Trasporto e mobilità

[ CDM-1545131879-1 ]

Milano è il nodo centrale del sistema infrastrutturale della regione urbana, sul quale convergono i principali assi stradali e ferroviari e dal quale si diramano radialmente le linee metropolitane. Questa struttura ha guidato e, nel contempo, condizionato le opportunità di spostamento di persone e merci, con ricadute sullo sviluppo insediativo e sulla qualità urbana. 
Secondo il PUMS11, nel 2013, erano circa 5,3 mil. gli spostamenti giornalieri di persone gravitanti su Milano (+0,6% dal 2005), di cui 2,3 mil. in entrata. Anche se il mezzo privato rimane prevalente negli spostamenti di scambio (62%), considerando l'insieme degli spostamenti che interessano Milano, per la prima volta dagli anni '60 il trasporto pubblico supera l'auto (48% contro 43%). In questi anni, gli elevati livelli di congestione hanno indotto un ripensamento dell’assetto della maglia infrastrutturale (con una nuova offerta in grado di alleggerire il nodo centrale dai traffici di transito) e, insieme, delle politiche per la mobilità (con nuove strategie di organizzazione del trasporto pubblico e forme di mobilità ispirate a condivisione e sostenibilità). Le misure predisposte operano su diverse scale.

  • Alla grande scala, sono stati realizzati nuovi assi autostradali tangenziali, a nord (prime tratte della Pedemontana) e a est (Tangenziale Est Esterna), ed è stato rafforzato il servizio ferroviario sub-urbano (es. S9).
  • Più a ridosso di Milano, è stata incrementata l’accessibilità del settore a nord-ovest, con la fermata ferroviaria di Rho-Fiera e il rafforzamento (ancora in fase di completamento) delle relazioni trasversali (Rho-Monza e tratta urbana della A4, ecc.).
  • In città sono state introdotte misure di varia natura volte alla riduzione dell’impatto del traffico veicolare (Area C, estensione delle aree pedonali e delle piste ciclabili, car e bike-sharing, M5 e M4 in fase di realizzazione, Circle Line e nuove stazioni SFR in programma, ecc.).

L’insieme di queste misure ha generato molteplici effetti alla scala urbana:

  • decremento del tasso di motorizzazione (−17%) e un corrispondente incremento dei passeggeri del trasporto pubblico urbano e di area urbana (+20%) nel decennio 2003-2013;
  • riduzione del traffico (−30%), diminuzione dell’incidentalità (−26%), incrementi della velocità commerciale di tram (+4%) e autobus (+7%) all’interno dell’Area C tra il 2012 e il 2014;
  • estensione delle aree pedonali (+13%) e delle piste ciclabili (+56%) nel periodo 2011-2014;
  • incremento nel numero degli abbonati a car e bike-sharing (questi ultimi pari al 36% tra il 2015 e il 2016).

Rispetto a quanto già è stato fatto, altre sono le azioni in atto alle varie scale per conseguire livelli di split modale sempre più soddisfacenti. Esse riguardano:

  • riorganizzazione dei percorsi delle autolinee (Programma di Bacino del TPL) con attestamenti su un rafforzato sistema di nodi di interscambio del ferro (esistenti o di nuova previsione);
  • sviluppo progettuale del prolungamento dei servizi delle metropolitane oltre i confini della città, anche prevedendo soluzioni tecnologiche innovative, di più rapida attuazione ed economicamente più sostenibili;
  • nuovi progetti infrastrutturali (es. Variante del Sempione, Superstrada Milano-Meda, Paullese, ferrovie Rho-Gallarate, Milano-Asso e Milano-Pavia, metrotranvie interurbane verso la Brianza).

