[ CDM-1579524765-1 ]

La visione per Milano 2030 si basa su un Disegno strategico del Documento di Piano esteso alla scala metropolitana ed a un disegno ancora più ampio di ruolo a scala globale.

I principali caratteri del Piano sono la conferma:

  • dell’articolazione del Tessuto Urbano Consolidato (TUC) in 3 macro tessuti: Nuclei di Antica Formazione (NAF), Ambiti contraddistinti da un Disegno Urbano Riconoscibile (ADR) e Ambiti di Rinnovamento Urbano (ARU);
  • dell’attribuzione di un indice di edificabilità unico pari a 0,35 mq/mq applicato a tutta la città con l’esclusione delle aree destinate all’agricoltura; per gli ambiti in norma transitoria restano salve le regole dei rispettivi strumenti attuativi;
  • della fissazione di un indice edificatorio massimo il cui superamento risulta possibile solo in contesti di particolare accessibilità;
  • dell’utilizzo del principio della perequazione urbanistica che prevede la possibilità di trasferire diritti volumetrici da pertinenza indiretta a pertinenza diretta, in parte esteso anche tra aree a pertinenza diretta (ambiti di oggetto di rigenerazione);
  • della libertà di scelta delle funzioni da insediare in tutti i tessuti urbani senza alcuna esclusione e senza una distinzione ed un rapporto percentuale predefinito (principio dell’indifferenza funzionale);
  • della classificazione del sistema dei servizi in “localizzati esistenti”, di cui le schede NIL sono lo strumento guida, e “da localizzare”, che possono cioè essere liberamente insediati in tutta la città secondo il principio della sussidiarietà;

e l’introduzione dei seguenti elementi:

  • passaggio dalla previsione aprioristica di ambiti di trasformazione al concetto di rigenerazione urbana della città (si veda in quest’ottica l’introduzione delle Grandi Funzioni Urbane “GFU”), anche sulla base della normativa sul consumo di suolo; 
  • previsione di ambiti di rigenerazione ambientale attraverso un meccanismo di diradamento delle edificazioni che consenta la possibilità di trasferire diritti edificatori in altri ambiti oggetto di rigenerazione;
  • revisione delle politiche in tema di edilizia sociale da un lato privilegiando la riqualificazione del patrimonio pubblico esistente, dall’altra stimolando forme abitative convenzionate ed in affitto a canone moderato;
  • misure atte a promuovere e incentivare la sostenibilità ambientale degli edifici, in termini di efficienza energetica, principi di economia circolare, drenaggio urbano sostenibile, resilienza e cambiamento climatico, biodiversità, servizi ecosistemici;
  • incentivi per l’insediamento di esercizi di vicinato a piano terra (se affacciati su spazio pubblico) negli ambiti di oggetto di rigenerazione attraverso lo scomputo delle superfici lorde e la limitazione di insediamento per le Grandi Strutture di vendita ai soli nodi di interscambio;
  • la riconnessione di una sequenza di spazi pubblici e privati – oggi degradati e frammentati – tra la cerchia ferroviaria e il confine, a partire dal consolidamento dei parchi esistenti, tramite lo sviluppo del nuovo Parco Metropolitano;
  • l’individuazione delle aree destinate all’agricoltura, che perseguono l’obiettivo di riduzione del consumo di suolo e di tutela dell’attività agricola, intesa sia come attività di salvaguardia delle caratteristiche ambientali del paesaggio sia come strumento di presidio del territorio.

[ CDM-1579524765-2 ]

Il Piano individua alcuni temi progettuali che, fatte salve le scelte del futuro Piano della Città Metropolitana, potranno essere alla base delle relazioni di scala intercomunale o di area vasta:

  • l’asse del nord ovest, tra Scalo Farini, Bovisa e MIND-post Expo, che suggerisce la necessità di operare in rete e favorire lo sviluppo economico;
  • il confine di nord ovest, che necessita di azioni finalizzate a ricomporre il margine e tutelare le aree libere dalla pressione urbana;
  • l’asse nord-est, tra Milano e Monza, nel quale sarà fondamentale la capacità di stimolare processi di rigenerazione e ricomposizione urbana, definire il ruolo del grande hub intermodale di Bettola, mettere a fuoco le relazioni con le grandi funzioni urbane previste entro la Città della salute e della ricerca a Sesto San Giovanni;
  • l’asse tra Martesana e Parco Nord, che incontra territori diversificati dove la promozione di processi di rigenerazione ambientale può consolidare nuove connessioni verdi, anche grazie alla definizione del PLIS Martesana;
  • la valle del Lambro, che richiede di attivare azioni di prevenzione del rischio idraulico e processi di rigenerazione ambientale;
  • il confine orientale, che richiederà un presidio per governare gli impatti derivanti da progetto commerciale Westfield, dagli insediamenti legati alla logistica favoriti dalla notevole accessibilità viaria (Tangenziale est, TEM e Bre.Be.Mi), nonché dall’aeroporto di Linate;
  • la presenza del Parco Agricolo Sud e del Parco Nord, visti come elementi fondamentali per la costruzione del Parco Metropolitano;
  • l’ambito del sud-ovest, in particolare tra i Navigli Grande e Pavese, caratterizzata dalla forte presenza di tessuti da rigenerare sotto il profilo urbano e sociale, favorendo l’integrazione e le connessioni territoriali.