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Le analisi idrauliche condotte attraverso l’applicazione di modelli numerici di simulazione 2D per tutto il tratto di attraversamento del territorio comunale hanno permesso l’identificazione della pericolosità idraulica collegata agli eventi di piena che coinvolgono il corso d’acqua, articolata secondo la seguente classificazione:

Livelli di pericolosità

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  • pericolosità P3 (H), alluvioni frequenti, tempo di ritorno T = 10 anni:
    • gravosità elevata (h  > 0,7 m)
    • gravosità media (0,3 < h < 0,7 m)
    • gravosità bassa (h < 0,3 m)
       
  • pericolosità P2 (M), alluvioni poco frequenti, tempo di ritorno T = 100 anni:
    • gravosità elevata (h  > 0,7 m)
    • gravosità media (0,3 < h < 0,7 m)
    • gravosità bassa (h < 0,3 m)
       
  • pericolosità P1 (L), probabilità di alluvioni rara o scenari di eventi estremi, tempo di ritorno T = 500 anni:
    • gravosità elevata (h > 0,7 m)
    • gravosità media (0,3 < h < 10,7 m)
    • gravosità bassa (h < 0,3 m)
       

Le caratteristiche specifiche del quadro delle pericolosità risultante sono sintetizzabili nei seguenti punti:

  • la pericolosità idraulica dipendente dai fenomeni di esondazione interessa aree urbanizzate ed è correlata al funzionamento idraulico della canalizzazione che attraversano in forma tombinata il territorio comunale; 
  • il fenomeno è legato alla insufficiente capacità di deflusso della canalizzazione sotterranea stessa rispetto alle portate al colmo in arrivo per i diversi tempi di ritorno;
  • la superficie urbana allagata non può essere considerata parte dell’alveo di piena, con riferimento al modello funzionale secondo cui defluisce un’onda di piena in un corso d’acqua naturale;
  • la dinamica di inondazione dell’intera superficie è omogena e comporta l’instaurarsi di altezze d’acqua massime prevalentemente dell’ordine di alcune decine di centimetri e di velocità massime di corrente per gran parte sensibilmente inferiori a 1,0 m/s (ad eccezione dell’immediato intorno dei tombini della  canalizzazione da cui fuoriesce il getto idrico, a causa del carico idrometrico presente nel tombino stesso);
  • lo stato di pericolosità deve essere considerato temporaneo, pur se destinato a permanere per un periodo apprezzabile, in relazione ai tempi di realizzazione degli interventi di difesa a monte;
  • gli interventi pianificati per l’eliminazione della pericolosità attuale ricorrono alla realizzazione di vasche di laminazione a monte, con lo scopo di ridurre la portata centennale all’imbocco del tratto tombinato a valori compatibili con la capacità di portata della canalizzazione interrata;
  • le condizioni di rischio idraulico sono dipendenti dalla vulnerabilità delle strutture e delle infrastrutture esistenti.

In funzione delle specifiche caratteristiche delle condizioni di pericolosità idraulica, sono stati individuati gli interventi strutturali e non strutturali di seguito esposti.

Interventi strutturali, aree a pericolosità P3 (H) e P2(M)

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1. Interventi prioritari nelle aree a verde pubblico o comunque non edificate, anche con funzioni di incremento di invaso temporaneo delle acque di esondazione e conseguente riduzione dell’estensione delle aree inondate a valle.

Nell’ambito delle linee di intervento previste dal PGT inerenti le aree destinati a verde pubblico o comunque a spazi liberi a vario uso pubblico che ricadono all’interno delle aree a pericolosità H o M è opportuno tenere conto, nella progettazione delle opere relative, delle condizioni di inondabilità presenti e conformare tali aree, compatibilmente con le connessioni con le strutture circostanti, in modo da favorire le condizioni di invaso temporaneo di acque di esondazione. 

Appare opportuno in merito, al fine di conferire all’intervento caratteristiche funzionali adeguate, che vengano predisposti dispositivi per il lento smaltimento delle acque stesse attraverso la stessa canalizzazione del torrente ovvero la fognatura mista o ancora con sistemi di infiltrazione in falda, ove compatibili.

Gli effetti positivi di tali disposizione riguardano sia - a livello locale - l’ottenimento di una migliore distribuzione delle acque esondate rispetto all’articolazione stradale e alle aree contigue agli edifici, sia - a livello di insieme -la possibilità di contenere l’estensione verso valle, a parità di dimensione dell’onda di piena, delle superfici allegate; quest’ultima infatti risulta essere fortemente dipendente dalla quota di invaso che si realizza lungo la superficie urbana inondata.


2. Interventi locali di riduzione del danno sugli edifici esistenti e sulle infrastrutture viarie.

Gli interventi riguardano la realizzazione di opere strutturali di modesta dimensione che abbiano la funzione di   ridurre o annullare il danno economico che soprattutto gli edifici esistenti con disposizioni poco adatte subiscono in occasione delle periodiche inondazioni. 

Si tratta quindi di ridurre o annullare l’allagamento dei piani interrati o semi-interrati con adeguate opere di contenimento/riparo rispetto ai piani inondati, favorire/permettere l’allontanamento rapido alle acque di piena dai locali inondati. 

