Stato di attuazione

[ CDM-1544452084-1 ]

Il Piano Territoriale Regionale (PTR) è stato approvato dal Consiglio regionale con DCR n° 951 del 19 gennaio 2010; è stato poi aggiornato annualmente e l’ultima modifica del 2015 è stata approvata dal Consiglio Regionale ed inserita nel Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2015, Aggiornamento PRS per il triennio 2016-2018, D.C.R. n° 897 del 24 novembre 2015 e pubblicata sul Bollettino Ufficiale Regione Lombardia (BURL), serie ordinaria n° 51 del 19 dicembre 2015.
A fronte della necessità di rilanciare gli strumenti pianificatori e di ripensare le politiche di governo del territorio, con D.G.R. n° 367 del 4 luglio 2013, si è dato avvio ad un percorso di revisione del PTR.
Successivamente, con D.G.R. n° 4738 del 22 gennaio 2016, la Giunta regionale ha approvato la proposta di Piano e di VAS per l'Integrazione del Piano Territoriale Regionale (PTR) ai sensi della LR n° 31 del 28 novembre 2014 per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato. In data 14/04/2016 si sono tenuti la seconda seduta della Conferenza di VAS ed il Forum pubblico; con D.G.R. n° 6095 del 29/12/2016, la Giunta Regionale ha approvato gli elaborati dell'Integrazione del PTR ai sensi della LR 31/2014.
In data 23/05/2017, con D.C.R. n° X/1523 il Consiglio Regionale ha adottato l’integrazione del PTR ai sensi della LR 31/2014.
Con D.C.R. 19 dicembre 2018 - n. XI/411 “Approvazione delle controdeduzioni alle osservazioni all’integrazione al piano territoriale regionale adottata con D.C.R. X/1523 del 23 maggio 2017 e della dichiarazione di sintesi finale. Approvazione dell’integrazione del Piano Territoriale Regionale ai sensi della l.r. 31/2014 (articolo 21, comma 4, l.r. 11 marzo 2005 n. 12 (Legge per il governo del territorio))” il Consiglio
Regionale ha approvato l’integrazione del PTR ai sensi della LR 31/2014.

Finalità e contenuti del Piano

[ CDM-1544452084-2 ]

Il PTR è lo strumento di governance della Regione; si propone di rendere coerente la “visione strategica” della programmazione generale e settoriale con il contesto territoriale, ambientale, sociale ed economico, analizzando i punti di forza e le debolezze, evidenziando le criticità e le potenzialità dell’intero sistema regionale. 
Il PTR si pone l’obiettivo di coerenziarsi con le strategie della programmazione comunitaria e nazionale che interessano il territorio regionale, procedendo ad eventuali adeguamenti di sistemi ed azioni. Come definito dall’art. 19 della LR 12/2005, il PTR “costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli effetti ambientali, della programmazione di settore della Regione, nonché di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province”. Il PTR “…indica gli elementi essenziali del proprio assetto territoriale e definisce altresì i criteri e gli indirizzi per la redazione degli atti di programmazione territoriale di province e comuni”.
Ai sensi del D.Lgs. 42/04 e della vigente legislazione, il PTR possiede valenza di piano paesaggistico, confermando, in tal senso, la profonda interazione tra i temi della pianificazione territoriale e la tutela ambientale.

Obiettivi del Piano

[ CDM-1544452084-3 ]

Il Sistema degli obiettivi di Piano si pone come fine ultimo il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Tale intendimento si articola in 3 macro-obiettivi:

  1. rafforzare la competitività dei territori della Lombardia. Per competitività si intende la capacità di una regione di migliorare la produttività rispetto ad altri territori, incrementando anche gli standard di qualità della vita dei cittadini;
  2. riequilibrare il territorio lombardo. Con tale affermazione non si intende perseguire una qualsivoglia forma di omologazione delle caratteristiche regionali esistenti, ma valorizzare i punti di forza di ogni sistema territoriale e favorire il superamento delle debolezze. “Equilibrio” è, quindi, inteso come lo sviluppo di un sistema policentrico;
  3. proteggere e valorizzare le risorse della regione. La Lombardia possiede notevoli ricchezze che necessitano di essere valorizzate, siano esse risorse primarie (naturali, ambientali, capitale umano) o prodotte dalle trasformazioni avvenute nel tempo (paesaggistiche, culturali, d’impresa).

