Milano 2030 è una città metropolitana che fa spazio all'ambiente

[ CDM-1545213892-1 ]

Il Piano per Milano 2030 non genera nuove volumetrie rispetto alla pianificazione vigente, ma tutela 1,7 milioni di m² dalla possibile urbanizzazione attraverso il ridimensionamento delle previsioni insediative e il vincolo a destinazione agricola di 3 milioni di m², riducendo così del 4% il consumo di suolo.

Milano vuole darsi un’impronta green, azzerando il consumo di suolo, valorizzando le proprie infrastrutture verdi e blu, aumentando la propria resilienza di fronte ai cambiamenti che impattano sull’ecosistema urbano. Il Piano per Milano 2030 non genera nuove volumetrie rispetto alla pianificazione vigente, ma tutela 1,7 milioni di m² dalla possibile urbanizzazione attraverso il ridimensionamento delle previsioni insediative e il vincolo a destinazione agricola di 3 milioni di m² (metà delle quali sottratte a nuova edificazione), riducendo così del 4% il consumo di suolo. La sua impronta urbana si costruisce a partire dal “vuoto”, attraverso lo sviluppo di infrastrutture blu e verdi che hanno origine dai grandi sistemi ambientali metropolitani. Quella blu, che ritrova spazio lungo i corsi d’acqua, mediante l’attuazione dei parchi di interesse sovralocale del Lambro e della Martesana, torna ad attraversare la città grazie alla riapertura dei Navigli, progetto di ripristino del legame storico tra Milano e l’acqua. Quella verde, strutturata sulle aree agricole, sui “Raggi Verdi”, sulla rete ecologica, sulle aree del Parco Sud e sulle connessioni verdi verso il Parco Nord e i PLIS del nord Milano, che si costituirà come un vero e proprio Parco Metropolitano, anche grazie alle nuove misure che prevedono l’annessione di circa 1,5 milioni di m² di aree agricole oggi destinate a edificazione o comunque prive di vincolo. Da qui, l’obiettivo è costruire e rafforzare reti e relazioni ambientali che, mediante politiche di risparmio di suolo e di paziente ri-conquista di quello già sfruttato, si insinuano tra il costruito attraverso interventi puntuali di riconnessione di spazi pubblici e privati, di riforestazione, di “rigenerazione ambientale” di luoghi degradati e frammentati. La grande maglia delle infrastrutture verdi si attesterà all’interno della città sulla cintura dei binari ferroviari, “rotaie verdi” di giunzione tra i parchi periurbani e i 675.000 m² riconquistati all’interno degli scali ferroviari, parte di un sistema di venti nuovi parchi previsti in città, per una dimensione complessiva pari a circa 2 milioni di m²: Santa Giulia, Mind, Bisceglie, Cascina Merlata, Bovisa–Goccia, Piazza d’Armi, Mameli, San Siro-Trotto, Rubattino, Basmetto, Porto di Mare, Bruzzano, ecc.

Milano 2030 è una città eco-sistema

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Milano assume – per la prima volta – la produzione di servizi eco-sistemici come forma di dotazione territoriale utile a ridurre le emissioni di gas serra e di carbonio e mitigare gli eventi estremi.

Milano vuole essere una città che interpreta il legame tra sviluppo urbano e ambiente non solo attraverso strategie volte alla conservazione, alla tutela e alla cura delle fragilità dei propri assetti eco-sistemici, ma anche attraverso un approccio “resiliente” di prevenzione, mitigazione e adattamento ai cambiamenti, in primo luogo quelli climatici. A partire dalla rigenerazione urbana, Milano assume – per la prima volta – la produzione di servizi eco-sistemici come forma di dotazione territoriale utile a ridurre le emissioni di gas serra e di carbonio e a mitigare gli eventi estremi (isole di calore, picchi di inquinamento atmosferico, piogge torrenziali). 
Milano 2030 vuole essere una città con nuovi standard ambientali, costruita a partire da progetti di città pubblica e privata capaci di far ricorso a sistemi tecnologici e scelte progettuali avanzate, con soluzioni integrate per ridurre le emissioni di gas serra e azzerare il fabbisogno energetico degli edifici, mettere in moto processi di recupero circolare dei materiali, avviare processi di ri-naturalizzazione delle superfici, sia orizzontali che verticali, favorire il drenaggio delle acque, il raffrescamento del microclima e il recupero della biodiversità, anche attraverso progetti estesi di riforestazione urbana che possano fare da traino a un ambizioso programma di rinverdimento dell’area metropolitana.