Rientrano in sostanza nella tipologia degli interventi indicati tutte le soluzioni sull’edilizia esistente che ne rendano possibile la convivenza con i periodici allagamenti (molto frequenti, come si è visto) minimizzando il danno economico conseguente e quindi le relative condizioni di rischio. 

3. Interventi di adeguamento delle aree accessibili al pubblico con altezza idrica massima nella classe h3 (> 0,7 m)

Le condizioni indicate di altezza idrica massima raggiungibile nel corso di un evento di piena gravoso sono tali da indicare un rischio potenziale apprezzabile anche per l’incolumità delle persone, nell’ipotesi che le aree interessate siano accessibili. 

Tale considerazione comporta l’esigenza di analizzare con attenzione questo aspetto, pur se esso si presenta con una distribuzione di frequenza modesta rispetto all’intero territorio interessato, La configurazione indicata deriva comunemente da una morfologia locale che presenta una quota altimetrica del suolo decisamente inferiore a quella del piano circostante.

Sulla base di tali presupposti, appare opportuno verificare per le aree in oggetto la fattibilità di interventi strutturali per mezzo dei quali eliminare la possibilità di manifestazione di tali condizioni ovvero inibirne l’accesso del pubblico in occasione degli eventi di piena.

4. Misure di invarianza idraulica e idrologica da prevedere negli ambiti di nuova trasformazione

Per gli ambiti di nuova trasformazione ricadenti all’interno delle aree identificate, il rispetto dei principi di invarianza idrologica e idraulica e delle massime portate scaricabili, di cui all’art.8 del Regolamento 7/2017, si presenta particolarmente complicato tenuto conto della presenza dei fenomeni di inondazione periodica che in alcune occasioni si possono sommare ai normali temi connessi al corretto drenaggio delle acque meteoriche.

L’approccio alla progettazione analitica delle modalità di intervento non potrà che essere affrontato caso per caso in funzione delle specificità dell’area interessata.

Interventi non strutturali area a pericolosità P3 (H) e P2 (M)

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1. Interventi straordinari di manutenzione e pulizia sulla canalizzazione tombinata e sulle strutture deputate allo smaltimento delle acque esondate a seguito di eventi di piena gravosi.

Nelle aree indicate il passaggio della piena sul piano viabile può spesso risultare causa di almeno parziale intasamento delle caditoie e/o di tratti di collettore fognario per deposito di sedimenti.

A seguito di ogni singolo evento è pertanto necessario eseguire interventi straordinari di ispezione e pulizia/manutenzione sia della canalizzazione interrata sia delle opere attinenti alla rete fognaria presente per ripristinarne la funzionalità.

2. Manutenzione ordinaria delle canalizzazioni e pulizia delle caditoie con frequenza adeguata, particolarmente a ridosso di eventi gravosi

La periodicità media con cui viene fatta la verifica dello stato della rete di fognatura per il resto del territorio urbano deve essere sensibilmente incrementata per l’area indicata stante le particolari condizioni di sollecitazione della stessa a causa degli eventi di piena straordinari. L’ispezione nel caso specifico deve essere estesa alla canalizzazione interrata all’interno della quale defluisce il Seveso.

In funzione dei risultati delle verifiche condotte dovranno essere posti in atto quegli interventi di polizia o di spurgo che risultino necessari.

Per i tratti di rete fognaria e di canalizzazione di Seveso risultati potenzialmente critici si dovranno eseguire interventi di manutenzione periodica e di pulizia con la maggiore frequenza che risulti necessaria, in relazione alle caratteristiche del tratto.

3. Linee-guida per la progettazione delle trasformazioni edilizie con minimizzazione dei danni in caso di inondazione (soluzioni progettuali con caratteristiche compatibili con l’inondazione periodica)

La particolare situazione in cui vengono a trovarsi gli eventuali interventi di trasformazione edilizia che ricadono all’interno delle aree sopra indicate consiglia la predisposizione di linee-guida adattate alla specificità degli interventi da prevedere a supporto al lavoro di progettazione degli interventi.

4. Potenziamento delle procedure e degli strumenti per la gestione dell’emergenza di piena (funzioni di preannuncio, gestione evento, definizione di aree di emergenza e viabilità di collegamento, strutture di protezione temporanea) con finalità di riduzione del rischio

Le caratteristiche particolarmente critiche dell’area indicata rispetto agli aspetti di pericolosità e di rischio di inondazione con ricorrenza temporale molto elevata rende opportuno che l’esistente procedura di protezione civile, che presiede alla gestione in tempo reale di ciascun evento di piena, si doti ove possibili di ogni ulteriore strumento utile a migliorare il controllo e riduzione del rischio correlato a ciascuna situazione, considerando anche l’utilità di strutture di protezione temporanea da installare eventualmente in alcuni punti.

5. Obbligo di verifica di compatibilità idraulica per tutti i nuovi interventi

La verifica di compatibilità idraulica degli interventi dovrà essere predisposta per tutti i nuovi interventi previsti.

La verifica dovrà dimostrare il rispetto dei criteri di compatibilità idraulica contenuti nella normativa vigente e nella Direttiva “Criteri per la valutazione della compatibilità idraulica delle infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico all’interno delle fasce A e B”, (Deliberazione Autorità di Bacino n. 2/99).