I 3 macro-obiettivi sopra citati vengono a loro volta descritti in 24 obiettivi generali di Piano.

La declinazione degli obiettivi è stata realizzata secondo due sistemi di lettura, il primo dal punto di vista tematico ed il secondo dal punto di vista territoriale; quest’ultima classificazione ha provveduto alla suddivisione del territorio lombardo in 6 sistemi territoriali spazialmente riconoscibili: Sistema Metropolitano, Sistema della Montagna, Sistema Pedemontano, Sistema dei Laghi, Sistema della Pianura Irrigua, Sistema del Fiume Po e Grandi Fiumi di Pianura.
La città di Milano rappresenta il fulcro del Sistema Territoriale Metropolitano lombardo storico ad ovest del Fiume Adda, a costituire un triangolo industriale con l’ambito Varesino e quello del Lecchese; detto territorio si caratterizza essenzialmente per le elevatissime densità insediative, la presenza di vaste aree verdi tra le diverse polarità e l’elevato grado di infrastrutturazione.
Grande importanza riveste l’asse del Sempione, che collega Milano con la conurbazione di Legnano-Busto Arsizio-Gallarate, l’aeroporto intercontinentale di Malpensa e, più recentemente, il nuovo polo fieristico di Rho-Pero.
Il Sistema Metropolitano occidentale, insieme a quello Orientale che si appoggia sulle polarità di Bergamo e Brescia, costituisce il tratto centrale di un continuum insediativo ed industriale che attualmente si estende da Torino a Venezia e prosegue, a sud, verso Bologna.
Milano è, inoltre, il centro di una vasta rete di connessioni infrastrutturali a carattere internazionale, grazie all’apertura dei trafori del Gottardo e del Sempione; il Sistema Metropolitano lombardo diventerà, in prospettiva, cerniera tra alcuni grandi collegamenti transeuropei: il corridoio V Lisbona-Kiev, il Corridoio I, che collega il Mediterraneo con il Nord Europa tramite il Brennero ed il Corridoio Genova-Rotterdam, destinato a collegare le due principali porte europee verso l’Asia e l’Atlantico.
Il PTR evidenzia, inoltre, il ruolo di motore dello sviluppo economico svolto dal Sistema Metropolitano lombardo all’interno del contesto europeo, in virtù della presenza della Borsa, dei maggiori centri decisionali imprenditoriali, del nuovo polo fieristico Rho-Pero e dell’ambito FieraMilanoCity, di centri di ricerca e università, di una rete sanitaria e scolastica di qualità.
Tra le criticità del milanese collegabili al comparto ambientale si rilevano la mancanza di un sistema logistico lombardo in grado di alleggerire il nodo ferroviario di Milano, la congestione da traffico stradale sulle principali arterie viabilistiche, la scarsa qualità territoriale in termini di inquinamento, frammentazione degli spazi aperti, erosione di suolo e periurbanizzazione, il pericolo della banalizzazione del paesaggio, nonché della perdita di specificità storiche e culturali, tipici delle zone ad alta densità edilizia ed in rapida trasformazione. In campo economico e sociale si deve inoltre sottolineare la permanenza di sacche di disparità sociale sia tra la popolazione italiana, sia tra gli immigrati, ancora relativamente poco inseriti dal punto di vista sociale, in contrasto con l’acclarato ruolo dell’area nel sistema economico nazionale ed europeo.

