attraverso l’applicazione di modelli numerici di simulazione 2D per tutto il tratto di attraversamento del territorio comunale hanno permesso la identificazione della pericolosità idraulica collegata agli eventi di piena che coinvolgono il corso d’acqua articolata secondo la seguente classificazione:

Livelli di pericolosità

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  • pericolosità P3 (H), alluvioni frequenti, tempo di ritorno T = 10 anni:
    • gravosità elevata (h > 0,7 m)
    • gravosità media (0,3 < h < 0,7 m)
    • gravosità bassa (h< 0,3 m)
       
  • pericolosità P2 (M), alluvioni poco frequenti, tempo di ritorno T = 200 anni:
    • gravosità elevata (h > 0,7 m)
    • gravosità media (0,3 < h < 0,7 m)
    • gravosità bassa (h< 0,3 m)
       
  • pericolosità P1 (L), probabilità di alluvioni rara o scenari di eventi estremi, tempo di ritorno T = 500 anni:
    • gravosità elevata (h > 0,7 m)
    • gravosità media (0,3 < h < 0,7 m)
    • gravosità bassa (h< 0,3 m)
       

Le caratteristiche specifiche del quadro delle pericolosità risultante sono sintetizzabili nei seguenti punti:

  • il corso d’acqua ha un alveo ordinario e di piena sensibilmente condizionate da opere idrauliche (opere di sponda ed argini) dettate dalle esigenze di contenimento e di protezione rispetto agli obiettivi di sicurezza delle infrastrutture viarie presenti (di notevole densità) e degli insediamenti diffusamente distribuiti; 
  • la pericolosità idraulica è rappresentata dalla configurazione dell’alveo di piena in cui defluisce la portata con tempo di ritorno di 200 anni; tale alveo contiene anche la portata eccezionale con tempo di ritorno di 500 anni, ad eccezione di modeste aree inondate esterne, di estensione molto limitata;
  • l’alveo di piena del corso d’acqua è dunque ben rappresentato dal limite di deflusso della piena con tempo di ritorno di 200 anni; 
  • all’interno dell’alveo di piena devono prevalere le esigenze di carattere idraulico connesse al deflusso e alla laminazione della piena stessa;
  • la valorizzazione ambientale della regione fluviale del Lambro, di cui l’alveo di piena sopra definito costituisce parte preponderante, individuata nel PGT, è una linea di intervento molto positiva anche per gli aspetti connessi all’invarianza idrologica e idraulica del corso d’acqua;
  • gli interventi di laminazione programmati nel tratto a monte sono destinati a ridurre in misura sensibile (ordine di grandezza stimato sul 40%) la portata di piena di progetto attuale; in ogni caso, anche ad interventi realizzati, non è attesa una significativa riduzione della dimensione attuale dell’area inondabile;
  • lo stato di pericolosità deve essere considerato quindi temporaneo, pur se destinato a permanere anche in questo caso per un periodo di tempo ancora apprezzabile, in relazione ai programmi di realizzazione degli interventi di difesa a monte;
  • le condizioni di rischio idraulico sono dipendenti dalla vulnerabilità delle strutture e delle infrastrutture esistenti.

In funzione delle specifiche caratteristiche delle condizioni di pericolosità idraulica sono stati individuati gli interventi strutturali e non strutturali di seguito esposti.

Interventi strutturali area a pericolosità P3 (H) e P2 (M)

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1. Interventi di carattere paesaggistico, ambientale e naturalistico delle aree non edificate o non infrastrutturate, con effetti di miglioramento della funzionalità idraulica della regione fluviale.

Gli interventi non devono ridurre la dimensione delle aree inondabili non edificate e il volume idrico invasato in piena.
In relazione alle caratteristiche dell’area prima esposte, gli interventi indicati sono da considerarsi prioritari, con la finalità sia della valorizzazione ambientale dell’intera regione fluviale sia del miglioramento della funzionalità idraulica dell’alveo di piena, del rallentamento della velocità di corrente e dell’incremento dell’effetto di laminazione per effetto dell’invaso dell’alveo di piena. 

2. Misure di invarianza idraulica e idrologica da prevedere negli ambiti di nuova trasformazione

Per gli ambiti di nuova trasformazione ricadenti all’interno delle aree identificate, il rispetto dei principi di invarianza idrologica e idraulica e delle massime portate scaricabili di cui all’art.8 del Regolamento 7/2018, si presenta più complicato tenuto conto della presenza dei fenomeni di inondazione periodica che in alcune occasioni si possono sommare ai normali temi connessi al corretto drenaggio delle acque meteoriche.
L’approccio alla progettazione delle modalità di intervento non potrà che essere affrontato caso per caso in funzione delle specificità dell’area interessata.

Interventi non strutturali area a pericolosità P3 (H) e P2 (M)

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1. Potenziamento delle procedure e degli strumenti per la gestione dell’emergenza di piena (funzioni di preannuncio, gestione evento, definizione di aree di emergenza e viabilità di collegamento, strutture di protezione temporanee) con finalità di riduzione del rischio

Le caratteristiche dell’area indicata rispetto agli aspetti di pericolosità e di rischio di inondazione, in rapporto soprattutto all’elevata presenza di infrastrutture e insediamenti, rende opportuno che l’esistente procedura di protezione civile, che presiede alla gestione in tempo reale degli eventi di piena, si doti ove possibile di ogni ulteriore strumento utile a migliorare il controllo e riduzione del rischio correlato a ciascuna situazione.

2. Obbligo di verifica di compatibilità idraulica per tutti i nuovi interventi

La verifica di compatibilità idraulica degli interventi dovrà essere predisposta per tutti i nuovi interventi previsti.

La verifica dovrà dimostrare il rispetto dei criteri di compatibilità idraulica contenuti nella normativa vigente e nella Direttiva “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle fasce A e B”, (Deliberazione Autorità di Bacino n. 2/99).

Interventi non strutturali nell’area a pericolosità P1 (L)

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1. Obbligo di verifica di compatibilità idraulica per tutti i nuovi interventi nelle aree con altezza idrica massima nelle classi h2 (0,3 ÷0,7 m)  o  h3 (> 0,7 m)

La verifica di compatibilità idraulica degli interventi dovrà essere predisposta per tutti i nuovi interventi previsti.

La verifica dovrà dimostrare il rispetto dei criteri di compatibilità idraulica contenuti nella normativa vigente e nella Direttiva “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle fasce A e B”, (Deliberazione Autorità di Bacino n. 2/99).