[ CDM-T.1.3_3430-03-01000-1582102176-1 ]

Le condizioni di pericolosità idraulica che coinvolgono il territorio comunale, intese come aree potenzialmente soggette ad allagamento a causa di eventi idrologici intensi, sono state analizzate con riferimento ai corsi d’acqua principali, al reticolo idrografico minore e alle caratteristiche funzionali della rete di fognatura mista o bianca esistente.

In relazione al principio dell’invarianza idraulica e idrologica, sono stati analizzati e rappresentati anche i fattori del territorio che possono determinare criticità e condizionare la scelta delle tipologie di intervento coerenti con esso, quali le aree di rispetto dei pozzi di captazione acquedottistica, le aree con ridotta soggiacenza della falda, le aree con ridotta permeabilità’ dei terreni superficiali e le aree paludose o soggette a sommersione periodica per risalita della falda.

In maggiore dettaglio, gli elementi che concorrono a determinare le condizioni di pericolosità e di rischio idraulico sono di seguito elencati.

a) Reticolo idrografico principale (fiume Lambro, torrenti Seveso, Garbogera, Pudiga e Guisa)

[ CDM-T.1.3_3430-03-01000-1582102176-2 ]

Le condizioni di pericolosità correlate sono articolate secondo le seguenti categorie:

  • pericolosità P3 (H), alluvioni frequenti, tempo di ritorno T = 10 anni;
  • pericolosità P2 (M), alluvioni poco frequenti, tempo di ritorno T = 100 anni (Seveso, Garbogera, Pudiga e Guisa) o T = 200 anni (Lambro);
  • pericolosità P1 (L), probabilità di alluvioni rara o scenari di eventi estremi, tempo di ritorno T = 500 anni.

Le aree delimitate secondo i tre livelli di pericolosità sono ulteriormente differenziate al loro interno in funzione del massimo livello idrico che viene raggiunto, secondo la ripartizione i tre classi scelte in funzione del danno potenziale correlato:

  • gravosità alta h3 (h > 0,7 m);
  • gravosità media h2 (0,3 < h < 0,7 m);
  • gravosità bassa h1 (h < 0,3 m).

La delimitazione delle aree a diversa pericolosità, derivante da approfondite elaborazioni idrauliche appoggiate per tutti i corsi d’acqua a un modello di simulazione 2D, in grado di rappresentare il deflusso nel tratto tombinato e la correlata esondazione in superficie sul territorio urbanizzato, è stata confrontata con quella contenuta nel Piano di gestione del rischio di alluvione (PGRA) dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.

b) Reticolo idrografico minore

[ CDM-T.1.3_3430-03-01000-1582102176-3 ]

Il reticolo idrografico minore è stato rappresentato secondo la seguente classificazione degli alvei:

  • reticolo idrografico minore demaniale (RIM);
  • reticolo idrografico di bonifica (RIB);
  • reticolo idrografico privato e privato in derivazione dal reticolo  di bonifica.

Sul reticolo idrografico minore demaniale sono state indicate le fasce di rispetto.  Gli elementi di pericolosità idraulica sono stati individuati in corrispondenza di tratti critici rappresentati dagli imbocchi dei tratti tombinati e per quelle parti di alveo soggette a ricorrenti fenomeni di esondazione.   

c) Rete di fognatura bianca e mista

[ CDM-T.1.3_3430-03-01000-1582102176-4 ]

Sulla base delle caratteristiche geometriche della rete fognaria e delle informazioni relative alla funzionalità idraulica della stessa, fornite dal Gestore del SII, sono state individuate e classificate le seguenti condizioni di criticità correlate a possibili fenomeni di pericolosità idraulica in corrispondenza di specifici manufatti:

  • scaricatori di piena;
  • sifoni.

Nel primo caso, i temi di criticità riguardano sia la possibilità che gli scarichi delle acque meteoriche convogliati  nei corpi idrici ricettori siano superiori alla capacità di deflusso di questi ultimi, e che possano di conseguenza provocare esondazione a livello locale e nei tratti a valle dei ricettori stessi; sia le esigenze di adeguare gli scarichi stessi ai vincoli dettati dai principi dell’invarianza idraulica e idrologica. 
La seconda tipologia di criticità rappresenta invece la distribuzione lungo la rete di punti che per le loro caratteristiche intrinseche richiedono particolari attenzioni, soprattutto di carattere manutentivo, per poterne mantenere la funzionalità e non provocare fenomeni di allagamento sulle aree servite a causa della riduzione della capacità di deflusso delle canalizzazioni.