Per il sistema territoriale metropolitano all’interno del PTR sono stati individuati i seguenti obiettivi:

  1. tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini riducendo le diverse forme di inquinamento ambientale;
  2. riequilibrare il territorio attraverso forme di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale;
  3. tutelare i corsi d’acqua come risorsa scarsa, migliorandone la qualità;
  4. incentivare uno sviluppo territoriale policentrico mantenendo il ruolo di Milano come principale fulcro del Nord Italia;
  5. favorire l’integrazione con le reti infrastrutturali europee;
  6. ridurre la congestione del traffico privato, potenziando il trasporto pubblico e favorendo vettori di mobilità sostenibile;
  7. applicare modalità di progettazione integrata tra paesaggio urbano, periurbano, infrastrutture e grandi insediamenti, a tutela delle caratteristiche del territorio;
  8. riorganizzare il sistema del trasporto merci;
  9. sviluppare il sistema delle imprese lombarde attraverso sistemi di cooperazione, verso un comparto produttivo di eccellenza;
  10. valorizzare il patrimonio culturale e paesistico del territorio;
  11. EXPO: creare le condizioni per la realizzazione ottimale dell’evento e derivare benefici di lungo periodo per un contesto ampio;
  12. limitare l’ulteriore espansione urbana (favorire riqualificazione e riuso, conservare i varchi liberi, evitare sprawl, mantenere la riconoscibilità dei centri urbani, promuovere edilizia sostenibile, contenere i fenomeni di degrado in aree periurbane e di frangia).

Data l’importanza che riveste il tema del consumo di suolo nel territorio lombardo (ma non solo, dato che la Commissione europea ha posto un obiettivo quantitativo esplicito: consumo di suolo “zero” nel 2050) si riporta di seguito l’obiettivo prioritario dichiarato nella proposta di Piano e di VAS per l'Integrazione del Piano Territoriale Regionale (PTR) ai sensi della LR n. 31 del 28 novembre 2014 per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato, i cui elaborati sono stati approvati dalla Giunta regionale con D.G.R. n° 6095 del 29/12/2016 e recentemente adottati dal Consiglio regionale con D.C.R. n. X/1523 del 23/05/2017: la rigenerazione territoriale e urbana e il riuso delle aree dismesse e da bonificare, sostanziali per il contenimento del consumo di suolo.

L’integrazione del PTR mette in campo una pluralità di azioni accomunate dalla finalità di ottenere una riduzione del consumo di suolo, quantitativamente significativa, mirata alla salvaguardia dei suoli più critici e di maggiore qualità, ed efficace sotto il profilo della razionalità e dell’efficienza dell’assetto insediativo.
Il consumo di suolo è affrontato sia nella sua dimensione quantitativa che qualitativa esplicitando la connessione fra sviluppo insediativo e qualità di suoli liberi rimasti per un assetto territoriale sostenibile.
L’assetto insediativo della Lombardia, connotato da aree a fortissima concentrazione e nello stesso tempo da un’amplissima diffusione degli insediamenti in gran parte nella pianura e da un’alta qualità del suolo libero, agrario e naturale, rende evidente l’aspetto qualitativo del problema.
È’ a partire da queste considerazioni, che l’integrazione del PTR procede lungo un filo logico che affronta le questioni della “soglia” di riduzione del consumo di suolo, della quantità e della qualità dei suoli liberi attualmente interessati da previsioni di trasformazione dei PGT (e di cui la LR 31/2014 dispone l’obiettivo di riduzione), della rigenerazione, come efficace uso del suolo urbanizzato in quanto alternativa al consumo di territorio, della qualità generale dei suoli “in gioco”, e del monitoraggio dell’attuazione della politica di riduzione del consumo di suolo. Il PTR organizza l’azione alle diverse scale territoriali e ai diversi livelli amministrativi.
Si ricorda che la LR 31/2014 affida al Piano Territoriale Regionale (PTR) il compito di stabilire i criteri per ridurre il consumo di suolo differenziati per Ambiti territoriali omogenei; il PTR deve anche fornire alle Province, alla Città Metropolitana e ai Comuni i criteri per adeguare la pianificazione in atto, impostare i nuovi PTCP/PTM/PGT e rigenerare il suolo urbanizzato.