Ambiente

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Milano presenta un elevato grado di vulnerabilità agli impatti del cambiamento climatico12: crescita delle temperature medie (+1,5° rispetto al secolo scorso), come conseguenza delle emissioni di gas serra; aumento della frequenza e intensità delle ondate di calore (giorni consecutivi, durante i quali la temperatura osservata supera il 90º percentile delle temperature medie usualmente sperimentate in una data regione); incremento dell’intensità delle precipitazioni stagionali (+26 mm/100 anni) che accrescono il rischio idrogeologico. Inoltre, sebbene il trend degli inquinanti sia in calo, anche grazie al processo di dismissione industriale e alle misure di calmierazione del traffico, con diminuzioni nell’ultimo ventennio degli inquinanti tradizionali (CO2, SO2, Polveri totali sospese, NOx), comprese fra il 60% e il 90%, si registrano ancora elevate concentrazioni di polveri e cicliche condizioni emergenziali a scala metropolitana e regionale. Nel corso del 2017, infatti, il numero massimo di superamenti della soglia di 50 μg/m3 di PM10 (concentrazione media giornaliera) è stata pari a 97, quasi tre volte quanto ammesso dalla normativa europea (max 35 volte/anno) e molto al di sopra di quanto suggerito dalle Linee Guida WHO per la tutela della salute (max 3 volte/anno). Si pone con forza il tema della dotazione di verde pubblico, che oggi a Milano conta 25,6 mil. di m² (18,5 m²/ab.), anche in chiave di crescita delle superfici permeabili e di mitigazione delle isole di calore.
Numerose sono le iniziative già messe in campo per contrastare i fenomeni in atto, agendo da una parte sulle fonti di emissione, e dall’altra con politiche, azioni e misure di adattamento ai cambiamenti climatici, comprese quelle per aumentare le aree verdi o comunque permeabili.
L’adesione a C40 permette a Milano di condividere con altre 80 città nel mondo problemi e soluzioni contro le minacce del riscaldamento globale. Individuare strategie in grado di migliorare la capacità di reagire in modo innovativo a emergenze ambientali, sono le priorità del progetto 100 Resilient Cities, promosso dalla Fondazione Rockefeller, che include Milano dal 2014. La proposta di Piano di Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (luglio 2015) costituisce il documento fondamentale di programmazione delle politiche per la riduzione delle emissioni di gas serra al 2020 (−20% rispetto al 2005). L’istituzione dell’Area B introduce il divieto di circolazione per i veicoli maggiormente inquinanti. Alcuni progetti più specifici individuano strategie mirate alla riduzione del rischio idraulico a cui la città è soggetta in occasione di eventi meteo estremi o di allagamenti dovuti a esondazioni e innalzamento della falda. 
Tra gli obiettivi prioritari del Progetto di Sottobacino del Seveso ci sono il miglioramento della qualità delle acque e la sicurezza idraulica. Altri due Contratti di Fiume sono già stati sottoscritti anche dal Comune di Milano e saranno sviluppati nei Progetti di Sottobacino del fiume Olona e Lambro. Altro progetto rilevante per l’assetto idrogeologico della città, è la proposta formulata all’interno dello studio di fattibilità per la Riapertura dei Navigli milanesi.
Sono altrettanto significativi i numerosi progetti attivati nell’area milanese che concorrono all’incremento della capacità locale di drenaggio e contribuiscono alla gestione dei fenomeni delle isole di calore, promuovendo azioni di tutela e valorizzazione di parchi, aree verdi e agricole. In questo senso, l’AdP Scali ferroviari, insieme ai nuovi 20 parchi con superficie superiore a 10 mila m² e al complesso delle previsioni di nuove aree verdi, consentirà al 2030 un aumento considerevole degli spazi verdi di cui la città dispone (+ 4,7 mil. di m² circa, pari a +18% circa); lo studio di fattibilità “Re Lambro” si propone il rafforzamento delle connessioni ecologiche e la riqualificazione paesaggistica delle aree lungo l’asta fluviale a est della città; il progetto Rotaie verdi ha verificato la possibilità di creare un parco lineare utilizzando le fasce di rispetto dei binari ferroviari in attività, tra lo scalo di San Cristoforo e quello di Porta Romana; il progetto RiconnettiMI affronta il tema delle connessioni ecologiche tra Parco Nord Milano e PLIS della Balossa nei comuni di Milano, Cormano e Novate Milanese. 

