Milano 2030 è una città di identità locali

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La Milano del futuro vuole rigenerarsi per crescere in maniera consapevole, nel segno della qualità urbana e territoriale, costruita attorno a comunità coese, servizi alla persona diffusi ed efficienti, spazi pubblici sicuri e fruibili, servizi di mobilità che garantiscano l’accessibilità a tutti quartieri.

Milano è una città cresciuta lungo assi radiali e per cerchi concentrici (la cerchia dei Navigli, quella dei bastioni, la circonvallazione filoviaria, la cintura ferroviaria, le tangenziali)  per poi svilupparsi, nei decenni più recenti, per “discontinuità”, con “salti” di scala metropolitana e regionale, inglobando e connettendo progressivamente un telaio insediativo pre-esistente, ricco sia dal punto di vista fisico sia sociale. La Milano del 2030 intende valorizzare questa sua peculiarità, perseguendo una densificazione selettiva e una città compatta, in grado di valorizzare le sue identità a partire dalle specificità ambientali, economiche e sociali. La Milano del futuro vuole rigenerarsi per crescere in maniera consapevole, nel segno della qualità urbana e territoriale costruita attorno a comunità coese, servizi alla persona diffusi ed efficienti, spazi pubblici riconosciuti, sicuri e fruibili, servizi di mobilità che garantiscano l’accessibilità a tutti quartieri. In questa prospettiva, il Piano per Milano 2030 si propone di valorizzare i nove Municipi attraverso la scala fine costituita dagli 88 quartieri (NIL - Nuclei di Identità Locale) di cui si compone la città, mettendo al lavoro una varietà di politiche capaci di supportare la riorganizzazione del sistema dei servizi di prossimità per adattarsi ai rilevanti cambiamenti socio-economici e alla ri-distribuzione dei pesi insediativi sul territorio, con particolare attenzione ai servizi per i giovani in fase scolare, ai servizi “inclusivi” in grado di rispondere anche alle esigenze della popolazione straniera, ai servizi per i grandi anziani e per chi vive la città ma non vi risiede.

Milano 2030 è una città a misura d'uomo

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Milano 2030 vuole estendere il centro oltre i suoi attuali confini  attraverso l’individuazione di nuove centralità.  Un sistema di piazze radicalmente ripensate come porte a vocazione pedonale, cerniere in grado di stimolare investimenti volti al ridisegno dello spazio pubblico e a favorire il rinnovamento dei quartieri periferici.

Una città che trasforma le sue infrastrutture di connessione – oggi barriere che separano tra loro parti di città – in elementi di ricucitura, in grado di definire un nuovo sviluppo attraverso la rifunzionalizzazione di luoghi nevralgici, accessibili ma irrisolti, capaci di generare nuovi assetti e riequilibrare il mercato dei valori urbani, in una logica di rete a scala metropolitana. La Milano del 2030 vuole estendere il centro oltre i suoi attuali confini, non solo a partire dalla riapertura dei Navigli e dal riuso degli scali ferroviari, ma anche attraverso l’individuazione di nuove centralità, grazie al riassetto dei nodi lungo la cerchia filoviaria (Loreto, Maciachini, Lotto, Romolo, Abbiategrasso, Trento, Corvetto). Un sistema di piazze radicalmente ripensate come porte a vocazione pedonale, cerniere in grado di stimolare investimenti volti al ridisegno dello spazio pubblico e a favorire il rinnovamento dei quartieri periferici. Al tempo stesso, è una città che si propone di riconoscere le centralità esterne come ambiti prioritari per avvicinare le periferie al centro, facendo così riemergere assi e nuclei storici prossimi al Parco metropolitano e ai quartieri densi di edilizia residenziale, ponendo al centro gli spazi pubblici, infrastrutture primarie d’inclusione sociale, la cui qualità diffusa assottiglia le distanze – fisiche e sociali – tra le diverse parti di città. Gli spazi pubblici come luoghi a vocazione pedonale accessibili a tutti, attorno a cui si costruisce la città, dove si manifesta la vita tra gli edifici, in cui gli individui diventano gruppi e dove lo stare insieme forma la cittadinanza, intesa come senso di appartenenza a un bene comune. Gli spazi pubblici intesi come rete di piazze, strade, marciapiedi, portici, fermate dei mezzi di trasporto pubblici, verde attrezzato, che si protrae nell’attacco a terra degli edifici, luogo privilegiato di crescita dell’economia urbana, la cui qualità può incentivare la vitalità del commercio di prossimità e lo sviluppo dei distretti commerciali naturali.  Infine, la Milano del 2030 è una città amica dei cittadini con disabilità per i quali dovranno essere sviluppati appositi interventi per un completo abbattimento di ogni barriera architettonica.