Obiettivi alla scala di riferimento comunale

[ CDM-1544452084-4 ]

Tutti gli obiettivi specifici del PTR, appartenenti al Sistema Metropolitano, possono essere contestualizzati nel territorio della città di Milano:

  1. tutelare la salute e a sicurezza dei cittadini riducendo le diverse forme di inquinamento ambientale. Nello specifico si fa riferimento alla riduzione dell’inquinamento atmosferico causato dal traffico veicolare, alla tutela del suolo e delle acque sotterranee dai fenomeni di contaminazione degli inquinanti, alla bonifica dei siti contaminati, alla gestione integrata dei rischi;
  2. riequilibrare il territorio attraverso forme di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale. Si intende la possibilità di migliorare la funzionalità della rete ecologica e dei corridoi di connessione, favorire la presenza di un settore agricolo o riqualificarlo qualora fosse già esistente. Un’ulteriore forma di sviluppo sostenibile consiste nel miglioramento dell’efficienza energetica nel settore edilizio e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, sfruttando, ad esempio, l’energia solare termica, l’energia geotermica a bassa entalpia e le acque di falda tramite le pompe di calore;
  3. tutelare i corsi d’acqua come risorsa scarsa, migliorandone la qualità. L’analisi delle acque superficiali di Milano mostra un quadro generale estremamente negativo: lo stato di qualità di tutte le acque superficiali è “scadente” o “pessimo”. Le linee di azione mirano a ripristinare gli alvei dei fiumi e ad implementare politiche per la tutela dei fiumi e la prevenzione del rischio idraulico, in particolare nel milanese, anche attraverso una maggior integrazione dei progetti nel contesto ambientale e paesaggistico;
  4. favorire uno sviluppo policentrico mantenendo il ruolo di Milano come principale fulcro del nord Italia. Lo scopo è il potenziamento dei centri secondari complementari (l’area di Malpensa, i comuni di prima cintura, l’area della fiera di Rho-Pero) senza depotenziare il capoluogo lombardo. E’ quindi fondamentale realizzare le opere infrastrutturali necessarie a favorire l’accessibilità trasportistica su gomma, potenziando la rete stradale e realizzando opere per perfezionare le relazioni tra i poli secondari del sistema territoriale (Tangenziale est esterna, collegamento Milano-Bergamo-Brescia, Autostrada Pedemontana);
  5. favorire l’integrazione con le reti infrastrutturali europee. Si tratta, in particolare, di sviluppare politiche territoriali, ambientali ed infrastrutturali per rendere il sistema metropolitano lombardo competitivo con le aree metropolitane europee di eccellenza, valorizzando il patrimonio storico-culturale e paesaggistico e perseguendo strategie atte al miglioramento della qualità della vita;
  6. ridurre la congestione del traffico privato potenziando il trasporto pubblico e favorendo vettori di mobilità sostenibile. Il potenziamento del trasporto pubblico locale (linee metropolitane, linee di superficie e reti ferroviarie) in termini di efficienza e sostenibilità è uno dei requisiti per limitare l’utilizzo dei mezzi privati a favore di quelli pubblici, limitare il traffico e ridurre l’inquinamento atmosferico. Ai fini del contenimento della congestione stradale da traffico viene incentivato lo sviluppo delle applicazioni ICT (telelavoro, e-commerce, e-government) e dei percorsi ciclo-pedonali di adduzione alle stazioni del servizio ferroviario regionale e suburbano;
  7. applicare modalità di progettazione integrata tra paesaggio urbano, periurbano, infrastrutture e grandi insediamenti, a tutela delle caratteristiche del territorio. Le linee di azione che maggiormente possono essere contestualizzate nella realtà milanese si riferiscono:
    1. al recupero di aree dismesse o degradate prevedendo la realizzazione non solo di aree edificate, ma anche di verde e servizi;
    2. alla tutela del suolo libero esistente e alla preservazione dell’edificato per evitare fenomeni di sprawl urbano in particolare sulle aree agricole;