Progetti di trasformazione urbana

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Milano e l’area metropolitana stanno vivendo una fase particolarmente dinamica dal punto di vista delle trasformazioni, confermando la forte attrattività della città. In fase recente sono partiti e partiranno molti progetti, che stanno contribuendo a ridefinire l’assetto e gli equilibri urbani e metropolitani.
Il processo di trasformazione dell’area di Porta Nuova/Garibaldi, avviato oltre dieci anni fa, insieme al nuovo Palazzo della Regione, rappresenta forse il punto di snodo. Da allora sono seguiti altri importanti interventi, di taglia e natura diversa, che hanno contribuito all'estensione del "centro" della città: Porta Volta, dove hanno trovato sede Fondazione Feltrinelli e Microsoft; City Life, sul sedime di parte dello storico polo della fiera di Milano e il Portello, sulle aree dell'ex Alfa Romeo. Altri interventi particolarmente significativi, per diverse ragioni e natura, che hanno contribuito a rigenerare importanti parti di città sono il recupero della Darsena, eredità di Expo 2015, che è tornata a nuova vita; l’ex Ansaldo, che ospita, oltre a BASE Milano, il nuovo Museo delle culture di Milano (MUDEC); la nuova sede della Fondazione Prada, che ha trasformato una ex distilleria di inizio ‘900 in zona Porta Romana.
Guardando al futuro, molto ruota intorno a MIND. Nell’area del post-Expo troveranno sede tre grandi funzioni pubbliche: Human Technopole, il campus dell’Università degli Studi di Milano e l’IRCCS Galeazzi. Accanto ad esse sorgeranno molte altre funzioni, sviluppate da Lendlease (l’operatore che si è aggiudicato la gara nel novembre 2017), con residenze, uffici, spazi per il lavoro e attrezzature pubbliche. L’altro grande processo di rigenerazione che determinerà un importante riassetto della città con effetti alla scala metropolitana è l’AdP Scali ferroviari, che rappresenta un’occasione imperdibile di rigenerazione urbana per Milano. L’accessibilità e la connessione delle aree con il tessuto urbano, la possibilità di realizzazione di nuove centralità e servizi, tra cui una nuova sede per l'Accademia di Brera, di rafforzamento del verde e delle connessioni ecologiche, la promozione di usi temporanei trasformeranno radicalmente Milano. Al tempo stesso, le progettualità avviate sull'Ortomercato e le Caserme rappresentano significative opportunità di riqualificazione di interi comparti urbani, al pari di importanti trasformazione avviate da tempo e ancora in attesa di completamento (Santa Giulia, Porta Vittoria, Adriano, Cascina Merlata, Calchi Taeggi, ecc.). A queste trasformazioni si sommano altri interventi che rappresenteranno un banco di prova importante per l’area metropolitana. La “Città della salute e della ricerca”, che sorgerà sulle ex aree Falck di Sesto San Giovanni, con il trasferimento dell’Istituto neurologico Besta e dell’Istituto dei Tumori; il centro commerciale che Westfield realizzerà a Segrate, sulle aree della ex Dogana; l’ampliamento di Auchan con la ridefinizione del nodo di Bettola a Cinisello Balsamo; il potenziale completamento della trasformazione della ex Alfa Romeo di Arese, che ha recentemente visto l’inaugurazione del centro commerciale “il Centro”. Accanto a questi grandi interventi, prosegue e si intensifica il processo di trasformazione e rigenerazione diffuso della città, a partire dagli interventi di natura pubblica. Qui un ruolo chiave sarà giocato dal Piano dei quartieri, un programma integrato di rigenerazione dei quartieri milanesi. Infine, si stanno configurando molti spazi fluidi e flessibili, caratterizzati da usi temporanei. Sono così nati molti spazi di co-working, maker space, incubatori di impresa e fab-lab, come BASE Milano, FabriQ, Speed MI Up, ecc... e, allo stesso tempo, tale tendenza sta riguardando anche una varietà di spazi dell’abitare (Cenni di Cambiamento, Abitare, ecc...).

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11 I dati presentati in questo paragrafo sono di fonte: Comune di Milano (2017), “PUMS - Piano Urbano della Mobilità Sostenibile Milano. Documento di Piano”, giugno
12 I dati presentati in questo paragrafo sono di fonte: Comune di Milano (2018), “Valutazione Ambientale Strategica. Piano di Governo del Territorio. Rapporto Ambientale”, giugno