    3. alla realizzazione di strutture congressuali a livello internazionale (l’EXPO è l’esempio più significativo), valorizzando appieno le risorse ambientali, paesaggistiche, storiche del territorio e realizzando opere infrastrutturali e servizi adeguati alle esigenze dei cittadini, ma attente alla costruzione del paesaggio complessivo;
    4. alla valorizzazione del sistema del verde e delle aree libere, sia per migliorare la qualità del paesaggio urbano, sia per evitare o, perlomeno limitare, i fenomeni di conurbazione. Il Parco Agricolo Sud Milano, che circonda il territorio comunale, garantisce una discontinuità con i comuni di prima cintura;
    5. a favorire la riqualificazione dei quartieri urbani più degradati per ridurre la disparità sociale ed il fenomeno della marginalità;
  8. riorganizzare il sistema del trasporto merci. Il tema della riorganizzazione del sistema logistico è uno degli obiettivi prioritari della mobilità milanese: la realizzazione di infrastrutture logistiche esterne a Milano o la costruzione di efficaci nodi di interscambio, porterebbe ad una diminuzione del traffico derivante dal trasporto merci. Lo sgravio del traffico attraverso il nodo Milano, già sovraccarico, può essere realizzato anche mediante il potenziamento della rete ferroviaria e la creazione di nuove infrastrutture di collegamento che by-passino il capoluogo lombardo, evitando la penetrazione delle merci non dirette alla regione urbana;
  9. sviluppare il sistema delle imprese lombarde attraverso sistemi di cooperazione, verso un comparto produttivo di eccellenza. La realizzazione di strutture di ricerca applicata, in collaborazione con il sistema universitario milanese, è un obiettivo che consentirebbe di potenziare e strutturare economie di scala altrimenti irrealizzabili. Il capoluogo lombardo è già oggi considerato un centro d’eccellenza sia nel settore terziario, sia nei settori industriali avanzati (elettronica, comunicazioni, editoria). L’ulteriore rafforzamento di queste politiche economiche renderebbe Milano competitiva non sono a livello nazionale, ma anche a livello europeo;
  10. valorizzare il patrimonio culturale e paesistico del territorio. La promozione degli elementi paesaggistici, naturali ed architettonici contribuisce ad un complessivo miglioramento della qualità ambientale e determina una maggior attrazione per il turismo e per l’insediamento di attività di eccellenza. Per poter favorire politiche finalizzate alla sensibilizzazione sui temi ambientali ed il patrimonio culturale è necessario promuovere iniziative e programmi di formazione, coinvolgendo differenti settori di intervento (operatori di settore, professionisti, studenti, operatori pubblici);
  11. EXPO: accanto a questioni più sito specifiche come la promozione della qualità progettuale dell’intervento e l’inserimento paesistico del progetto, l’evento sarà l’occasione per affrontare e definire questioni afferenti ad un contesto più allargato e strategico per la Lombardia ed il Nord Italia, come gli interventi per la riqualificazione paesistico/ambientale e il riassetto idrogeologico e idraulico di Milano e dei sottobacini del Po, Olona e Lambro, la corretta integrazione tra funzioni urbane e spazi aperti e di valore naturalistico, anche per la realizzazione delle reti verdi e ecologiche, il completamento e la riorganizzazione della mobilità, lo sviluppo dei servizi e della ricettività;
  12. limitare l’ulteriore espansione urbana. Il suolo è considerato una risorsa non rinnovabile. La minimizzazione del consumo di suolo, attraverso interventi di riqualificazione di aree dimesse e/o sottoutilizzate ed interventi di trasformazione del patrimonio edilizio esistente, è uno degli obiettivi dell’amministrazione comunale. Il completamento del margine urbano verterà prevalentemente su aree già raggiunte dall’urbanizzazione e prive di valore ambientale significativo, in modo da garantire la salvaguardia di aree ad interesse paesaggistico.